L’ ISTRUZIONE TECNICA SUPERIORE ISTITUZIONALE DEVE PARTIRE DAGLI ITS Stampa

Nell'intervista a Tuttoscuola sul tema dell'istruzione tecnica superiore, Valerio Ricciardelli, ingegnere e Maestro del Lavoro, suggerisce di attivare gli "Stati Generali" per discutere su come l'Istruzione Tecnica (nel quadro dell'Istruzione terziaria a ciclo breve. Livello ISCED 5 – vedi Tabella) possa essere leva strategica per supportare una crescita economica sostenibile e immediata di una parte importante del nostro sistema industriale (siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa), e nel contempo generare nuova occupazione qualificata e stabile e prevenire perdite occupazionali conseguenti a Industry 4.0. Se non ci fossero le condizioni per gli Stati Generali sostiene che si potrebbe optare su un gruppo ristretto di esperti di riconosciuta competenza, a cui dare l'incarico di scrivere, in brevissimo tempo, un piano concreto delle cose da fare e di come farle, partendo dalla priorità dell'istruzione tecnica terziaria, quindi degli ITS.
A suo giudizio il nostro sistema Paese ha bisogno di una Technical Education che si articola su tre livelli: low (equivalente della formazione professionale), medium (equivalente dell'istruzione tecnica quinquennale) e high (equivalente degli ITS, annuali e biennali). Il Paese ha bisogno di questi tre livelli perché se si osserva l'organizzazione delle imprese industriali, dei loro processi chiave, dei trend in atto nel sistema competitivo del manufacturing mondiale, si osserva che i profili professionali del prossimo futuro (perché bisogna guardare a quelli, non ai profili di oggi) si articolano sui tre livelli citati. Se si analizza l'offerta di formazione tecnica di molte società private, ci si accorge che più del 50% dei loro corsi riguarda argomenti che dovrebbero far parte dell'offerta istituzionale, dove i curricoli non sono stati aggiornati. Poi è chiaro che c'è una percentuale di nuovi contenuti innovativi che dovranno sempre essere erogati dai know how owner, ma un conto sono i contenuti innovativi che competeranno sempre a loro, un conto sono i contenuti che ormai sono diventati la piattaforma di base dell'istruzione tecnica istituzionale. La quale deve partire dagli ITS. A regime servono almeno 40.000 diplomati l'anno. E occorre andare a regime in due, tre anni al massimo. Qui il problema non è la progettazione dei profili ma la costruzione del sistema. I profili nell'ambito industriale potrebbero essere una decina o poco più, tra settore industria e settore terziario avanzato. La logica è sempre la stessa: fare delle figure "madri" che poi le aziende "curvano" o "customizzano" sulla base delle loro necessità. (F: O. Niceforo, tuttoscuola 05.03.21)