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7 Dicembre
RICERCA. I DATI SULLA RICERCA: UN PROBLEMA APERTO PDF Stampa E-mail
Appena uscito su Roars, l’articolo di Paola Galimberti tratta di una questione solo in apparenza burocratica e trascurabile per chi discetta di massimi sistemi: come facciamo a sapere che cosa producono i ricercatori che lavorano nell’università italiana? Come facciamo a sapere quanto e come si citano e sono citati? Questi dati sono reperibili da due categorie di fonti: - enti pubblici, che usano sistemi di archiviazione diversi e non necessariamente interoperabili, e che non necessariamente rendono pubblico quanto possiedono; - enti privati, quali Thomson-Reuters (Wos), che raccolgono e vendono dati sulla base dei loro interessi di mercato. La valutazione della ricerca vorrebbe dipendere almeno in parte da indici bibliometrici, cioè da indicatori di popolarità della produzione di ciascun ricercatore da misurarsi con le citazioni ricevute in una platea predeterminata di testi. Il fatto che i dati che dovrebbe usare siano pubblici ma nascosti, o privati e nascosti, o pubblici ma non interoperabili, parziali, e ottenibili – in tempi di crisi e di tagli – per lo più a pagamento mette seriamente a rischio l’attendibilità di questo esercizio. Una politica coerente a favore della pubblicazione ad accesso aperto, perseguita dalle università, favorita dal ministero e condivisa da ricercatori che finalmente si rendessero conto che il modo stesso in cui disseminano i loro testi è parte dei massimi sistemi di cui si occupano avrebbe potuto rendere l’esercizio più facile, più economico, e soprattutto più trasparente e meno esposto al rischio di ridursi a un grado di appello del tribunale di Kafka. Articolo esteso e commenti. (Fonte: M. C. Pievatolo, bfp.sp.unipi.it 20-11-2011)
 
RICERCA. ASSEGNATI AD ENTI OLTRE 1,6 MLD PDF Stampa E-mail
Ammontano a oltre 1,6 miliardi di euro le risorse che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università' e della Ricerca metterà a disposizione degli Enti e delle Istituzioni di Ricerca. Dopo l'unanime parere favorevole espresso dalle Commissioni di Camera e Senato, infatti, il ministro Francesco Profumo ha firmato lo schema di decreto di riparto del 'Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca finanziati dal Ministero'. Per il 2011, lo stanziamento iniziale del FOE ammonta a 1.794.212.530 euro. Di questi, 14 milioni di euro sono stati assegnati alla Società Sincrotrone di Trieste S.p.A. e 125.097.877 euro, il 7% dello stanziamento complessivo, sono stati riservati alla quota che sarà distribuita agli Enti sulla base di specifici criteri di merito e qualità dei progetti sviluppati.
La somma rimanente, 1.655.114.653 euro, è stata dunque ripartita tra i dodici enti di ricerca e distribuita tenendo conto degli impegni che ciascun ente ha assunto per la realizzazione dei Progetti Bandiera. Da quest'anno, infatti, all'interno del Programma Nazionale della Ricerca (PNR) 2011-2013 sono stati individuati specifici progetti, definiti appunto 'Progetti Bandiera'', attraverso cui orientare il sistema della ricerca nei settori più strategici per lo sviluppo del nostro Paese. Ai Progetti Bandiera è riservato l'8% delle risorse complessive del Fondo, in funzione di un profilo pluriennale di spesa.
(Fonte: ASCA 28-11-2011)
 
RICERCA. ALTA QUALITÀ DELLE PUBBLICAZIONI IN CAMPO BIOMEDICO PDF Stampa E-mail
L’Italia è al quarto posto nel mondo per numero di pubblicazioni scientifiche di rilevanza. E nonostante i tagli lineari alla ricerca, che ci rendono gli ultimi come numero di ricercatori per abitante (6 ogni 10.000 abitanti), per investimenti pubblici in ricerca (0,4% del Pil), e ci spediscono nei bassifondi della graduatoria per fondi privati (0,6% del pil). Una carestia di risorse che prepara il terreno alla fuga dei cervelli e al declino della produzione scientifica: per la prima volta in 30 anni, ha smesso di crescere. Nel 1980 le pubblicazioni erano infatti 9.721, nel 2008 erano cresciute fino a 52.496, nel 2009, ultimo anno rilevato, erano crollate a 40.670. Ma l'exploit tricolore in materia di ricerche d'alto livello va guardato nelle pieghe dei dati, diffusi dal rapporto "Il valore economico delle scienze della vita", il primo studio econometrico italiano effettuato da un gruppo di ricerca dell'Imt Alti Studi di Lucca: i brevetti europei e gli inventori localizzati fanno registrare una performance meno esaltante. Il rapporto completo è presentato al Meeting Bioeconomy Rome che ha lo scopo di raccogliere a Roma gli Stati generali della ricerca biologico molecolare.
(Fonte: A. Falconio, La Discussione 29-11-2011)
 
RICERCA. IL SETTIMO PROGRAMMA QUADRO DI RICERCA E INNOVAZIONE (7PQ) PDF Stampa E-mail
Il Settimo Programma Quadro di Ricerca e Innovazione (7PQ), Sezione Idee, ha dato il via alla presentazione di candidature da parte di ricercatori avanzati (Principal Investigator) leader nel proprio settore di ricerca, di qualsiasi nazionalità ed età, che possono dimostrare di aver conseguito negli ultimi dieci anni risultati di ricerca significativi e riconosciuti dalla comunità scientifica. Il finanziamento punta a sostenere progetti di ricerca di frontiera ambiziosi, sia per quanto riguarda i risultati scientifici che l'originalità degli approcci da attuare in organismi di ricerca pubblici o privati stabiliti in uno Stato membro Ue o in un paese associato. Sono tre gli ambiti di ricerca: scienze naturali e ingegneria; scienze della vita; scienze sociali e umanistiche. Il budget complessivo disponibile è pari a 679.980.000 euro. Il finanziamento Ue per ciascun progetto può arrivare fino a un massimo di 2,5 milioni di euro per un periodo di cinque anni. Per la presentazione delle proposte sono state fissate tre scadenze a seconda del dominio di ricerca in cui ricade il progetto (16 febbraio, 14 marzo, 11 aprile 2012). Nel sito sono riportati tutti i documenti utili per la presentazione delle proposte.
(Fonte: Il Sole 24 Ore 21-11-2011)
 
RICERCATORI. IL RICERCATORE TD NON PUÒ FARE ANCHE L'AVVOCATO PDF Stampa E-mail
Il ricercatore universitario confermato a tempo pieno non può svolgere la professione di avvocato: l'incompatibilità va esclusa soltanto in caso di opzione per il tempo definito. Lo ha stabilito la Cassazione (sentenza 389/11) negando a un ricercatore universitario a tempo pieno la possibilità di restare iscritto all'albo degli avvocati e di esercitare la libera professione. Tali disposizioni - aggiungono gli Ermellini - manifestano la chiara volontà del legislatore di considerare solo in caso di opzione per il «tempo definito» l'esercizio professionale compatibile con la qualifica di «ricercatore confermato» e l'eventuale situazione di incompatibilità sanabile. In conclusione, secondo le sezioni Unite, anche per i ricercatori confermati, come per i professori universitari, l'incompatibilità allo svolgimento di attività libero-professionali va esclusa solo in caso di opzione per il tempo definito, mentre sussiste in caso di opzione per il tempo pieno.
(Fonte: La Stampa 21-11-2011)
 
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