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27 Giugno
Regolamento dell’Unibo per la disciplina della chiamata dei professori di prima e seconda fascia in attuazione dell'art.18 della legge 240/2010 PDF Stampa E-mail
Il Regolamento, emanato con d.r. n.52912011 dei 7.6.2011, disciplina, nel rispetto della Carta Europea dei ricercatori e del Codice etico dell'Alma Mater Studiorum, la procedura di chiamata dei professori di prima e seconda fascia.
(Fonte: normateneo.unibo.it 07-06-2011)
 
Mozione di parti sindacali sulla bozza del nuovo Statuto di Ateneo PDF Stampa E-mail

L’Assemblea di Ateneo del 23 maggio 2011, indetta da parti sindacali dell’università' di Bologna (CISL Università, CNU - Comitato Nazionale Universitario, FLC CGIL, SUN Universitas News, UIL RUA, DOCENTI PREOCCUPATI, CoNPAss), ha preso in esame la bozza del nuovo Statuto di Ateneo presentata dal Magnifico Rettore al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione il 17 maggio scorso, rilevando in particolare quanto segue:

“Per quanto attiene agli articoli riguardanti il governo dell’Ateneo, la composizione, le attribuzioni e le modalità di costituzione dei suoi Organi, si prefigura un cambiamento in senso verticistico, molto al di là di quanto prescritto dalla stessa Legge 240/10, non giustificato da alcuna tradizione giuridica in campo pubblico o privato, che limita fortemente i pochi spazi di democrazia e ogni bilanciamento tra i poteri degli Organi. I pochi margini di manovra rispetto ad una legge già di per sé fortemente antidemocratica sono stati al contrario utilizzati per accentuarne i lati negativi”.

Per questo le parti sindacali sopra menzionate hanno indetto per fine giugno un referendum interno. Attraverso il referendum, sperano di ottenere l’elezione diretta di presidi, direttori di dipartimento, coordinatori dei campus e membri di tutti gli organi collegiali, l’elezione del Comitato di selezione dei candidati e la possibilità di sfiduciare il Cda da parte del Senato, nel caso i consiglieri d’amministrazione non siano eletti ma nominati dai senatori.
(Fonte: SUN - UNIVERSITAS  News 03-06-2011)
 
La governance dell'Alma Mater PDF Stampa E-mail
Una delle prime conseguenze della riforma dell’Università è quella che impone una radicale modifica dello Statuto, massima espressione di autonomia: oggi stiamo vivendo la fase finale nella decisione circa il nuovo assetto dell’Ateneo. Questo delicatissimo momento è passato sullo sfondo, soprattutto per le ultime vicende elettorali. Ma oggi ritorna d’attualità, considerato che si va verso le battute finali. Certamente il momento costituente del nuovo Ateneo, quello modellato secondo la riforma prevista dalla legge Gelmini, è sfuggito sia all’opinione pubblica sia alla grande massa degli studenti, ma esso verrà a incidere in maniera determinante sull’organizzazione tradizionale degli studi, anche quella più vicina alle famiglie e ai futuri studenti: ad esempio è possibile (anzi probabile) che scompaiano le Facoltà e che tutta la didattica e la ricerca sia accorpata nell’unità di base dei Dipartimenti, a loro volta ridimensionati nel numero, ma potenziati nelle funzioni. Sono modifiche epocali che segnano una svolta in tutti quelli che vedono l’Università come meta degli studi per i loro figli e per coloro che vi lavorano. Per il momento il coinvolgimento dei docenti e degli studenti è stato scarso in quanto l’elaborazione dell’unico testo circolato è frutto di una commissione rettorale, nata addirittura prima della riforma e per alcuni aggiustamenti al precedente Statuto. Oggi è possibile cambiare rotta nella stesura definitiva e far giungere delle proposte partecipative di modifiche e di miglioramento a un testo molto tecnico, ma che ancora non ha chiaro quello che sarà il futuro della governance d’Ateneo e come si attuerà il coinvolgimento dei docenti negli organismi chiave che dovranno portare avanti il gravosissimo impegno di consentire all’Alma mater di mantenere e anzi migliorare le sue posizioni nei rating dei migliori atenei del mondo. Un punto deve essere chiaro: l’Università è una communitas che vede la libertà d’insegnamento e di ricerca del singolo docente quale punto di riferimento cardine di un sistema. E in questa ottica il corollario naturale sarà quella per cui la democraticità delle scelte non può essere solo quella del momento elettivo del Rettore. Punti chiave non solo da non dimenticare, ma da costituire chiavi dominanti nell’intera riscrittura del nostro Statuto.
(Fonte: A. Carullo, Il Resto del Carlino 16-06-2011)
 
