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12 Agosto
Il Rettore giudica l’approvazione del nuovo statuto PDF Stampa E-mail
“Sono particolarmente soddisfatto del risultato finale – commenta il Rettore Ivano Dionigi – che costituisce un punto di equilibrio tra le molteplici e divergenti istanze avanzate dalla comunità accademica. Sono soprattutto grato a tutti quelli che hanno contribuito con spirito collaborativo e talvolta anche critico a trovare soluzioni convincenti e innovative per un ateneo singolare per la sua storia, la sua complessità e per la sua specificità legata a una conformazione multicampus che insiste su 5 sedi”. “L'Università pubblica – prosegue Dionigi -, non va dimenticato, ha una priorità sociale e i nostri primi stakeholder sono gli studenti. Lo Statuto approvato oggi, oltre ad avere seguito un percorso democratico, coniuga responsabilità e partecipazione. L'Università è di chi vale, al di là dei ruoli, dell'età e del grado, per cui al Senato accademico possono accedere tutti indistintamente, alla carica di Direttore di Dipartimento possono accedere tutti i professori, a coordinatori dei corsi di studio anche i ricercatori. Questo significa che ognuno dovrà essere forte soltanto delle proprie competenze e capacità di impegno. Il principio della competenza porta con sé il principio della responsabilità e quindi il dovere di rendere conto, che è da sempre un principio cardine della democrazia”.
(Fonte: Il Resto del Carlino 28-07-2011)
 
I cardini del nuovo statuto PDF Stampa E-mail

I principi costitutivi e i criteri caratterizzanti, circa la natura e il ruolo dell’Ateneo, sono individuati nel nuovo Statuto nell’affermazione dell’autonomia, nel riconoscimento del merito, nella vocazione internazionale; i compiti primari, nella ricerca e nella formazione; i destinatari naturali, negli studenti e nella società; l’identità, nell’essere uno Studio generale che contempla e promuove tutte le discipline. La presenza e le attività di tutto il personale, sia docente che tecnico amministrativo, sono giustificate da tali finalità.

ORGANI DI ATENEO - LE PRINCIPALI NOVITÀ

“Cuore e cardine dell'Università saranno i Dipartimenti, destinatari delle risorse, dove saranno inquadrati i docenti e dove sarà riportato a unità naturale il binomio ricerca-didattica. Per quanto riguarda i due Organi principali, Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione ci si è attenuti al criterio della distinzione della loro natura e funzione: il primo, elettivo tra tutte le componenti dell’Ateneo e pertanto rappresentativo dell’intera comunità universitaria, delinea gli indirizzi politici e normativi; il secondo, designato tra candidati interni ed esterni all’Ateneo sulla base delle competenze, rappresenta l’organo amministrativo decisionale. Il buon funzionamento di una grande istituzione – che voglia essere, come l’Alma Mater, anche un’istituzione grande – presuppone la responsabilità di tutti, a cominciare dal Rettore che può essere sfiduciato”.

Rettore - Resta in carica 6 anni, non rinnovabili; è eletto da professori e ricercatori, componenti del Consiglio studentesco, rappresentanti degli studenti negli Organi collegiali delle strutture (voto pesato con un coefficiente pari al 7% del rapporto tra l'elettorato attivo professori/ricercatori e l'elettorato attivo studenti), dal personale tecnico-amministrativo a tempo indeterminato (voto pesato con un coefficiente pari al 18% del rapporto tra l'elettorato attivo professori/ricercatori e l'elettorato attivo personale tecnico-amministrativo). È eletto a maggioranza assoluta dei voti, se partecipa la maggioranza assoluta dei votanti; in caso di mancata elezione al primo turno si procede con il sistema di ballottaggio tra i primi due.

