SMART WORKING PROMOSSO DAGLI ITALIANI: LA RICERCA DEL CNR Stampa

Indagine Obiettivo benessere, realizzata dal Gruppo di lavoro Benessere organizzativo, salute e sicurezza del Comitato unico di garanzia (Cug) del CNR. Il giudizio complessivo sul lavoro agile è molto buono, attestandosi su un valore medio di 8,17/10. Oltre la metà dei dipendenti ritiene che debba praticarsi solo alcuni giorni a settimana. Propende per il lavoro in presenza il 18% di chi ha un titolo di studio inferiore alla laurea e solo il 5% di chi ha figli piccoli (fino a 6 anni) e il 15% dei genitori di ragazzi di età > 12 anni. Preferisce lavorare sempre dalla propria sede il 17% del personale tecnico, l'11% di quello amministrativo, l'11% dei ricercatori e il 5% dei tecnologi. 4/10 non hanno riscontrato differenze circa l'impegno, e ca. 1/10 afferma di aver lavorato meno in modalità agile.
La metà dei dipendenti ha inoltre dichiarato di aver lavorato di più in remoto che in sede. In modalità agile sono le donne ad aver lavorato più degli uomini (54% contro il 44% degli uomini), mentre non sono state rilevate differenze significative in relazione all'età, al titolo di studio e alla sede lavorativa. Il 47% attraverso il lavoro agile ha registrato anche un incremento di produttività, che ha interessato sempre più le donne (49% contro il 44,5% degli uomini). Ad evidenziare una riduzione della produttività è stato invece solo il 12% dei dipendenti. La ricerca ha approfondito i vantaggi del lavoro a distanza. Il risparmio di tempo legato agli spostamenti è per l'82% una conquista importante. Altri sottolineano la migliore conciliazione tra oneri lavorativi e vita privata (77%) e l'autonomia gestionale (48%). Tuttavia, probabilmente in assenza di una regolamentazione, si sono evidenziate anche talune difficoltà: disagi di comunicazione e coordinazione con colleghi e colleghe (41%), eccessiva reperibilità e mancato diritto alla disconnessione (33%), esclusione dal flusso di informazioni (31%) e solitudine (30%). (F: AISE maggio 2022)