FARE RICERCA ALL’ESTERO. LA SCELTA DI LASCIARE O NON IL PROPRIO LABORATORIO O REPARTO È UN INTERROGATIVO PER MOLTI DOTTORANDI E POST-DOC Stampa

Fare il proprio dottorato all'estero (o almeno una parte di esso) permette di espandere la rete di propri contatti al di fuori del proprio paese d'origine. Non si tratta di annotare qualche numero di telefono in più nella propria rubrica telefonica, ma di tessere relazioni e opportunità di crescita intellettuale tra la corte di colleghi della propria età e anche più senior. Chi viaggia dimostra passione e volontà di adattarsi a nuovi sistemi, e questa attitudine favorisce l'accoglienza e "accende" l'empatia. Costruire una solida rete di colleghi permette di accedere a diversi progetti, esperienze di lavoro e opportunità di ricerca che rendono la propria agenda più ampia e variegata. Le attività così iniziano ad espandersi e moltiplicarsi.
Andando all'estero, ci si apre a un'esperienza completamente nuova, che può finire per diventare parte di un percorso non pianificato al momento della partenza. La maturazione professionale in contesti che accolgono giovani ricercatori stranieri è sorprendentemente veloce, in particolare se comparata alle dinamiche italiane, dove si necessita spesso di tempo per scalare le gerarchie. Questa flessibilità si può concretizzare in proposte lavorative da parte dell'ente o accademia dove si è "atterrati", o nella possibilità di vincere una selezione in altre istituzioni. Spesso è proprio l'esperienza internazionale la chiave di volta che apre a nuove strade. Chi inoltre possiede un'indole più audace, nel viaggio può trovare un ottimo bilanciamento tra mondo accademico e senso di avventura, scoprendo maggiormente sé stessi e le proprie capacità.
In diversi contesti culturali il "viaggio" non è un'opportunità relegata all'età specificatamente dedita all'apprendimento. In molti paesi Europei e negli Stati Uniti, professori con molti anni di carriera alle spalle spendono periodi all'estero con regolarità. Ogni 5 o 10 anni hanno l'opportunità di fare un sabbatico, ovvero un periodo di studio ospitati da una struttura estera. L'assunzione di fondo è che i benefici culturali e sociali che offre un lasso di tempo all'estero possono giovare non solo in età più giovane, ma ripetersi a ogni tempo della vita. Imparare a sfruttare le opportunità offerte da contesti diversi diventa quindi qualcosa che si può ripercorrere e replicare. (F: L. Moja, scienzainrete 19.12.21)