Quindici università italiane in una classifica di élite sulla ricerca Stampa
Una recente indagine, la più complessa finora prodotta, è stata concepita utilizzando il sistema bibliometrico messo a punto nel prestigioso istituto Karolinska di Stoccolma; in essa si valutano i prodotti di ricerca di circa 5mila università di 87 paesi del mondo. Nella graduatoria che ne è sortita, 310 università risultano avere superato il livello "alto" di 5mila prodotti di ricerca nel periodo 2003-2007: fra queste, 108 atenei statunitensi, 30 tedeschi, 25 inglesi, 20 canadesi, 15 italiani, 12 spagnoli e a seguire giapponesi e olandesi (11), francesi (9), australiani e svedesi (8), eccetera. Certamente la presenza in questa classifica di élite di ben 15 università italiane pone la nostra ricerca in una posizione superiore alla maggior parte dei Paesi europei, eccezion fatta soltanto per Germania e Gran Bretagna. E se è vero che i nostri atenei si collocano tra il 207° e il 296° posto, è altrettanto vero che confrontando i dati delle 310 università di élite, e ponderandoli in relazione alla quota di Pil che i singoli paesi destinano a università e ricerca, il primo dei nostri atenei in questa graduatoria, e cioè l'Università di Torino, scalerebbe la classifica fino a portarsi ai primissimi posti, al di sopra anche di atenei come Oxford o Barcellona e a ridosso dell'École Polytechnique di Losanna. Un progresso proporzionale analogo varrebbe ovviamente anche per le altre 14 università italiane. Dunque, le classifiche valgono soltanto in funzione dell'omogeneità di tutti i parametri considerati e tenendo rigorosamente conto delle variabili che influenzano il funzionamento e quindi la qualità dei diversi atenei. È già di per sé straordinario che i ricercatori universitari italiani siano in Europa al terzo posto per produttività scientifica mentre l'Italia si colloca a uno degli ultimi posti per quota di finanziamento della ricerca in relazione al Pil.
(E. Pelizzetti, Il Sole 24 Ore 30-12-2010)