EVOLUZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA IN ITALIA Stampa

Il dottorato di ricerca in Italia è istituito tardivamente e dopo lunga attesa nel 1982 con il DPR 382 e si connota per essere un percorso di preparazione alla ricerca con una spendibilità del titolo limitata, di fatto, al solo ambito della ricerca scientifica e in particolare a quella accademica. Il profilo del dottore di ricerca, dunque, all’inizio è abbastanza univoco e interamente proiettato all’interno del mondo accademico.
La prima trasformazione del dottorato avviene 18 anni dopo la sua istituzione con la legge del 3 luglio 1998 n. 210, firmata da Berlinguer, e col decreto attuativo n. 162, pubblicato il 13 luglio 1999. Con questo passaggio legislativo il dottorato cambia pelle. Viene inquadrato, all’interno del più ampio Processo di Bologna di trasformazione della didattica universitaria, come terzo livello di formazione post-laurea. La finalità del dottorato diviene adesso l’acquisizione di competenze necessarie a “saper fare” ricerca e sparisce invece la concezione del dottorato come capacità di sviluppare ricerca originale che aveva caratterizzato la sua istituzione nel 1980. Inoltre i corsi di dottorato sono adesso istituiti anche in convenzione rilasciato con soggetti pubblici e privati in possesso di requisiti di elevata qualificazione culturale e scientifica. Il dottorato diviene dunque un terzo ciclo di studi non più pensato come semplice tirocinio accademico, ma come titolo spendibile sul mercato. E difatti fra i requisiti necessari per l’attivazione dei dottorati, viene anche richiesta la collaborazione con soggetti pubblici o privati, italiani o stranieri, che consenta ai dottorandi lo svolgimento di esperienze in un contesto di attività lavorative.
Il tema del dottorato nell’ultima legge di riforma dell’università è affrontato nell’art.19 introducendo delle modifiche alla già citata legge 210 del 1999, e, in particolare, al comma 2 in cui è disciplinata l’istituzione dei corsi di dottorato. Con la nuova legge i corsi di dottorato sono assoggettati ad una nuova procedura di accreditamento da parte del Ministero, basata su criteri stabiliti dall’ANVUR. La disciplina dell’accreditamento è contenuta in un decreto ministeriale non ancora emanato. Così come non sono ancora noti i criteri e i parametri in base ai quali l’ANVUR farà la valutazione dei corsi ai fini dell’accreditamento.
Tuttavia nel mese di novembre il Ministero ha reso nota una prima versione di decreto sulla quale il CUN e il CNSU hanno espresso il parere di competenza. Nel gennaio scorso il Consiglio di Stato ha emesso il proprio parere sul decreto, in cui si suggerisce un ripensamento del testo per renderlo maggiormente conforme al testo della legge 240. Il Consiglio di Stato ha dunque sostanzialmente bocciato il dettato del decreto suggerendo la riscrittura di intere sue parti e in particolare dell’art. 2. Da questi primi documenti è possibile tracciare una prima e preliminare analisi delle trasformazioni che subirà il dottorato di ricerca in Italia.
(Fonte: G. Caputo, menodizero.eu 15-03-2012)