Senato – E' composto da 35 membri: Rettore, 6 rappresentanti degli studenti, 10 direttori di Dipartimento, 15 professori/ricercatori per aree, 3 rappresentanti del personale tecnico-amministrativo. Resta in carica 3 anni, ciascun membro può essere rinnovato una sola volta. E' l'Organo di rappresentanza della comunità universitaria, concorre all'amministrazione generale e alla nomina dei membri del CDA. Esprime pareri obbligatori al CDA su materie quali: didattica, ricerca, bilancio, servizi agli studenti, attivazione/soppressione corsi.

Gli elettori possono esprimere una o due preferenze: una di esse dovrà necessariamente riguardare una candidata di genere femminile e l'altro un candidato di genere maschile, pena l'annullamento della seconda preferenza.

Consiglio di Amministrazione - E' composto da 11 membri: Rettore, 2 studenti, 5 interni nominati dal Senato, 3 esterni nominati dal Senato. Resta in carica 3 anni. Il Comitato di Selezione (formato da 5 membri di cui 3 esterni nominati dal Rettore e 2 interni nominati dal Senato) formula una rosa di candidati almeno doppia rispetto al numero di membri da designare. Per quanto riguarda i 3 membri esterni, il Rettore, la Consulta del Personale tecnico-amministrativo e la Consulta dei Sostenitori individuano ciascuno un candidato da proporre al Senato. Le proposte avanzate dal Comitato di Selezione devono essere espresse a maggioranza qualificata di quattro/quinti. I membri del Cda non devono essere portatori di alcun interesse economico-professionale in conflitto con le attività dell'Ateneo e non devono ricoprire o aver ricoperto cariche politiche o sindacali nell'anno precedente.

Altri Organi di Ateneo nello Statuto sono: Prorettori, Collegio dei Revisori dei Conti, Nucleo di Valutazione, Direttore Generale.

ORGANI AUSILIARI – LE PRINCIPALI NOVITÀ

“Per quanto riguarda il personale tecnico-amministrativo – prosegue il Rettore Dionigi - sono stati introdotti alcuni momenti elettivi e partecipativi del tutto inediti per l'Ateneo di Bologna, per ruolo e rilevanza numerica, quali la partecipazione all'elezione del Rettore, la partecipazione al Senato accademico, la partecipazione ai Consigli di Dipartimento, alle Giunte di Dipartimento e ai Consigli di Campus e, infine, l'istituzione della Consulta del Personale tecnico-amministrativo”.

Consulta dei Sostenitori - E' l'Organismo costituito dai soggetti e dalla Istituzioni che concorrono a promuovere e sviluppare le attività scientifiche, formative e di trasferimento della conoscenza. Esprime parere sulla programmazione triennale, propone un membro esterno del Cda al Comitato di Selezione. E' rappresentativa dell'articolazione multicampus, è approvata dal Senato su proposta del Rettore che la presiede. Viene convocata almeno due volte l'anno.

Altri Organi ausiliari sono: Consulta del Personale tecnico-amministrativo, Consiglio degli Studenti, Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, Garante degli Studenti.

STRUTTURE E MULTICAMPUS – LE PRINCIPALI NOVITÀ

“Il nuovo assetto, ridisegnato dal nuovo Statuto, mira a una configurazione multicampus davvero policentrica – osserva il Rettore –. L'articolato tutto è sotteso da una concentrazione omogenea e unitaria di tutto l'Ateneo: i vari campus della Romagna si struttureranno con Unità Organizzative di Sede federate con i Dipartimenti e Scuole ponte coordineranno i corsi di Bologna e della Romagna. L'interazione dell'Ateneo con le diverse realtà locali in cui esso opera è resa sistematica e proficua attraverso l'inedito spazio della Consulta dei Sostenitori, che vedrà insieme soggetti finanziatori di tutte le cinque sedi”.

Dipartimenti - Sono le articolazioni organizzative per lo svolgimento delle funzioni di ricerca scientifica e attività didattica. Per la costituzione di un dipartimento occorre un numero di professori e ricercatori non inferiori a 50. In considerazione dell'assetto multicampus dell'Ateneo, è possibile derogare da tale limite per i dipartimenti della Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini).

