CORTE DEI CONTI: DOSSIER RICERCA, FONDI 2007-2011 GESTITI MALE Stampa

La relazione, pubblicata il 17 aprile, valuta la qualità e l'efficienza della spesa nel settore, dando un giudizio negativo sull'operato del quinquennio 2007-2011. “Il complesso delle risorse umane e finanziarie appare insufficiente”, scrivono i magistrati dei fondi assegnati alla ricerca. Ad acuire il problema la cattiva amministrazione di queste già scarse risorse. La Corte dei Conti è giunta alle sue conclusioni dopo aver ascoltato MiUR e Mef e dopo aver esaminato la documentazione contabile relativa al settore d'interesse. Il primo punto della gestione a essere stato bacchettato riguarda il mancato adeguamento delle risorse investite nella ricerca scientifica agli impegni assunti in sede europea. L'Unione vorrebbe che a questo settore fosse destinato il 3% del Pil, con una grossa fetta a carico dei privati, mentre l'Italia è scesa a poco più dello 0,5%.
Partendo dai metodi di finanziamento, essi appaiono ancora molto frammentari ed eterogenei, non evitano la sovrapposizione di competenze, con un conseguente spreco. L'obiettivo, invece, è quello di attribuire alla ricerca un bilancio consolidato. Per la scelta dei progetti la Corte dei Conti chiede maggiore trasparenza e invita a ricorrere al personale interno per lo svolgimento degli stessi, ponendo fine alla consuetudine di affidarsi a consulenze esterne.
Anche la ripartizione dei fondi, secondo i giudici, non avviene secondo quanto disposto dalla normativa, questa volta interna, in materia. La ripartizione, osservano i magistrati, avviene “sulla base della valutazione dei risultati, nonché destinando una quota al finanziamento premiale di specifici progetti proposti dagli enti”. Una volta divise, le risorse non sono mai erogate entro i tempi stabiliti dalla legge. La Corte dei Conti ha rilevato che i fondi vengono dati con un anno di ritardo. Questo sistema fa sì che si ricorra al versamento continuo di acconti per garantire il funzionamento della ricerca e, oltre a ostacolare una seria programmazione, “si riverbera sull'efficienza di un settore caratterizzato da una forte dinamicità”.
Altro punto dolente è Anvur. L'Agenzia nazionale per la valutazione dell'università e della ricerca, istituita nel 2006, non è ancora operativa. I magistrati contabili hanno sottolineato che la riforma del sistema universitario prevede che sia questo organismo ad assegnare una parte dei fondi in forma di premio. Questo processo dovrebbe avvenire su valutazione dell'Anvur e per mezzo di un decreto non regolamentare del ministero dell'Istruzione contenente i criteri. “Allo stato attuale il decreto non risulta ancora emanato, pur se l’assegnazione delle quote è già avvenuta”, critica la Corte nel dossier. A fare le veci dell'Anvur in questo caso è Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca, il quale, tuttavia, fa uso di altri criteri.
Infine, fanno notare i giudici, sebbene i fondi siano carenti, in media circa 500 milioni di euro non vengono destinati ad alcun progetto. “Si ritiene indispensabile – commenta la Corte dei Conti - un intervento strutturale onde evitare che gli stanziamenti non raggiungano gli obiettivi cui sono finalizzati”.
MiUR e Mef hanno un mese di tempo per opporsi alle critiche della Corte; in alternativa dovranno presentare ai magistrati e al Parlamento le misure adottate per risolvere la questione entro sei mesi.
(Fonte:  M. Chichi,  justicetv.it  10-05-2012)