UN APPELLO-MANIFESTO DI DOCENTI E RICERCATORI UNIVERSITARI AL MINISTRO PROFUMO E AL GOVERNO MONTI Stampa

L'Università italiana sopravvive, difficoltosamente, in una condizione di disagio e di crescente emarginazione che ha pochi termini di confronto nella storia recente. Essa ha visto fortemente ridotte le risorse economiche per il suo funzionamento, molto prima che si manifestasse la crisi mondiale e malgrado le modeste dotazioni di partenza rispetto agli altri Paesi industrializzati. Tutti i saperi umanistici e buona parte delle scienze sociali sono da tempo sfavoriti, a beneficio di discipline che s’immaginano più direttamente utili alla crescita economica, o genericamente al “Mercato”. Si tratta di una tendenza in atto da anni che ci accomuna all'Europa e a larga parte del mondo. A tutti gli insegnamenti è richiesto di fornire un sapere utile, trasformabile in valore di mercato,  altrimenti sono ritenuti economicamente non sostenibili. I firmatari del Manifesto indicano i punti programmatici cui dovrebbe ispirarsi un progetto di università. Occorre al più presto abolire il fallimentare sistema del 3+2 dall'organizzazione degli studi e ripristinare  i precedenti Corsi di Laurea, prevedendo lauree brevi per le Facoltà che vogliono organizzarli.
Occorre abolire i crediti (i famigerati CFU) come criteri di valutazione degli esami. Occorre ripensare i criteri di valutazione che riguardano i saperi umanistici. L’organo di autogoverno degli Atenei non può essere comunque il CdA, ma il Senato Accademico. Occorre ripristinare la figura del ricercatore a tempo indeterminato. E’ necessario al più presto bandire concorsi per la docenza. Testo integrale dell’appello ed elenco dei firmatari.

(15-01-2012)