I dipartimenti responsabili di offerta formativa su diverse sedi costituiscono Unità Organizzative di Sede dove ci siano almeno 12 professori/ricercatori. L'Unità Organizzativa di Sede ha un Responsabile, eletto dal Consiglio di Dipartimento, rinnovabile una sola volta. Ogni Dipartimento partecipa ad almeno una Scuola.

Sono organi del Dipartimento: Consiglio, Direttore (un professore, in carica tre anni, eletto dal Consiglio di Dipartimento, rinnovabile una sola volta) e Giunta.

Scuole - Sono le strutture organizzative di coordinamento delle attività di formazione e di raccordo tra i Dipartimenti. Ogni Scuola si dota di un proprio regolamento. Sono organi delle Scuole: Presidente (un professore ordinario eletto dal Consiglio della Scuola che resta in carica 3 anni, rinnovabile una sola volta), il Consiglio.

Consiglio di Campus - Presso ciascuna delle sedi di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini è istituito un Consiglio di Campus per il coordinamento organizzativo delle attività didattiche e di ricerca. E' dotato di autonomia gestionale e organizzativa. E' composto dai direttori dei Dipartimenti con sede nel Campus, i responsabili delle Unità Organizzative di Sede, i presidenti delle Scuole, una rappresentanza degli studenti, un rappresentante del personale tecnico-amministrativo, il responsabile amministrativo-gestionale del Campus, un rappresentante designato congiuntamente da Enti locali ed Enti di sostegno. Il Consiglio elegge tra i professori un coordinatore che lo presiede che dura in carica 3 anni ed è rinnovabile una sola volta.

Consiglio di coordinamento dei Campus - Ha il compito di raccordare l'organizzazione dei Campus ed è composto da: Prorettore alle sedi di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, i coordinatori dei Consigli di Campus, un rappresentante degli studenti, i responsabili amministrativo-gestionali dei Campus e un rappresentante per ciascuna sede designato dai rispettivi enti locali di intesa con gli enti di sostegno.

Altre strutture di Ateneo: Istituto di Studi Superiori, Centro Linguistico di Ateneo, Sistema Bibliotecario di Ateneo, Sistema Museale di Ateneo, Comitato per lo Sport.

Il nuovo Statuto sarà inviato entro il 29 luglio al Ministero dell'Università e della Ricerca, che avrà 4 mesi di tempo per approvarlo o chiedere modifiche. Il testo, una volta ricevuto il parere positivo del MIUR, entrerà quindi in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Testo del nuovo statuto dell’UNIBO

(Fonte: www.pianetauniversitario.com 28-07-2011)
 
Lo statuto dell’Unibo secondo l’intersindacale PDF Stampa E-mail

“Il nostro giudizio sull’esito complessivo di questa vicenda era negativo prima e rimane negativo adesso. In breve:

1) il CDA deve avere una componente elettiva diretta (i 5 membri interni). Diversi Statuti già approvati (Torino, Trieste, L’Aquila) prevedono espressamente questa modalità di designazione. La peculiare competenza richiesta per i membri del CDA può essere combinata con la loro elettività.  La scelta del Rettore e della sua Commissione e’ quindi tutta e solo politica, e non tecnica (come strumentalmente si vuol far credere);

2) il Comitato di selezione dei membri del CDA non è ne’ un organo “terzo”, cioè indipendente, ne' elettivo (come sarebbe auspicabile). Si tratta in poche parole di un bell’esempio di “democrazia dispotica”, una norma di cui ogni cittadino dovrebbe indignarsi;

3) un altro punto dirimente è la non revocabilità dei membri del CDA designati dal Senato. Proprio per i poteri enormi che il CDA ha, il Senato deve avere potere di revoca; è del tutto logico che l'organo che designa membri del CDA possa poi revocarli;

4) si è ridotta la rappresentanza del personale Tecnico e Amministrativo in Senato da quattro a tre componenti.

