RICERCATORI. CHE COSA NE PENSA UNO DEI “SAGGI”, MARIO MAURO Stampa

Una delle questioni su tavolo da molti anni è quella dei ricercatori, di chi fa ricerca all’interno degli istituti e delle università. Su questo cosa ci può dire?

Innanzi tutto mi pare fondamentale l’esigenza di incoraggiare l’apertura dell’università ai giovani. Occorre in questo senso unificare le varie figure dei contrattisti in un’unica figura di ricercatore a contratto, dotato sì di tutela previdenziale, ma favorendo altresì la destinazione di specifiche ricerche al reclutamento di ricercatori giovani. Ritengo in questo senso che siano le università a dover decidere se servirsi di ricercatori a contratto o a tempo indeterminato, perché questa decisione investe direttamente lo spazio di autonomia e, quindi, di come queste intendono organizzare la ricerca nei propri atenei. Personalmente, infatti, io ritengo un errore la completa eliminazione del professori a contratto, che rischierebbe di far perdere utili esperienze professionali al mondo dell’università. Il meccanismo, ad esempio, di una libera docenza nazionale per soddisfare esigenze di questo tipo rischierebbe di essere particolarmente farraginoso. Un punto centrale, da cui non voglio sfuggire, è comunque quello di incrementare i finanziamenti per le università. Occorre quindi aumentare i finanziamenti privati all’insegna del principio “niente tasse sulla ricerca”. E tuttavia, fino a quando rimarranno ai livelli più bassi tra i paesi OCSE, lo stato nel nostro paese dovrà fare la sua parte. La ricerca, inoltre, va liberata da quelle pastoie burocratiche e dai tempi lunghissimi per ottenere i finanziamenti. Avere risorse dopo un anno dalla richiesta in questo settore è un non-senso. A fronte quindi di un incremento di finanziamenti privati, appare senz’altro ragionevole che lo stato si faccia carico di sostenere la ricerca anche nel campo addirittura delle scienze umane, destinate verosimilmente essere più trascurate dalle imprese. Io credo che una seria competizione non si possa fare, peraltro, quando molti atenei Italiani sono sull’orlo del dissesto finanziario e questo, purtroppo, è un tema oscurato purtroppo in troppe analisi.
(Fonte: da un’intervista a Mario Mauro rilasciata a Radio Radicale e riportata su roars 01-04-2013)