Università: ok del Senato alla riforma Gelmini. Ecco che cosa prevede Stampa

L'aula del Senato ha dato il via libera al ddl Gelmini che riforma l'università' italiana. Il testo approderà alla Camera a ottobre e dovrebbe essere approvato definitivamente entro fine anno.

Il provvedimento e' composto da 22 articoli e sono stati oltre 400 gli emendamenti esaminati dall'aula, 80 quelli della maggioranza. Questi i punti principali del ddl: LINEE ISPIRATRICI. Il provvedimento riforma l'intero sistema universitario affermando il principio che l'autonomia delle università deve essere coniugata con una forte responsabilità: finanziaria, scientifica, didattica. Le università sono autonome ma risponderanno delle loro azioni.

FINANZIAMENTI IN BASE A QUALITA'. Se le università saranno gestite male riceveranno meno finanziamenti. I soldi dunque saranno dati solo in base alla qualità con la conseguente cessazione dei finanziamenti a pioggia. Nella stessa ottica, si riforma il reclutamento del personale e si riforma la governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza.

GESTIONE FINANZIARIA. Viene introdotta la contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra MiUR e Tesoro. I bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio.

Inoltre, vi sarà il commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario.

RETTORI A TEMPO DETERMINATO. Limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Come e': oggi ogni università decide il numero dei mandati. Come sarà: un rettore non potrà rimanere in carica per più di 8 anni, con valenza retroattiva. Per un massimo di due incarichi di quattro anni ciascuno.

ADOZIONE DI UN CODICE ETICO. Oggi non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell'amministrazione. Il provvedimento prevede un codice etico per evitare incompatibilità, conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del ministero.

RIORGANIZZAZIONE INTERNA DEGLI ATENEI. Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro.

ATENEI POTRANNO AGGREGARSI. Possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili. Come e': oggi università vicine non possono unirsi per razionalizzare e contenere i costi. Come sarà: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.

ABILITAZIONE NAZIONALE. Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all'ordinariato. L'abilitazione e' attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.

In particolare sono previsti: commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri; cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore al fine di evitare lunghe attese e incertezze; attribuzione dell'abilitazione, a numero aperto, sulla base di rigorosi criteri di qualità stabiliti con Decreto Ministeriale, sulla base di pareri dell'Anvur (Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e del Cun (Consiglio Universitario Nazionale); distinzione tra reclutamento e progressione di carriera: basta con i concorsi banditi per finta solo per promuovere un interno. Entro una quota prefissata (1/3), i migliori docenti interni all'ateneo che conseguono la necessaria abilitazione nazionale al ruolo superiore potranno essere promossi alla luce del sole con meccanismi chiari e meritocratici. E ancora: messa a bando pubblico per la selezione esterna di una quota importante (2/3) delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata; procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia.

VALUTAZIONE ATENEI. Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Ci sarà l'obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie e la valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur.

OBBLIGO DOCENTI DI CERTIFICARE PRESENZA. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti.

SCATTI STIPENDIALI SOLO AI PROFESSORI MIGLIORI. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attività' di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.

ACCESSO AI GIOVANI STUDIOSI. Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica.

In particolare, sono previsti: la revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani; la revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele con aumento degli importi; l'abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti; la nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure professionali di alto livello; la riforma del reclutamento con l'introduzione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3).

DOPO SEI ANNI O ASSUZIONE O CESSAZIONE LAVORO RICERCATORI.

Il termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l'università' maturando però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre il provvedimento abbassa l'età' in cui si entra di ruolo in università da 36 a 30 anni con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100. E ancora: chiarificazione delle norme sul collocamento a riposo dei docenti e valutazione complessiva delle politiche di reclutamento degli atenei ai fini della distribuzione del Fondo di Finanziamento Ordinario.

DIRITTO ALLO STUDIO E AIUTI PER STUDENTI MERITEVOLI.

Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.

MOBILITA' PERSONALE NEGLI ATENEI. Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei perché un sistema senza mobilità interna e' un sistema non moderno e dinamico.

5 ANNI ASPETTATIVA. Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

DISTINZIONE DI FUNZIONI TRA SENATO E CONSIGLIO AMMINISTRAZIONE. E' prevista una distinzione netta di funzioni tra Senato e Consiglio d'Amministrazione, il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CDA ad avere la responsabilità chiara delle spese, delle assunzioni e delle spese di gestione anche delle sedi distaccate.

CDA NON SARA' ELETTIVO E STUDENTI IN ORGANI GOVERNO. Il Consiglio di Amministrazione non sarà elettivo, ma fortemente responsabilizzato e competente, con il 40% di membri esterni. Il presidente del Cda potrà essere esterno.

E' prevista la presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.

DIRETTORE GENERALE AL POSTO DELL'AMMINISTRATIVO. Viene introdotto un direttore generale al posto del direttore amministrativo. Oggi il direttore amministrativo e' spesso un esecutore con ruoli puramente amministrativi, in futuro il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come vero e proprio manager dell'ateneo.

NUCLEO VALUTAZIONE A MAGGIORANZA ESTERNA. Il nucleo di valutazione d'ateneo sarà a maggioranza esterna. Come e': molti nuclei di valutazione sono oggi in maggioranza composti da docenti interni. Come sarà: il nucleo di valutazione dovrà avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.

STUDENTI VALUTERANNO I PROFESSORI. Gli studenti valuteranno i professori e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero.

RIDUZIONE SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI. Vengono ridotti i settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore).

Come e': ogni professore e' oggi rigidamente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso molto piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. Come sarà: saranno ridotti per evitare che si formino micro - settori, che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.

GELMINI, ''EVENTO EPOCALE. L'ITALIA TORNA A SPERARE''.

''Voglio esprimere grande soddisfazione per l'approvazione del ddl sull'università'. Si tratta di un evento epocale che rivoluziona i nostri atenei e che permette all'Italia di tornare a sperare''. Lo afferma il ministro dell'Istruzione, dell'Università' e della Ricerca, Mariastella Gelmini, dopo il via libera del Senato al ddl che riforma l'università' e che dopo l'estate approderà alla Camera.

''L'università - spiega Gelmini - sarà più meritocratica, trasparente, competitiva e internazionale. Il ddl segna la fine delle vecchie logiche corporative: sarà premiato solo chi se lo merita. L'approvazione di questo provvedimento costituisce la base per il rilancio del sistema universitario italiano, finalmente si potrà competere con le grandi realtà internazionali''.

''E' importante che una parte dell'opposizione, come Rutelli e l'Api - conclude il ministro - abbia votato a favore del provvedimento. Questa e' la dimostrazione che, sui grandi temi del riformismo, maggioranza e opposizione possono lavorare insieme per modernizzare il Paese''.