Alcuni miglioramenti marginali vanno segnalati. Si tratta dei seguenti:

- il Coordinatore del Consiglio di Campus è ora elettivo (non più nominato dal Rettore su una terna);

- è stato aumentato il peso dei TA nell'elezione del Rettore, ma il loro diritto è sempre agganciato al voto dei docenti.”
(Fonte: N. Luciani, Comunicato su delibera finale sullo Statuto 27-07-2011)
 
Un commento al nuovo statuto PDF Stampa E-mail
Nel commentare il testo del nuovo Statuto dell’Alma Mater, approvato a larghissima maggioranza dal Senato Accademico lo scorso 27 luglio, non si può prescindere da un’analisi preliminare dei presupposti e delle condizioni al contorno. I primi sono sostanzialmente i contenuti della legge 240/2010, la cosiddetta “riforma Gelmini”, che impone alle Università di adottare nuovi statuti che recepiscano i principi e gli elementi di governance contenuti nel testo di legge. La 240, i cui pregi e difetti inevitabilmente si riflettono sullo Statuto, ha fondamentalmente due punti a favore, ma anche un grande limite. I primi due sono costituiti dalla raggiunta composizione delle due principali missioni dell’Università, la Didattica e la Ricerca, che vedono nel Nuovo Dipartimento la struttura di riferimento, e dal notevole rilievo dato al riconoscimento del merito e alla valutazione delle strutture. Il limite, purtroppo, è l’assoluto silenzio sul fronte delle risorse, drammaticamente ridotte anno dopo anno. Le condizioni al contorno sono quelle di un Ateneo straordinariamente complesso, un grande Studio Generale con una specificità in più data dalla sua struttura multicampus. Ritengo quindi che il nuovo Statuto rappresenti un buon risultato e una risposta adeguata ai dettami della legge e alla complessità e varietà dell’Alma Mater. Alcuni indirizzi dello Statuto sono chiari e a mio avviso azzeccati: il ruolo centrale dei Dipartimenti che ricevono le risorse, sono i primi responsabili dell’offerta didattica e di ricerca e sono valutati in base ai risultati, la presenza delle strutture di raccordo (le Scuole) indispensabili per un Ateneo delle dimensioni dell’Alma Mater – come insegnano le principali esperienze europee – e infine la chiara presa di posizione sul multicampus. Su questo punto non ci sono fraintendimenti: nei principi costituitivi lo Statuto afferma che l’Alma Mater è “un Ateneo multicampus che si articola nelle sedi di Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini.” La struttura Multicampus delineata dallo Statuto, con Dipartimenti con sede in Romagna e Dipartimenti su diverse sedi (Unità Organizzative di Sede) permette di completare quell’operazione virtuosa di decentramento che nel passato ha coinvolto più le Facoltà (didattica) dei Dipartimenti (ricerca) e che vede nella qualità indipendente dalla sede il suo presupposto fondamentale. Il concetto di Dipartimento strutturato in Unità Organizzative di Sede rappresenta una novità e un contributo originale dell’Alma Mater al sistema universitario nazionale; esso coniuga da una parte l’unità culturale del Dipartimento unico, e al tempo stesso riconosce l’impegno e il merito delle singole iniziative condotte dalle Unità creando un legame virtuoso tra autonomia e risultati conseguiti. La puntuale definizione delle Unità di Sede nel testo dello Statuto rappresenta una garanzia di serietà nei confronti degli studenti e del personale che vi sarà impegnato. Si poteva fare di meglio e di più? Forse, ma ricordiamo che ciascuno di noi aveva in mente idee e concetti certamente legittimi, ma spesso contrastanti e da questo punto di vista ritengo che il risultato finale rappresenti un punto di mediazione “alto”. Il nuovo Statuto fortunatamente non è, e non deve essere, una gabbia, ma una “casa” di regole condivise che ci aiutino a guidare la nostra Università attraverso mari di forza crescente con la consapevolezza e l’orgoglio della nostra storia.
(Fonte: E. Sangiorgi, FQ Emilia Romagna 01-07-2011)
 
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