Home 2011 25 Luglio
25 Luglio
Si sta cambiando in Italia sulla valutazione della ricerca? PDF Stampa E-mail
Sul fonte privato abbiamo gli storici buoni esempi di AIRC e Telethon. Nel pubblico la situazione è peggiore. Qualche Regione, come la Toscana e l’Emilia Romagna, hanno sviluppato sistemi di peer-review che, sulla base di esperienze personali come valutatore, mi sono parsi adeguati. Sulla valutazione della ricerca si registrano anche gli interessanti documenti dell'ANVUR (dal Gruppo 2003 opportunamente stimolata con una batteria di domande), dal CEPR e dal CUN. Ma soprattutto sta cambiando il Ministero della Salute. Il Ministro della Salute ha stabilito una collaborazione con Toni Scarpa del National Instituite of Health (NIH), e più recentemente con Vito Campese dell’Italian Scientists and Scholars di North America Foundation (ISSNAF), creando una "giuria" di ricercatori (spesso ma non sempre di origine italiana) che si sono impegnati ad agire da revisori dei progetti di ricerca nell’ambito dei bandi del Ministero della Salute. La collaborazione con NIH e ISSNAF ha già permesso di portare a conclusione due valutazioni nell’ambito dei progetti di ricerca biomedica finanziati dal Ministero della Salute nel 2008 e nel 2009. Si può fare meglio e di più nel prossimo futuro? Di più sarà difficile, tanto è vero che i finanziamenti 2010 (in attuale enorme ritardo e non ancora resi esecutivi al momento di scrivere) saranno inferiori. Si prevede un fondo totale di 85 milioni, sperando che non ci siano ulteriori tagli dell’ultima ora in rapporto alla recentissima manovra di rientro del governo. Si spera che il prossimo processo di valutazione recuperi i ritardi biblici accumulati con i bandi 2008 e 2009. Ma nel complesso, mi sembra che lo sforzo di peer-review fatto dal Ministero della Salute sia uno dei pochi modelli validi in Italia, insieme alle charities private. Tutto ciò che è stato fatto dal Ministero non apparirebbe niente più di normale nella maggiore parte degli altri paesi Europei e negli USA. Ma in Italia siano nella condizione di dover lodare la normalità!
(Fonte: P.M. Mannucci, scienzainrete 14-07-2011)
 
Si APRE all’Europa la ricerca italiana PDF Stampa E-mail
Sostenuto da numerose realtà private e pubbliche del mondo della ricerca e dell’industria, APRE è un Ente privato di ricerca non profit, il cui obiettivo è promuovere la partecipazione italiana ai programmi di ricerca e sviluppo finanziati dalla Commissione Europea. Per molti versi, la storia di APRE è simile a quella del GARR, con cui condivide una parte significativa della comunità: nata come Task Force del Ministero dell’Università e della Ricerca, diventa un ente autonomo solo in seguito (nel 1990), con l’intento di fornire al mondo della ricerca italiana un centro di documentazione, di assistenza e di formazione sulle opportunità di finanziamento alla ricerca attraverso fondi comunitari. APRE agisce in stretto collegamento con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per rafforzare e qualificare la presenza italiana nei programmi europei. Per fare questo, forniamo ad enti pubblici, enti privati e persone fisiche, informazioni, supporto e assistenza in materia di partecipazione ai programmi ed alle iniziative di collaborazione a livello nazionale ed europeo nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico. APRE ha 17 sportelli regionali che coprono tutto il territorio nazionale, questo per essere più vicina agli enti e alle imprese che fanno parte della sua rete. Ospitati e gestiti dai Soci APRE presenti sul territorio, gli Sportelli offrono tutti i servizi APRE ed in più rappresentano un punto d’accesso privilegiato alle informazioni ad operatività regionale, un aspetto importante perché molti dei fondi europei sono gestiti a questo livello. Ciascuno sportello si occupa di animare e supportare le iniziative del campo della ricerca e dell’innovazione che vengono realizzate a livello locale. Maggiori informazioni: www.apre.it.
(Fonte: D. Di Maggio www.garr.it 12-07-2011)
 
