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27 Giugno
Il titolo di studio non è più "caratteristica prioritaria" nei percorsi di inserimento lavorativo PDF Stampa E-mail

È stato presentato lo scorso 7 giugno alla Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma il X Rapporto sullo stato sociale, curato dal Dipartimento Economia Pubblica della Sapienza e dal Centro di Ricerche Interuniversitario sullo Stato Sociale (CRISS).

Felice Roberto Pizzuti, curatore dell'indagine, ha evidenziato come le tendenze economiche, demografiche e sociali verificatesi in Italia nel corso degli ultimi anni, aggiuntesi alla crisi economica, stiano dispiegando una serie di conseguenze che finiscono con il riversarsi soprattutto sulle nuove leve, dando vita conseguentemente a una vera e propria "questione giovanile". I giovani, che si affacciano sul mercato del lavoro in un contesto caratterizzato da instabilità, globalizzazione e flessibilità, sono sempre meno numerosi sul piano quantitativo e conseguentemente diminuisce in misura proporzionale anche la loro possibilità di incidere sulle decisioni sociali e non dei gestori pubblici.

Il titolo di studio non è più "caratteristica prioritaria" nei percorsi d’inserimento lavorativo con la conseguenza che spesso i giovani svolgono un lavoro per cui la loro formazione risulta non necessaria o addirittura eccessiva. Nelle università vengono create alte professionalità, ma il mercato occupazionale presenta mancanze strutturali tali che rendono difficile l'inserimento lavorativo di queste preziose risorse umane. C'è bisogno, come emerge dal confronto con le realtà formative di altri Paesi, di una maggiore manualità ed esperienza sul campo con la necessità di affrontare "un'alta mortalità" nel passaggio generazionale all'interno delle realtà imprenditoriali: difficilmente i figli, dopo aver studiato, entrano nell'attività dei genitori e ciò comporta una caduta del numero delle imprese, che genera situazioni gravi di disagio.
(Fonte: M.L. Marino, rivistauniversitas 09-06-2011)
 
Le università e l’unità d’Italia (1848-1870) PDF Stampa E-mail

La ricorrenza dei 150 anni dall’unificazione del Regno si offre come un’occasione per verificare quanto il processo tardivo di Nation building abbia influito in Italia sulla storia delle istituzioni e delle comunità accademiche, nonché sullo sviluppo della ricerca scientifica e dei saperi professionali.

Il convegno di studi Le università e l’unità d’Italia (1848-1870), in programma dal 13 al 15 giugno in Aula Foscolo dell’Università di Pavia e al Collegio Ghislieri, s’inscrive pertanto nel quadro più ampio della riflessione storiografica sull’Unità, prendendo le mosse dallo scenario della Restaurazione e del Risorgimento per confrontarsi con i primi decenni “costituenti” del nuovo Stato. Obiettivo dell’iniziativa di studio è di mettere a fuoco nei suoi diversi aspetti – storia, memoria, rappresentazioni – questo cambio di fase, illuminando problemi istituzionali e climi politico-intellettuali, richiamando percorsi individuali e collettivi, confrontando programmi e risultati dell’unificazione e nazionalizzazione universitaria, senza trascurarne una lettura comparativa che proietti il caso italiano sullo sfondo delle esperienze europee. Il convegno si articola dunque sul duplice asse Stati italiani pre-unitari/ Regno d’Italia con relazioni-quadro dedicate agli aspetti generali - istituzionali, scientifici, didattici etc. - e contributi che focalizzano le dinamiche di trasformazione nei singoli contesti universitari e nei diversi ambiti scientifici.
(Fonte: unipv)
 
L'ematologo-oncologo più citato al mondo PDF Stampa E-mail
Chi conosce la sua instancabile passione per la ricerca oltre che le sue eccezionali capacità come scienziato è convinto che prima o poi vincerà il Nobel per la medicina. E, in effetti, a guardare il curriculum vitae del professor Brunangelo Falini (Ordinario di Ematologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia all’Università di Perugia e dal 2010 Direttore della Struttura Complessa di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo all’Azienda Ospedaliera di Perugia) c’è di che rimanere impressionati. Dal 1980 al 1984 h svolto attività di ricerca in prestigiose Università di Los Angeles, Oxford e Berlino. Autore di circa 300 pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche internazionali, è l’ematologo-oncologo italiano più citato al mondo secondo le classifiche stilate dal prestigioso Institute for Scientific Information di Philadelphia. Falini ha dato contributi fondamentali alla caratterizzazione molecolare, diagnosi e terapia dei linfomi e delle leucemie acute. Tra i più significativi, vanno ricordati l’identificazione, nel 2005, della lesione genetica più frequente nella Leucemia Acuta Mieloide (la mutazione del gene della Nucleofosmina). Una scoperta che ha cambiato in modo radicale diagnosi e strategia terapeutica dei pazienti con leucemia acuta mieloide, la forma di leucemia più comune in età adulta. Da anni è membro del «Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica», costituita dagli scienziati italiani più citati al mondo nelle varie discipline (dalla matematica all’astrofisica, dalla farmacologia alla medicina). Nel giugno 2003, per i suoi meriti scientifici, ha ricevuto i Sigilli della Città di Perugia. Nel giugno 2010, gli è stato assegnato a Barcellona il «Josè Carreras Award», uno dei premi di ematologia più prestigiosi al mondo. Il suo volto e le pagine centrali, sono campeggiati sulla copertina della rivista dell’Airc, da sempre fortemente selettiva in questo ambito pur tra gli scienziati di cui finanzia le ricerche.
(Fonte: Don. Mil. La Nazione 13-06-2011)
 
