RICERCATORI. A PARITÀ DI SPESA E CON IL DOPPIO DEI COSTI, OGNI UNIVERSITÀ POTRÀ RECLUTARNE LA METÀ Stampa

Molti ricercatori italiani hanno timore delle nuove riforme previste per l'Università. Tra le massime esponenti c'è l'immunologa Antonella Viola che ritiene che la riforma dell'Università in approvazione rischia di affossare in maniera irreparabile la ricerca scientifica pubblica nel nostro Paese. Secondo la sua analisi, i rischi della riforma sono maggiori dei benefici e tra i più colpiti ci saranno i giovani. I ricercatori che partecipano ai progetti hanno assegni dal costo di circa € 24 mila annui, ma con la nuova riforma si arriverà a contratti di ricerca da € 52 mila l'anno. Aumento che però lascia invariati i finanziamenti alla ricerca, già bassi e vittime di continui tagli, nonché gli stipendi dei ricercatori. La riforma (modifiche al DDL n. 2598), infatti, prevede che potranno essere reclutati giovani ricercatori solo per una spesa complessiva non superiore a quella utilizzata nell'ultimo triennio. "Questo significa che, a parità di spesa e con il doppio dei costi, ogni università potrà reclutare la metà dei ricercatori. Per assurdo, i vincitori dei bandi europei – conclude l'immunologa – potrebbero trovarsi nell'impossibilità di offrire posizioni, nonostante la disponibilità economica". (F: A. Viola, younipa 30.06.22)