FINANZIAMENTO DEGLI ATENEI. CONSIDERAZIONI SUL NUOVO METODO DI RIPARTIZIONE IN BASE AL COSTO STANDARD PER STUDENTE Stampa

Il Costo Standard per studente in corso è il nuovo metodo di ripartizione dei finanziamenti alle università statali, introdotto dalla riforma Gelmini (legge 240/2010) e adottato per la prima volta quest’anno per allocare una percentuale pari al 20% della quota base del Fondo di Finanziamento Ordinario. Esso è garantito agli atenei appunto solo in relazione agli studenti in corso, definiti come gli studenti regolarmente iscritti nell’Ateneo da un numero di anni complessivi non superiore alla durata normale del corso frequentato (peso pari a 1), mentre gli studenti iscritti part-time sono considerati in relazione alla maggiore durata normale del loro percorso e con peso pari a 0,5. L’intento proferito dal Ministro è quello di eliminare la spesa storica, verso una ripartizione dei fondi che tenga conto delle effettive spese degli atenei. Il calcolo del costo standard tiene conto di cinque fattori (Vedi il testo integrale dell’articolo).
Dalla
tabella pubblicata da Roars emerge che alcuni atenei perderanno molto del loro finanziamento (con punte del 25% ad esempio a Siena). Molti, anche se ad onor del vero non tutti, tra gli atenei in perdita si concentrano nel Centro–Sud: Sassari, Cagliari, Messina, Macerata, Palermo sono alcuni esempi. Con una valutazione superficiale, si potrebbe dire che i fondi che si stanno tagliando a questi atenei non corrispondono a loro effettive esigenze di spesa, e che quindi questo decurtamento non dovrebbe causare loro danni reali a patto che essi siano in grado di riorganizzare le proprie risorse.
La riflessione da attuare è però più ampia. Negli ultimi anni gli stravolgimenti in materia di finanziamenti all’università sono stati di grossa portata. L’inserimento di un meccanismo di premialità – i cui indicatori tra l’altro cambiano ogni anno, impedendo quindi una reale programmazione degli atenei – il cui peso aumenta sempre più velocemente rischia di sommarsi con conseguenze drammatiche al nuovo provvedimento sul Costo Standard. Molti atenei potrebbero subire un taglio dei fondi eccessivo rispetto alle possibilità di riorganizzazione in tempi brevi della propria struttura. Senza contare che il parametro sulla dotazione di personale docente non tiene conto del pesantissimo blocco del turn over che ha colpito in modo molto difforme gli atenei.
Un taglio delle risorse statali in parecchi casi superiore al 10% porterà alcuni atenei a dover effettuare un notevole contrazione dell’offerta formativa. L’inserimento del Costo Standard non condurrà semplicemente alla ‘buona gestione’ dei finanziamenti, ma comporterebbe la scelta di ridimensionare notevolmente gli atenei a bassa attrattività oppure quelli che non hanno saputo organizzare ‘adeguatamente’ le loro risorse. Ma allora viene spontaneo chiedersi: possiamo davvero permetterci di disinvestire così pesantemente in alcuni atenei? Forse sarebbe il caso di valutare più attentamente ciò che se ne produrrebbe in termini di impatto sociale e culturale sia per gli studenti che li frequentano sia per il territorio in cui sono inseriti.
(Fonte: C. Chiocchetta, Roars 30-12-2014)