La riforma universitaria in Gran Bretagna Stampa
Il governo britannico è pronto a varare la preannunciata riforma dell'università che prevede fra l'altro la liberalizzazione delle tasse, la fine dei finanziamenti a fondo perduto del governo agli atenei così come di molte altre forme di finanziamento, fra cui i prestiti a interesse zero, sostituiti da prestiti restituibili anche in trent'anni (non più solo 25). Le rette sono destinate a raddoppiare in media, e un corso di tre anni potrà arrivare a costare fino a 36mila sterline. Viene infatti abolito il tetto attuale di 3,290 sterline l'anno, limite delle rette che ogni ateneo era tenuto a rispettare. Gli atenei dovranno introdurre tasse di almeno settemila sterline l'anno, solo per recuperare la perdita inflitta dai finanziamenti pubblici, si calcola. I laureati delle università più prestigiose potrebbero terminare il loro ciclo di studi con debiti di 50mila sterline. Gli atenei dovranno pubblicare statistiche sul numero delle lezioni e dei docenti, oltre che "carte dei diritti degli studenti", e saranno stimolati a pubblicizzare le loro attività per attrarre nuove matricole. Verranno facilitati gli studenti part time che lavorano e studiano contemporaneamente. Il sistema dei prestiti per lo studio prevede attualmente il rimborso del 9 per cento per salari superiori a 15mila sterline l'anno. Lord Browne raccomanda che questa cifra salga a 21mila sterline. Saranno mantenuti i finanziamenti pubblici solo per alcune materie, come quelle scientifiche, tecnologiche, medicina, infermieristiche, alcune lingue. (l’occidentale 12/10/2010)