Professori universitari a contratto Stampa
La legge di riforma introduce due tipologie di docenza a contratto: 1) docenze “alta qualificazione” rivolte ad esperti in possesso di un significativo curriculum scientifico o professionale. Tali contratti, possono essere gratuiti o a compenso libero e possono essere attribuiti solo a chi sia dipendente di altre amministrazioni, pensionato o lavoratore autonomo (in quest’ultimo caso è previsto un reddito minimo di 40000 euro annui). 2) docenze “adeguati requisiti scientifici e professionali” rivolte a chiunque abbia i titoli per partecipare alla procedura di valutazione comparativa per l’attribuzione del contratto. Questi sono i contratti di docenza rivolti ai precari e il compenso deve essere fissato a livello nazionale dal MIUR (niente affidamenti gratuiti o a cifre simboliche, quindi). Il fine dell'ANDUC (Associazione Nazionale Docenti Universitari a contratto) è quello di favorire l'inserimento, e la tutela di una categoria "definita dalla riforma Gelmini" di altissima qualità professionale e scientifica". Gli associati, si augurano che gli Atenei possano fare un buon uso di queste figure, ormai necessarie, per la didattica universitaria, evitando inutili e superflui conflitti di competenze, che, non hanno ragione di esistere, anche, in considerazione del fatto, che "i docenti universitari a contratto - come afferma il loro Presidente nazionale professor Franco Scarpino - sono titolari della cattedra per un anno accademico (proroga max 5 anni), tengono i corsi, alla pari dei docenti strutturati, partecipano alle sedute di Laurea, seguono attentamente gli allievi anche con azioni di tutorato, sono sempre più disponibili al confronto e alla ricerca". L'ANDUC, al fine di favorire l'impiego dei docenti universitari a contratto, ha predisposto nell'area dedicata del proprio sito, www.anduc.135.it, uno spazio per la ricerca delle cattedre nei vari atenei Italiani.
(Fonte: ANDUC www.anduc.135.it 18-10-2011)