Comitato di disciplina e tasse universitarie PDF Stampa E-mail

L'UNIBO per prendere eventuali provvedimenti disciplinari è ferma perché il vecchio comitato di disciplina al CUN non è più in vigore, in quanto la legge Gelmini prevede che ogni Ateneo si faccia il suo. Ieri il consiglio d'amministrazione dell'Alma Mater ha dato il via libera al nuovo organismo, che ora deve passare dal Senato accademico e quindi dal ministero. Sarà composto da tre membri per ogni fascia (ordinari, associati, ricercatori) più i supplenti. «Così il giudizio sarà tra pari», assicura il rettore Ivano Dionigi che proporrà i nomi al Senato accademico. Resta in carica tre anni, è rinnovabile una volta. «È necessario che fin d'ora lo Statuto preveda questo organismo — spiega ancora Dionigi —, sono già cinque gli atenei in Italia che se ne sono dotati».

Tasse universitarie inalterate anche per il prossimo anno (salvo il consueto adeguamento al tasso di inflazione del-1'1,5%). Ritocco invece di 35 euro all'indennità di ammissione alla laurea, che passa da 65 a 100 euro. E’ una complessa manovra, che comprende more e incentivi più alti, per aumentare gli introiti complessivi dalle contribuzioni studentesche e mantenere inalterati i premi e gli esoneri per i più poveri e i più bravi. L'operazione ha ricevuto ieri l'ok dal CDA dell'Alma Mater. Il rettore Ivano Dionigi aveva chiesto al presidente della commissione bilancio Sandro Sandri e al prorettore agli studenti Roberto Nicoletti «di fare un piccolo miracolo, aumentare gli intrioiti senza aumentare le tasse», confida lo stesso Magnifico, «non è aria né tempo di aumentare le tasse per le condizioni economiche e sociali del Paese». Attenzione ai problemi delle famiglie, quindi. Senza ignorare il «periodo non facile» per lo stesso Ateneo, come dichiara Nicoletti. Ateneo che, infatti, si trova a fare i conti con circa g milioni di euro in meno rispetto all'anno scorso di tasse studentesche e con la stessa previsione anche per l'anno prossimo. I motivi? «Un maggior numero di esoneri, totali o parziali, perché è aumentata la povertà del Paese — spiega Nicoletti un minor numero di iscritti perché gli studenti si laureano più in fretta, l'aumento degli immatricolati, ma nelle facoltà con le tasse più basse, e una forte irregolarità dei pagamenti». Pur in questo scenario, l'Ateneo ha voluto mantenere le condizioni di favore per i suoi studenti più bravi o più. poveri. Condizioni che però costano. Ci sono circa 8,5 milioni di euro per gli esoneri totali (con borse di studio pagate dalla Regione), 3,5 milioni per gli esoneri parziali suddivisi in cinque fasce (con sconti dal 10 al 50% sul contributo), 450 mila euro di esoneri per gli immatricolati con il 110 e lode, 2,8 milioni di euro per le collaborazioni di 150 ore offerte a chi ha certi requisiti di merito e di reddito, circa 400 mila euro di rimborsi del 10% delle tasse a chi studia in corso e con medie alte e, infine, 287.500 euro per i 115 premi da 2.500 euro ai bravissimi.

Ecco quindi le strategie adottate dall'Ateneo per mantenere la bilancia, nonostante tutto, in equilibrio. La prima, e più consistente, è l'anticipo del 30% della terza rata alla seconda (che scade il 22 dicembre) per le lauree triennali: un anticipo che vale circa 2,8 milioni di euro. Per le magistrali si passa invece da quattro a tre rate, accorpando la seconda e la terza con scadenza al 31 dicembre, operazione che vale circa 6 milioni di euro e da cui sono escluse le lauree più onerose (odontoiatria, scuola interpreti e traduttori, biotecnologie farmaceutiche e biotecnologie molecolari e industriali). Giro di vite poi sulle more applicate a chi non paga entro le scadenze: 50 euro la prima settimana di ritardo, 100 euro dall'ottavo giorno (prima il massimo era 60 euro). Aumenta lo sconto per chi paga invece in un'unica rata: da 31 a 200 euro.

