Home 2011 8 Giugno
8 Giugno
Incontro CRUI/OO.SS. PDF Stampa E-mail

Il giorno 25 maggio 2011 si è tenuto, presso la sede nazionale della CRUI a Roma, un incontro fra le OO.SS. nazionali (FLC-CGIL, CISL-UNIVERSITA’, UIL-PAUR, CONFSAL, CISAL) e il delegato della CRUI alle relazioni sindacali prof. Pacetti per fare il punto su alcuni dei temi più urgenti degli Atenei. Si segnalano alcuni punti oggetto di proposte e/o di condivisione.

Sulla questione delle modifiche di Statuto si è condivisa l’apprensione per le modalità restrittive circa i principi dell’autogoverno e della rappresentanza (in particolare per quanto riguarda il personale contrattualizzato) che sembrano emergere dai contenuti dei primi statuti approvati e trasmessi al Ministero per la ratifica. Apprensione aggravata dal fatto che in realtà sembrano segnare, in maniera più o meno accentuata, tutti gli statuti ancora in discussione. E’ stata condivisa l’intenzione di monitorare i risultati complessivi pur nella consapevolezza che la ricostruzione di un quadro generale è resa difficile dal grado di  “autonomia” conferito dalla legge agli organi competenti e dai paletti stretti in cui gran parte delle opzioni possono essere esercitate.

Sulla questione del “riordino della partita socio-assistenziale” delle Facoltà di Medicina è stata unanime la condanna di una situazione che genera a “macchia di leopardo” diverse e spesso incongrue soluzioni - dalle fondazioni agli IRRCS, alle convenzioni regionali ad altro – che stanno mettendo in grave apprensione il personale, specialmente quello contrattualizzato, dei nostri Atenei. Tanto più che questo avviene in totale assenza di coinvolgimento della parte sindacale in particolare per gli aspetti inerenti il rapporto di lavoro. Anche su questo aspetto c’è stata una precisa presa di impegno del prof. Pacetti di investire la CRUI per una razionalizzazione degli interventi.

Per quanto riguarda la previdenza integrativa le OO.SS. hanno denunciato come il comparto, assieme a quello della ricerca, siano rimati gli unici privi di questo strumento integrativo di cui hanno necessità  in particolare i giovani. Si è anche posto il problema di rendere il fondo accessibile  ai docenti universitari in particolare per le esigenze dei “giovani” ricercatori.

Infine è stato posto un sollecito, di cui la CRUI ha preso atto, ad usare le risorse già stanziate per il reclutamento dei docenti ed attualmente improduttivamente giacenti il che non è in sintonia col grave tasso di disoccupazione giovanile del nostro paese documento dagli istituti di rilevamento. Le OO.SS. hanno chiesto alla CRUI di intervenire con una posizione forte nel dibattito sul decreto sviluppo affinché il Governo stanzi risorse adeguate per finanziare le Università.
(Fonte: FlcCgil 26-05-2011)
 
Sulla mancata assunzione in servizio di docenti universitari PDF Stampa E-mail

“Onorevole Ministro, in numerosi Atenei per molti concorsi a posti di professore o di ricercatore, banditi negli scorsi anni, non si sta procedendo all’assunzione in servizio. Il blocco delle assunzioni deriva per questi Atenei dall'aver superato il 90% nel rapporto AF/FF0. Ma, come Lei ben sa, questo rapporto non era invece superato al momento in cui legittimamente le Università avevano avviato le procedure concorsuali e i singoli docenti avevano acquisito il diritto alla chiamata. Come ha autorevolmente affermato il Consiglio Universitario Nazionale nella mozione del 21.4.2011, si rende necessario un Suo urgente intervento per autorizzare le Università a concludere con l'assunzione le procedure concorsuali bandite nei casi in cui il rapporto tra spese fisse ed il fondo di finanziamento ordinario avesse rispettato i limiti di legge al momento dell'emanazione del bando. La Legge1/2009, da cui discende l’impedimento alla presa di servizio dei “chiamati” e dei vincitori di concorso a ricercatore, è successiva ai bandi cui i docenti hanno partecipato e possono quindi non ritenersi applicabili, in una situazione di aspettativa concretatasi ben prima dell’entrata in vigore della Legge stessa, i precetti in essa contenuti.

Il mancato superamento di questo blocco nelle assunzioni di ricercatori e professori universitari, oltre a prolungare, nel migliore dei casi, il periodo di precariato per i vincitori di concorso a ricercatore e il rischio di decadenza dell’idoneità per i “chiamati”, comporta un grave danno per l’intero sistema universitario. C’è il rischio più che concreto, anche a fronte all’incremento dei pensionamenti del personale in servizio, di una riduzione dell’offerta didattica e della qualità stessa dell’insegnamento.

