UNA VALUTAZIONE DELLA RIFORMA DEL PRE-RUOLO. MINISTRO UR: NO AI CONTRATTI, IN VISTA LA PROROGA DEGLI ASSEGNI DI RICERCA Stampa

Il coordinamento nazionale Re-Strike scrive una lettera aperta in cui valuta la riforma del pre-ruolo.
Le novità della "riforma" consistono nella sostituzione degli assegni di ricerca con i cosiddetti "contratti di ricerca", e nell'accorpamento delle figure a tempo determinato RTD-A e RDT-B in un'unica figura RTT (Ricercatore Tenure Track). Il neo contratto di ricerca è un contratto di lavoro subordinato, con tutte le corrispondenti tutele (ferie, malattie, tredicesima e la più ricca Naspi come sussidio di disoccupazione al posto della Dis-coll). Inoltre, anche l'importo dello stipendio dovrebbe essere leggermente più elevato rispetto all'importo minimo degli attuali assegni di ricerca (invece di poco più di 1.400 euro 1.600 euro al mese, soggetto alla contrattazione collettiva) e la durata minima pari a due anni (invece di un anno). Il contratto di ricerca rappresenta pertanto un importante passo in avanti in termini di diritti (come rivendicato da chi ha lavorato attivamente all'approvazione della riforma fornendone addirittura la copertura politica).
Questi nuovi contratti, essendo più dignitosi, ovviamente costano di più. Per attivare un assegno di ricerca annuale l'Università doveva prevedere una spesa di circa 25.000 euro lordi, mentre per un neo-contratto di ricerca biennale (rinnovabile ed estendibile fino a 5 anni), ne serviranno più di 80.000 lordi. E la riforma non solo è a costo zero, ma esplicitamente vieta agli atenei una spesa superiore alla media degli ultimi tre anni per questi neo-contratti di ricerca. Il risultato è che delle attuali figure di assegnista una porzione importante (almeno un terzo) rischia l'espulsione, e un'altra quota consistente sarà declassata verso le borse per attività di ricerca prive di ogni tutela, o verso contratti di collaborazione occasionale.
Dopo l'approvazione del dl 36 il periodo transitorio durante il quale si potranno ancora bandire i "vecchi" assegni è pari a sei mesi. Ma nella discussione su Comunicazioni del ministro dell'UR sulle linee programmatiche del suo Dicastero alle Commissioni congiunte 7a Senato e VII Camera, il ministro ha manifestato la volontà di prorogare ulteriormente gli assegni di ricerca. Il ministro ha affermato: "Sul contratto di ricerca non sono d'accordo su com'è stato fatto. Così com'è non può essere applicato, quindi intanto proroghiamo l'esistente (gli assegni di ricerca), poi vediamo". Dichiarata intenzione di non applicare il dl 36 sul contratto di ricerca sostitutivo degli assegni di ricerca.
Il segretario di Flc Cgil Francesco Sinopoli: "Il ritorno all'assegno di ricerca riconsegna alla precarietà senza diritti generazioni di giovani ricercatori, scaricando la scarsità di risorse sulle spalle dei più deboli e dei meno garantiti". Il senatore Verducci sull'intenzione del ministro UR di non applicare il dl 36 sul contratto di ricerca: "Occorre aumentare le risorse e superare la clausola di invarianza finanziaria imposta dalla ragioneria. La riforma va finanziata. Chiederemo in legge di bilancio 200 milioni l'anno per finanziare una riforma che è prevista dalle missioni del Pnrr".
(F: dinamopress.it 15.10.22; corruniv 15.10.22)