Il quadro delle contribuzioni studentesche ora è questo. Se si paga in un'unica rata nelle triennali il massimo è di 3.628 euro per odontoiatria e il minimo è 1.070 per economia, giurisprudenza, scienze politiche e scienze statistiche; nelle magistrali il massimo è 3.733 per odontoiatria e il minimo 1.474 per giurisprudenza.

Aumenta di 35 euro la tassa per laurearsi, l'unica nota dolente sollevata dal consiglio studentesco. Il ricavato, circa 500 mila euro, «torna agli studenti come diritto allo studio — assicura Dionigi —, ovvero sale studio, premi ai migliori e certificazione linguistica».
(Fonte: M. Amaduzzi, Il Corriere di Bologna 09-06-2011)

 
Nuove modalità per la domanda di riscatto della laurea PDF Stampa E-mail

Lo precisa l’Inps con la circolare 27 maggio 2011, n.77. La modalità di accesso è unica, a differenza di altri servizi INPS, e cioè telematica con collegamento diretto al sito web dell'INPS. Il contact center dell'Inps funge da semplice supporto per necessità e informazioni alla clientela. Prima di illustrare le nuove modalità sulla domanda di riscatto dei periodi di studi universitari soffermiamoci sui presupposti del diritto del riscatto.

Riscatto laurea - Il riscatto dei periodi di iscrizione all’Università, limitatamente alla durata del corso legale di laurea (sono esclusi i periodi fuori corso) interessa:

- i lavoratori dipendenti;

- dal 12.7.1997 anche gli iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, artigiani e commercianti), gli iscritti alla gestione separata INPS e ai fondi sostitutivi ed esclusivi (Stato, INPDAP) (Dlgs 184/1997);

- dall’1.1.2008 la relativa facoltà può essere esercitata anche dai soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza compresa la gestione separata INPS che non abbiano iniziato l'attività lavorativa (L. 247/2007 – INPS circ. 29/2008).

Sono riscattabili, anche parzialmente, i seguenti corsi di studio universitario limitatamente al periodo di durata legale previsto per il conseguimento del relativo titolo e a condizione che sia stato conseguito il titolo stesso:

a) "diploma universitario" che si consegue dopo un corso di durata non inferiore a due e non superiore a tre anni;

b) " diploma di laurea " dopo un corso di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni;

c) "diploma di specializzazione", che si consegue successivamente alla laurea ed al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;

d) " dottorato di ricerca ", i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge;

Sono riscattabili anche i seguenti corsi purché attivati dall’anno accademico 2005/2006 (INPS 15662/2010):

e) diploma accademico di primo livello;

f) diploma accademico di secondo livello;

g) diploma di specializzazione;

h) diploma accademico di formazione alla ricerca.

Giovani non iscritti - Come anticipato si tratta di una recente novità in vigore dal 2008 diretta in particolare ai giovani che, dopo essersi laureati, non hanno iniziato a lavorare e non sono iscritti ad alcuna forma di previdenza obbligatoria.

Le due condizioni devono essere presenti entrambe nel senso che un soggetto inoccupato ma che ha in precedenza lavorato e accreditato dei contributi obbligatori in una forma previdenziale, non potrà avvalersi di tale modalità di riscatto.

Invece l’inoccupato che abbia riscattato solo in parte il periodo di studi (ad esempio solo due anni anziché l'intero corso di laurea) avvalendosi della nuova norma e che, successivamente, si sia occupato ed abbia pertanto accreditato contribuzione obbligatoria in posizione assicurativa, potrà riscattare il rimanente periodo con le regole generali, valide per gli iscritti.

L'onere dei periodi da riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria (vigente nell'anno di presentazione della domanda).
(Fonte: P. Gremigni, Il Sole 24 Ore 06-06-2011)
 
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