NELLA CORSA GLOBALE AL DIGITALE UN’OCCASIONE DA NON PERDERE, GLI ITS Stampa

La digitalizzazione delle imprese passa dal capitale umano. Le imprese italiane sono poco digitalizzate e anche quando presenti le tecnologie producono bassi rendimenti. Molto dipende da scarsa qualità del capitale umano di lavoratori e manager. E ciò influenza anche l'efficacia degli incentivi pubblici. Gli ITS (Istituti tecnici superiori) nati nel 2010, sono la vera novità del sistema educativo e formativo in Italia e rappresentano oggi un vero asse per lo sviluppo del sistema industriale anche per la ricerca applicata, la prototipazione, la formazione continua, i servizi alle imprese. Attualmente in Italia ci sono 104 fondazioni ITS con 16mila allievi.
«In Italia abbiamo un problema enorme e per certi paradossale: siamo un Paese con una disoccupazione giovanile molto alta ma le nostre aziende non trovano quei profili tecnici con quelle competenze specialistiche di cui hanno bisogno. L'ITS (Istituto tecnico superiore) nasce proprio per risolvere questo problema», spiega Roberto Sella, dirigente generale del Rizzoli, istituto nato nel 2010 che è stato tra i primi istituti tecnici superiori in Italia. Il percorso prevede numerosi contatti con le aziende. Come spiega Sella, gli insegnamenti sono concordati con le imprese, loro rappresentanti sono presenti alle selezioni degli studenti (sono a numero chiuso) così da scegliere fin da subito figure che poi saranno utili in azienda. Gli esperti delle aziende poi fanno lezione in aula, i ragazzi hanno subito a disposizione dei computer e vengono lanciati nel mondo digitale non appena varcano la soglia della scuola. Insomma, una miscela di sinergie scuola-lavoro e di insegnamenti innovativi che punta a colmare un divario sempre più ampio, un gap che rischia di lasciare indietro i ragazzi del nostro Paese nella corsa globale al digitale. (F: A. Lana, CorSera 22.04.22)