LIBERTÀ DI CONDURRE LA RICERCA SCIENTIFICA, INSEPARABILE DALLA RESPONSABILITÀ CHE OGNI SAPERE COMPORTA Stampa

La figura della libertà intesa come "libertà da", cioè come autonomia e indipendenza da qualsiasi auctoritas che non sia quella accademica è uno dei tratti caratteristici della fondazione delle università moderne. L'ambito universitario, originariamente inteso come luogo di ricerca, d'apprendimento e di insegnamento da parte di coloro che si impegnano nel libero confronto pubblico per raggiungere la verità, necessita di una vera libertà anche rispetto a ogni forma di pregiudizio e discriminazione, compresa quella di natura religiosa.
Storicamente, la libertà di pensiero e opinione che rivendicava il neonato ateneo patavino (UniPd) era originariamente indirizzata nei confronti della sede universitaria di Bologna, dove l'autorità civile del Comune si confondeva con quella ecclesiastica, esercitando controlli e pressioni sulle corporazioni studentesche. L'appello alla libertà di ricerca si carica di ulteriori significati in epoca moderna, non senza vicende dolorose come il celebre "caso Galileo", la cui condanna fu riconosciuta esplicitamente come "errore" solo il 31 ottobre 1992 nel celebre discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti alla Sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze.
Le celebrazioni dell'Ottocentenario dell'Università di Padova (1222-2022), lungi dall'esaurirsi nell'ambito dei cerimoniali, rappresentano un'occasione opportuna per riflettere – certamente senza ingenue idealizzazioni dell'ambiente universitario – sul tema della libertà di condurre la ricerca scientifica, inseparabile dalla responsabilità che ogni sapere comporta. (F: padovanews 20.10.21)