RECLUTAMENTO DEI PROFESSORI ORDINARI E DEI RICERCATORI RTD(B) Stampa

Un recente studio Svimez segnala che difficoltà, in termini di immatricolazioni, reclutamento e capacità di intercettare fonti di finanziamento ordinarie e straordinarie, sono state amplificate dalla dinamica centro-periferia che ci restituisce un "centro" sempre più in grado di attrarre capitale fisico e capitale umano di qualità e una "periferia" in ritardo a causa dei divari infrastrutturali, dei gap territoriali di ricchezza e occupazione, della stagnazione demografica. Nell'accezione di "periferia" si includono anche variabili di carattere socioeconomico e non solo quelle squisitamente geografiche. Il meccanismo di determinazione dei limiti assunzionali è fondato, almeno in parte, su criteri (come il rapporto spese fisse/entrate) indirettamente ricollegabili, per la parte relativa alle entrate, a elementi che caratterizzano lo squilibrio centro-periferia, quali il numero di immatricolati e il reddito medio delle famiglie.
Per quanto riguarda il reclutamento nel 2020, il sistema ha premiato maggiormente gli atenei del "centro" a discapito di quelli della "periferia". Infatti, per ogni professore ordinario andato in pensione, il Politecnico di Milano ha potuto assumere fino a 2,45 ordinari, Torino 1,4, Bologna 1,39, Milano Statale 1,15, Napoli Federico II 0,97, mentre Genova 0,71, Pisa 0,64, Bari 0,81, Messina 0,68, Catania 0,59 e Palermo 0,71.
La tabella riporta: i) il numero di ricercatori Rtd(b) reclutati nel periodo 2015-2019 (dati MUR regionalizzati); ii) il numero di Rtd(b) reclutati ogni 10 mila abitanti; iii) un indicatore relativo alla qualità della ricerca (indicatore Iras1) calcolato dall'ANVUR su sedici Aree, pesati con i pesi di Area e regionalizzato (per regionalizzare il dato si è applicata una media ponderata considerando il numero di iscritti delle triennali per anno) in relazione ai risultati VQR 2004-2014.
Come si evince, l'Italia ha reclutato nel periodo 2015-2019 in media 2,12 Rtd(b) ogni 10mila abitanti. Trentino, Emilia-Romagna e Toscana hanno rispettivamente 3,49, 3,18 e 3,06 ricercatori e, in fondo alla classifica, Basilicata con 0,83, Calabria con 0,91 e Puglia con 1,01 ricercatori ogni 10 mila abitanti. (F: G. Pignataro e G. Vecchione, lavoce.info 11.11.21)