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12 Agosto
Bando VQR 2004-2010. La versione preliminare sul sito dell’ANVUR PDF Stampa E-mail

L’ANVUR ha deciso di rendere pubblica sul suo sito la versione preliminare del bando VQR 2004-2010, che sarà formalmente emanato, presumibilmente a settembre 2011, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto del Ministro contenente le linee guida del VQR. Per maggiori informazioni visitare il seguente link: www.anvur.org.

Schema DM VQR 2004-2010.  Il documento presenta lo schema previsto per l'emanazione del Decreto Ministeriale VQR 2004-2010 che dovrebbe essere pubblicato in settembre 2011.

Bozza del Bando VQR 2004-2010.  Il documento presenta la bozza del Bando VQR 2004-2010 che uscirà in allegato al Decreto Ministeriale indicativamente a settembre 2011.

Presentazione VQR.  Slides di presentazione del VQR dell’ANVUR
 
ERC Starting Grant - pubblicazione bandi PDF Stampa E-mail

E’ stato pubblicato il bando ERC Starting Grant che invita i ricercatori con profilo di eccellenza che hanno conseguito il dottorato da più di 2 e meno di 12 anni a presentare progetti di ricerca individuali, assai innovativi e di frontiera, in qualsiasi ambito disciplinare. Il finanziamento massimo previsto, di durata fino a 5 anni, è di 300mila Euro/anno (400mila in specifiche condizioni).

Scadenze: 12 Ottobre 2011 - PE (Physical Science & Engineering); 9 Novembre 2011 - LS (Life Sciences) ; 24 Novembre 2011 - SSH (Social Sciences & Humanities).

Work Programme e Guide for Applicants sono disponibili ai link:

- WP: ftp://ftp.cordis.europa.eu/pub/fp7/docs/wp/ideas/l-wp-201201_en.pdf

- GA: http://erc.europa.eu/pdf/GfA_ERC-StG2012_en[1].pdf

Ulteriori informazioni sulla presentazione della domanda sono disponibili ai siti:

- PARTICIPANT PORTAL http://ec.europa.eu/research/participants/portal/page/ideas?callIdentifier=ERC-2012-StG_20111012

- ERC http://erc.europa.eu/index.cfm?fuseaction=page.display&topicID=65
 
Scegliere l’università e la facoltà PDF Stampa E-mail

http://www.universita.it/category/atenei-sezione/

(Fonte: universita.it 10-08-2011)
 
Non ancora sulla Gazzetta Ufficiale i decreti attuativi della riforma PDF Stampa E-mail
Nelle Gazzette Ufficiali degli ultimi 30 giorni, di provvedimenti attuativi della riforma Gelmini non c'è traccia. Nessun decreto del ministero dell'università o regolamento è stato pubblicato o trasmesso all'Istituto poligrafico dello Stato, eccezion fatta per un decreto del presidente della repubblica relativo alla riorganizzazione dello stesso dicastero che, però, con la riforma universitaria poco ha a che vedere. Eppure era stato lo stesso ministro Gelmini in un comunicato stampa del 30 giugno, ad annunciare che “entro il mese di luglio” 17 decreti sarebbero stati completati e pubblicati in Gazzetta Ufficiale e quindi operativi, ribadendo, inoltre, che il percorso di attuazione della riforma universitaria proseguiva molto rapidamente, rispettando regolarmente le scadenze poste all'inizio del procedimento. La realtà invece è che seppure molti decreti siano stati firmati, ne mancano all'appello alcuni piuttosto significativi. Tra provvedimenti in bozza, testi firmati da un dicastero e in attesa del via libera dai piani alti di via XX Settembre e altri “inviati” per la pubblicazione in G.U., è difficile ricostruire un quadro complessivo dei decreti attuativi. Stando alle parole della Gelmini, comunque, dei 38 provvedimenti previsti 32 sarebbero già stati firmati. L'ultimo in ordine temporale è quello relativo alla “Determinazione dei settori concorsuali, raggruppati in macrosettori concorsuali”, con l'obiettivo di aggregare più docenti chiamati a valutare gli aspiranti alla cattedra. Un provvedimento che va a braccetto con quello approvato la settimana scorsa in consiglio dei ministri relativo alle modalità per conseguire l'abilitazione nazionale. Due testi, comunque non sufficienti per riaprire finalmente la partita delle abilitazioni. Che cosa manca. Ne servirà un terzo, quello relativo, cioè, ai criteri e ai parametri differenziati per la valutazione di titoli e pubblicazioni nelle procedure di abilitazione. Accanto a questo mancano all'appello: il provvedimento relativo ai criteri e ai parametri per l'istituzione dei corsi di dottorato; i criteri per l'individuazione con regolamento di ateneo degli standard qualitativi per la valutazione dei ricercatori; il diritto allo studio; I’accreditamento e la valutazione ex post delle politiche di reclutamento. C'è poi il capitolo risorse. Con due informative di giugno il Miur chiedeva agli atenei di rendere nota, entro il 30 luglio, la programmazione sul Turnover 2010, la programmazione 2011 e le disponibilità residue del turnover 2009. Una programmazione difficile che discende dal combinato di due diverse circostanze: l'attuale indisponibilità dell'assegnazione del Ffo, la cui spartizione era attesa per lo meno prima della pausa estiva, e la mancanza di qualunque informazione relativa alle assegnazioni di cui all'art 29, comma 9, legge 240/10, quella quota cioè di 13 milioni di euro che la legge destinava per le chiamate di professore di seconda  fascia e di cui non si più avuta notizia.
(Fonte: B. Pacelli, ItaliaOggi 02-08-2011)
 
L’investimento in ricerca nelle statistiche dell’UE PDF Stampa E-mail
Nel 2011 l'Italia dedicherà l’1,1% del suo Prodotto interno lordo alle spese destinate alla ricerca e allo sviluppo; la Germania e la Danimarca, più del doppio (rispettivamente: 2,3% e 2,4%); la Svezia, più del triplo (3,3%); la Finlandia, quasi il triplo (3,1%); Israele, quasi il quadruplo (4,2%), altri ancora, comunque distaccati da noi: Francia (1,9%), Olanda (1,6%), (Belgio 1,7%), Repubblica Ceca (1,4%), Irlanda (1,4%), Portogallo (1,2%), Slovenia (1,4%), Spagna (1,3%). Per non parlare dei colossi extraeuropei: Giappone (3,3%), Corea del Sud (3%), Usa (2,7%). Sempre le statistiche della Commissione europea certificano che «l'Italia è una delle nazioni definite come modeste innovatrici, con risultati al di sotto della media». Fra i suoi punti più positivi, il numero dei laureati extra-europei (+14,2%); e fra i punti peggiori, il crollo (-13,7%) delle spese non collegate alla ricerca scientifica ma destinate comunque allo sviluppo. Nella classifica generale (anno 2010) limitata agli obiettivi conseguiti per l'innovazione, l'Italia fa meglio di Romania, Bulgaria, Macedonia, Grecia, Malta, Spagna. Ma meglio dell'Italia, arenata comunque sotto la media Ue, fanno il Portogallo, Cipro, l'Estonia, e poi tutti, senza eccezioni, i Paesi dell'Europa del centro-nord. Il Belgio è molto più su, come l'Austria e il Lussemburgo. Mentre Gran Bretagna, Germania, Svezia e Svizzera quasi non si vedono perché sono in cima alla montagna dell'eccellenza.
(Fonte: L. Offeddu, Corsera 06-08-2011)
 
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