Borse di studio di 10.000 euro solo su base meritocratica Stampa
Grazie alla riforma Gelmini, a partire dal 2012 i maturati che abbiano conseguito una valutazione di almeno 80/100 potranno partecipare a un esame su base regionale che a fine luglio metterà in palio borse da 10.000 euro cofinanziate dallo stato, dall'Unione europea e da privati. C'è da benedire l'iniziativa per due motivi almeno, che ribaltano la tradizionale concezione degli studi universitari in Italia. Le borse saranno rinnovate di anno in anno solo a chi supererà gli esami del proprio ateneo con una certa fretta e mantenendo la media del 27; ma soprattutto saranno assegnate sull'esclusiva base del merito, indipendentemente dall'ostico bilancino della distribuzione in base al reddito familiare. Significa responsabilizzare l'alunno dando allo studio di elevata qualità il valore pecuniario e morale di una professione, in cui viene pagato chi rende indipendentemente dall'evenienza che sia figlio della piccola fiammiferaia o di Paperon de' Paperoni. Inoltre le borse di studio saranno vincolate alla scelta di avventurarsi a studiare fuori sede: così da un lato si cerca di arginare la sperequazione dei vantaggi logistici, abitualmente tutta a favore di chi resta attaccato ai genitori; dall'altro lo stato si sforza finalmente di distinguere il grano dal loglio, gli studenti che emigrano perché hanno individuato con cognizione di causa un bel corso di laurea, o un docente per seguire il quale vale la pena di attraversare l'Italia, da quelli che vanno via da casa per bivaccare sul conto di mamma e papà.
(Fonte: A. Gurrado, Il Foglio 31-08-2011)