La “dittatura” dei parametri bibliometrici PDF Stampa E-mail
In Italia arriviamo per ultimi nella valutazione istituzionale della ricerca e dobbiamo definire i requisiti minimi nelle idoneità nazionali per diventare professore universitario, come previsto dalla nuova legge di riforma. Dovrebbe essere l’occasione per procedere con i piedi di piombo. È quel che ha fatto il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) in un documento molto apprezzabile che, pur con qualche squilibrio tra i vari settori, avanza proposte argomentate con serietà culturale. Invece, l’Agenzia per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR) di recente istituzione alza una barriera tra settori scientifici e umanistici. Ai primi riserva la più piatta ortodossia bibliometrica, senza tenere in alcun conto le forti critiche che provengono proprio da questi settori. Per le scienze umane, trattate come una "riserva indiana", si avanzano proposte imbarazzanti. Per esempio, si introduce l’assurda categoria degli editori internazionali e nazionali: una monografia pubblicata presso i primi vale tre volte una monografia pubblicata presso i secondi. Cos’è un editore internazionale? Se trattasi di una multinazionale dell’editoria, ve ne sono poche e non tutte prestigiose. Altrimenti anche le case editrici accademiche americane più prestigiose sono "nazionali". In realtà la domanda è retorica: sappiamo bene che, in conformità a un consolidato provincialismo all’italiana, "internazionale" vuol dire "estero", e "nazionale" "italiano". Per cui, un libro pubblicato presso un’infima casa editrice estera vale assai di più (secondo l’Anvur 3 volte) di un libro pubblicato da un prestigioso editore italiano. Potrà accadere che un libro pubblicato presso un ottimo editore “nazionale” passi dalla quotazione 1 alla quotazione 3 se si riuscirà a farlo tradurre da un editore “internazionale”, sia pure di infimo livello. Si può ricordare la vicenda del matematico italiano Ennio De Giorgi – uno dei massimi matematici del Novecento – che, nel 1957, risolse prima e meglio di John Nash (il celebre “Beautiful Mind”) il difficilissimo 19° problema di Hilbert. Il suo lavoro fu pubblicato nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, in italiano come tutti i lavori di De Giorgi. Un professore del Courant Institute di New York, nel segnalare il lavoro di De Giorgi, definì le Memorie – ovvero la rivista in cui pubblicava Lagrange, uno dei più grandi matematici di tutti i tempi – come "la rivista più oscura che si possa immaginare". Oggi, la dittatura dei parametri bibliometrici spazzerebbe via De Giorgi nella valutazione dei requisiti minimi per diventare professore associato, senza neanche leggere il suo lavoro, che da solo dovrebbe bastare a diventare ordinario ed emerito.
(Fonte: G. Israel, Il Messaggero 11-07-2011)
 
Ricercatori italiani a corto di fondi per la ricerca sull’Aids PDF Stampa E-mail
Nonostante i ricercatori italiani siano da tempo considerati tra i migliori a livello mondiale nella lotta all'Aids, il Governo non ha intenzione di proseguire il Programma Nazionale di Ricerca sull'AIDS. La denuncia arriva dalla prestigiosa rivista Science in un articolo pubblicato online. Mentre negli anni Novanta il programma italiano di ricerca sull'Aids ha vissuto i suoi momenti migliori, con uno stanziamento che era arrivato fino a 25 milioni di euro (secondo la valuta attuale) all'anno, ora invece rischia di chiudere. Inizialmente, al programma faceva capo l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel 2009 e' stato poi trasferito al Ministero della Salute, ma i 2 milioni di euro destinati ai ricercatori all'epoca sono alla fine stati erogati solo quest'anno. Soldi, questi, che si esauriranno nel 2012 visto che non sono stati previsti altri stanziamenti. ''Non c'e' nessun piano di rilancio per il Programma di Ricerca sull'AIDS, sono tempi duri'', ha commentato su Science Stefano Vella, che coordina il gruppo di ricerca su HIV, epatiti e salute globale all'ISS. All'insoddisfazione della comunità scientifica, inoltre, si aggiunge anche un'ironica coincidenza. La prossima conferenza internazionale sull'AIDS si terrà, infatti, a Roma, dal 17 al 20 luglio, dietro la sponsorizzazione della International AIDS Society.
(Fonte: AGI 28-06-2011)
 
Valutazione della ricerca matematica PDF Stampa E-mail

Nel 2010 la Commissione Scientifica dell'UMI ha dato mandato a un gruppo di lavoro, costituito da Abate Marco, Dal Maso Gianni, Giacardi Livia, Verra Alessandro, di studiare le procedure di valutazione della ricerca in Matematica in atto in Italia, con l'obiettivo di arrivare a un documento (dell'Unione) che possa fornire delle indicazioni condivise dalla comunità da mettere a disposizione dei vari nuclei di valutazione nei singoli Atenei ed anche al panel per la Matematica del prossimo esercizio CIVR (e ovunque altro possa servire).

Per far ciò il gruppo di lavoro ha raccolto materiale (di tipo diverso, da 30 Atenei su 39 a cui è stato richiesto) sulle procedure attualmente usate in Italia e su alcune procedure usate all'estero, come pure vari dati quantitativi sugli indici bibliometrici presenti nella discussione generale sulla valutazione della ricerca; il gruppo di lavoro ha anche esaminato alcuni documenti internazionali sullo stesso tema, di cui il più noto ed importante è il report "Citation statistics" dell'IMU, pubblicato sul Notiziario, (Ottobre 2008, N.10) e alcuni documenti relativi a specifici settori di ricerca (didattica della matematica, matematiche applicate, storia delle matematiche.

Il risultato di questo lavoro è stato un documento che il gruppo di lavoro ha inviato per conoscenza a tutta la Commissione Scientifica. La relazione CIVR può essere rintracciata interamente, sul sito dell'Unione, insieme al altri documenti utilizzati dal Gruppo di lavoro e concernenti variamente la valutazione della ricerca nell'ambito della Matematica Applicata.
(Fonte: UMI http://umi.dm.unibo.it/downloads/valutazione.pdf giugno-luglio 2010)

 
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