Riforma. Dipartimenti disciplinari omogenei Stampa

Il Rettore dell'Università di Firenze, Alberto Tesi, tra i presenti al convegno, spiega: "l'elemento più importante della riforma è il passaggio dalle Facoltà ai Dipartimenti, con questi ultimi che oltre alle attività di ricerca si occuperanno anche della didattica che fino ad oggi è stato tema proprio del governo delle Facoltà. Di fatto il potere accademico passa così dalle Facoltà ai Dipartimenti visto che questi diventeranno il luogo centrale per la gestione delle carriere del corpo docente e in questo tenderanno a ricordare le attuali Facoltà, e per questo non credo che l'interdisciplinarietà vi sarà all'interno di queste strutture".
"A Firenze all'interno del nuovo Statuto - prosegue - abbiamo cercato così di costituire così dei Dipartimenti disciplinari omogenei, affinché tutti i docenti di uno stesso settore stiano nello stesso Dipartimento per evitare frammentazioni e un indebolimento di quel settore. Ciò però crea dei problemi dal punto di vista della didattica che cercheremo di superare attraverso le Scuole. Ma anche dal punto di vista della ricerca vista la settorializzazione dei Dipartimenti abbiamo pensato di costituire dei centri di ricerca su tematiche che riteniamo importanti e sulla base di progetti che potranno ricevere dei finanziamenti".
Il Rettore di Firenze insiste su questa linea: "Ogni scelta presenta dei vantaggi e degli svantaggi, noi abbiamo creato un sistema che gestisce al meglio le carriere e pone le basi perché un certo settore scientifico-disciplinare si mantenga e dia garanzie per esprimere la miglior didattica e ricerca".
(Fonte: C. Auletta, pisanotizie.it 10-09-2011)