Modelli e parametri per la valutazione Stampa

Nell’incontro “Quale assetto organizzativo per le università italiane?”, organizzato all’Università di Catania è intervenuta anche Fiorella Kostoris, membro dell’ANVUR. «Non esistono in Europa modelli dominanti. Nell’estrema varietà di modi in cui affrontare la governance, c’è una correlazione tra il modo in cui si fa valutazione e quello in cui si fanno ricerca e didattica» ha affermato. «Sarebbe utile separare la valutazione della didattica da quella della ricerca, come avviene in Inghilterra. L’unico paese in cui c’è un’agenzia simile all’Anvur è la Francia (con l’Aeres, Agence d'évaluation de la recherche et de l'enseignement supérieur). Il sistema inglese – ha proseguito – somiglia a quello statunitense, ma la valutazione della ricerca in Inghilterra è affidata ad un’agenzia molto forte e centrale, mentre negli Usa il giudizio è affidato al mercato stesso. Niente a che vedere con un organismo che valuta dall’alto. Da noi un sistema di valutazione all’americana non sarebbe possibile, quindi dobbiamo far funzionare al meglio l’Anvur». Un punto molto importante è rappresentato dai parametri che saranno utilizzati per la valutazione: «le regole che dovrebbero essere utilizzate sono note da qualche tempo, dal 2004, poiché al momento sono le stesse del Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) numero 2. Se dovessimo cambiare questi parametri, dovremmo perdere tempo per trovarli e farli conoscere. Spero, dunque, che con i colleghi dell’Agenzia raggiungeremo un accordo». «Costi e tempi della valutazione sono fondamentali» ha continuato Kostoris, con un avvertimento: «se la distribuzione dei fondi seguirà il modello anglosassone, in cui solo il 50% “migliore” dei valutati riceve fondi, con un Ffo in caduta libera avremo una serie di situazioni preoccupanti». Kostoris ha anche inserito nel suo ben documentato intervento questa affermazione: «L’Anvur non dovrà limitarsi alla valutazione delle università. Tra i compiti dell’Agenzia c’è pure quello di valutare il Ministero». E questa è sembrata soprattutto una promessa.
(Fonte: http://www.step1.it/index.php?id=6931-call-me-responsable 28-03-201)