La scelta dei corsi di studio e le prospettive per l’occupazione PDF Stampa E-mail

Per il prossimo anno accademico la scelta è tra 4.595 corsi (tra primo, secondo livello e ciclo unico), quasi il 6% in meno rispetto al 2010-2011, segno di una razionalizzazione che continua un po' ovunque. Guardando ai corsi di laurea che interessano le matricole, cioè di primo livello e a ciclo unico, cresce il numero di quelli di area medica ed economica: 582 i corsi tra cui scegliere per medicina e professioni sanitarie (+3,4%), mentre in ambito economico sono 180 (+1,7%). Restano numerose le proposte didattiche dell'area tecnico-scientifica, ma in valore assoluto diminuiscono perché, com’è avvenuto anche per quelli di psicologia, spesso sono diventate trasversali a più facoltà. È un calo netto, invece, quello dei corsi dell'area letteraria e linguistica, dove sono spariti i percorsi troppo "di nicchia". La Guida del Sole alla scelta dell'Università vuole essere uno strumento utile per affrontare questo momento cruciale del proprio percorso formativo: online (www.ilsole24ore.it/uni) è possibile trovare tutti i corsi di laurea che saranno attivati nell'anno accademico 2011/2012 (raccolti direttamente dagli atenei)

Totale dei corsi di primo livello, secondo livello e a ciclo unico e variazione rispetto all'anno precedente: 2007/08: 5.412 (+8,0%); 2008/09 (-6.3%); 2009/10 (-3,7%); 2010/11: 4.595 (-5,9%)

Nonostante un clima di generale pessimismo per l'occupazione giovanile, l'unica certezza è che continuare gli studi comunque conviene: «I ragazzi e le loro famiglie devono sapere che il titolo universitario mantiene, nonostante la crisi, un valore aggiunto rispetto al diploma: al crescere del livello d’istruzione, crescono anche l'occupabilità e la retribuzione - spiega Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea - I laureati, infatti, sono in grado di reagire meglio ai mutamenti del mercato del lavoro, perché dispongono di strumenti culturali e professionali più adeguati. Nell'intero arco della vita lavorativa, i laureati risultano più occupati dei diplomati, 77% contro 66%, e la loro retribuzione è più elevata del 55% rispetto a quella dei diplomati».

Guardando a quanto accade oggi, secondo i dati del rapporto Excelsior di Unioncamere, tra gli indirizzi in cui si registra una ripresa delle assunzioni vi sono tutti quelli in ingegneria (+23,8%, circa 3.900 assunzioni in più a fine 2010) e in particolare ingegneria ambientale. Buono l'andamento occupazionale anche per i laureati in economia (+7,7%), in medicina e odontoiatria. Leggero calo, invece, per le professioni sanitarie, che fino a due anni fa erano in forte crescita, anche se in numero assoluto resta uno dei settori che assume di più.
(Fonte: Il Sole 24 Ore 13-06-2011)
 
100 milioni per la ricerca sanitaria. Approvati 295 progetti PDF Stampa E-mail

“Un’iniziativa concreta per tenere in Italia i giovani cervelli”. Così il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha annunciato l’approvazione, da parte della Commissione nazionale della ricerca sanitaria, della graduatoria dei progetti vincitori del Bando Giovani ricercatori e Ricerca finalizzata relativo ai fondi 2009 del Ministero della Salute, pari complessivamente a circa 100 milioni di Euro.

Tra i 2.755 progetti presentati a maggio 2010 ne sono stati selezionali 295 progetti (174 clinico assistenziali e 121 biomedici), 128 dei quali presentati da giovani ricercatori e finanziati con una quota del fondo pari a 41 milioni, “12 milioni in più dei 29 previsti dalla legge”, precisa Fazio, aggiungendo che “in Italia lavorano ottimi giovani ricercatori che vanno incentivati a restare”.

Ecco il numero dei progetti selezionati per categoria di finanziamento:

•    128 progetti per la componente Giovani Ricercatori

•    174  progetti per la componente Area Clinico Assistenziale

•    121 progetti per la componente Area Biomedica

•     21 progetti per la componente Malattie Rare

•     16 progetti per la componente Cellule Staminali

•     15  progetti per la componente IZS

•     12 progetti per la componente Sicurezza Alimentare

•     10 progetti per la componente Sicurezza sui Luoghi di Lavoro.

L’analisi dei progetti ha coinvolto circa 800 scienziati valutatori del NIH-CSR (National Institutes of Health - Center for Scientific Review) statunitense, e due “study session” costituite da ricercatori italiani residenti da più di dieci anni all’estero. Ogni progetto, spiega il Ministero della Salute, è stato valutato in modo anonimo da tre revisori che successivamente si sono conosciuti e hanno concordato la valutazione finale. Le due “study session” hanno analizzato i progetti su cui i tre revisori non avevano raggiunto l’accordo. “Per la prima volta i finanziamenti sono stati assegnati direttamente ai ricercatori e non alle istituzioni sanitarie o di ricerca” e, così facendo, “abbiamo garantito trasparenza e imparzialità nell’assegnazione dei finanziamenti”, commenta ancora il ministro.

I progetti vincitori possono essere riportati in più di un elenco qualora soddisfino le specifiche previste per diverse aree di finanziamento, ma saranno finanziati solo una volta.

L’elenco dei 295 progetti ammessi ai finanziamenti è consultabile sul sito del ministero www.sanita.gov.it dove, peraltro, tutti i ricercatori che hanno presentato un progetto potranno avere accesso con la propria password ai giudizi emessi dai valutatori e dalle “study session”.
(Fonte: quotidianosanità.it 13-06-2011)
 
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