DOCENTI E ATTIVITÀ DIDATTICHE. Professori anziani e attività didattiche affidate a figure diverse dai docenti Stampa

Nell'università italiana i professori con almeno 50 anni d'età sono più della metà: il 55,6% del totale. E' la quota più elevata in assoluto tra i Paesi dell'Ocse, quelli industrializzati. Volendo restringere il paragone ai principali stati dell'Unione europea, in Germania questo rapporto è pari al 26,9%, in Olanda al 32,7, nel Regno unito al 40,3, in Spagna al 44,2 e in Portogallo al 44,5%. I docenti con meno di 30 anni sono lo 0,8% del totale. Siamo penultimi, davanti solo alla Slovenia. In Spagna la percentuale è del 4%, in Portogallo del 3,8. Guardiamo con il binocolo alla Germania (24,6%), alla Norvegia (19,8), all'Olanda (17,9). I trentenni sono il 13,5% del totale, ma restiamo in coda alla classifica prima della Slovenia (11,8%), di molto sotto alla Germania (30%), all'Olanda (28,2%), al Regno Unito (24%), alla Spagna (19,8) e al Portogallo (19,2 per cento). Dal 1988 al 2017, il numero delle docenti è passato da 26 a 38%. In valori percentuali, dal 2008 al 2017, la presenza femminile è salita, tra i professori ordinari, dal 19 al 23%; tra i professori associati, dal 34 al 37,5%; tra i ricercatori a tempo indeterminato, dal 45 al 48%. Gli studenti universitari rispetto ai loro docenti sono molti: in Italia il rapporto è del 20,3, superiore a Germania (12), Spagna (12,3), Portogallo (14,3), Regno Unito (15,4) e Francia (16,8); inferiore al Belgio. Ma quanti vanno in pensione? La stima del ministero parlava di 1.363 docenti per il 2021 e di 1.030 per il 2022.
Rileva il ricorso, sempre più frequente, a figure diverse dai docenti di ruolo per coprire le attività didattiche. La categoria più rappresentata è costituita dagli assegnisti di ricerca (l'importo minimo annuo per loro è di meno di 20 mila euro): nel 2019 erano 13.930 con un incremento del 3% rispetto al 2013. E, al contrario di quanto si possa pensare, gli assegnisti non sono così giovani: l'età media, nel 2017, era di 34,5 anni. Se nel 2013 quelli under 40 erano l'87% del totale, nel 2017 sono diventati l'82%. Negli atenei non statali i docenti a contratto (che guadagnano tra 25 e 100 euro l'ora di insegnamento) costituiscono il 68% del totale del personale impiegato in attività didattiche, mentre negli atenei statali questo valore si attesta intorno al 28%. (F: Commissione cultura della Camera; V. Giannoli, C. Zunino, La Repubblica 05.10.21)