Confidando quindi in un Suo intervento che rimuova le interpretazioni ostative alla chiamata in servizio degli aventi diritto”.
(Fonte: FlcCgil. Lettera del segretario generale D. Pantaleo al ministro Gelmini, 01-06-2011)
 
Prima a gestione provinciale l’università di Trento PDF Stampa E-mail
L’Università di Trento, ateneo statale che si distingue per la qualità dei risultati, sarà la prima “a gestione provinciale” del nostro Paese. Dopo il via libera del consiglio di amministrazione, che all’unanimità ha detto sì alla delega delle competenze sull’ateneo in capo alla Provincia autonoma di Trento, ora si attende l’ultimo ok del Consiglio dei Ministri. L’ateneo trentino gode di buona salute e lo dimostra anche il bilancio recentemente approvato, che fa segnare un risultato positivo di oltre due milioni di euro con 160 milioni di ricavi, di cui 80,9 di provenienza statale. Nel 2010, secondo il profilo dei laureati in Italia tracciato da Almalaurea, i giovani che hanno conseguito la laurea presso l’ateneo sono stati 2.416, con un’età media di 26,4 anni contro i 27,5 dei laureati nel 2004. I vertici dell’università rivendicano l’ottimo posizionamento nell’ultima classifica Censis-Repubblica, che vede Trento al primo posto tra gli atenei italiani di medie dimensioni (fra 10mila e 20mila studenti), con un punteggio di 102,6 davanti a Siena e Pavia. “A premiare di più tra gli indicatori utilizzati nella graduatoria – spiega il rettore nella sua relazione al bilancio -, i servizi, le borse di studio, le strutture, il web e l’internazionalizzazione. Tutti aspetti su cui l’ateneo ha investito in un’ottica di miglioramento continuo”.
(Fonte: R. Lupoli, università.it 02-06-2011)
 
Il rapporto “Preparation of a new programme in the field of education and training post 2013” PDF Stampa E-mail
La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 24 maggio i risultati di una consultazione pubblica sulla futura generazione di programmi europei nel settore dell'istruzione giovanile e della cooperazione universitaria internazionale, successiva all'anno 2013. Il rapporto, intitolato Preparation of a new programme in the field of education and training post 2013, ha accordato l'assoluta priorità all'obiettivo del miglioramento della qualità e dell'efficienza educativa e a quello legato al rafforzamento della mobilità degli studenti, dei docenti e dello staff amministrativo. Per creare lo spazio comune europeo auspicato dal Processo di Bologna, è prevalsa in maggioranza la volontà di aprire i nuovi programmi, e soprattutto Erasmus, anche a paesi non appartenenti all'Ue, importanti sul piano economico-politico come i Paesi europei membri del Consiglio d'Europa, gli USA, il Canada e i cosiddetti Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Per leggere il Rapporto: http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/consult/llp/report_en.pdf
 
“Globalizzazione e mondializzazione”. Un nuovo convegno dell’Associazione Almae Matris Emeriti PDF Stampa E-mail

Nell’ambito del suo denso programma di attività l’Associazione Almae Matris Emeriti, unitamente all’Università di Bologna, il 20 giugno p.v. alle ore 16.30 presso l’Accademia delle Scienze – Via Zamboni, 31 – Bologna, terrà un convegno aperto a tutti sul tema di grande attualità: Globalizzazione e Mondializzazione.

Relatori saranno i Professori Emeriti Giulio Zucchi, Francesco Galgano, Vincenzo Balzani che affronteranno le problematiche relative allo “Sviluppo globalmente sostenibile”; alla “Globalizzazione dei mercati e universalità del Diritto”; a “Energia, sviluppo ed etica”.

Per meglio documentare i contenuti delle relazioni se ne riportano di seguito brevi sintesi:

-          Giulio Zucchi: Lo Sviluppo globalmente sostenibile

La mondializzazione e la globalizzazione sono due aspetti dell’integrazione sempre più profonda che lega lo sviluppo delle varie aree mondiali.

Il processo è fisiologico, per cui esso va assecondato ma anche gestito per renderlo sostenibile.

Due terzi della popolazione mondiale stanno rapidamente recuperando il loro gap di sviluppo determinando scenari del tutti inediti.

L’evoluzione di queste popolazioni è altresì funzionale anche allo sviluppo delle aree ricche.

Va però rilevato che in conseguenza di questa espansione l’assorbimento di risorse (e in particolare di energia) nonché il rilascio di scarti sono quantitativamente e qualitativamente insostenibili sotto il profilo ambientale e socioeconomico. Le conseguenze possono essere catastrofiche. E’ quindi indispensabile intervenire con lungimiranza anche a tutela delle generazioni future.

La ricerca di una sostenibilità globale deve essere ricercata reindirizzando lo sviluppo generale verso scelte fra di loro compatibili che sintetizzino le sostenibilità culturali, del consumo, ambientali, sociali, economiche, istituzionali. Occorre essere consapevoli che sono a rischio tutti gli equilibri e la stessa Pace.

La dimensione dei problemi è globale per cui la revisione delle politiche di sviluppo deve essere altrettanto generale. I protezionismi sono risposte inidonee e antievolutive. Diversamente le intese sopranazionali di coordinamento verso obiettivi d’integrazione sono le uniche che possono dare risultati positivi, unitamente ad una generalizzata presa di coscienza che induca a comportamenti soggettivamente responsabili.

E’ necessario pensare in termini generali per orientare le scelte individuali e per finalizzare le politiche di sviluppo in modo coordinato verso obiettivi d’integrazione convergenti e rivolti a conciliare in tutte le aree sviluppo e qualità di vita.

-          Francesco Galgano: Globalizzazione dei mercati e universalità del diritto

La globalizzazione espande i mercati, mondializza le culture, getta le basi di una nuova, transnazionale, mondializzata, società civile, ma non sposta i confini che dividono la Terra in quasi duecento Stati, ciascuno dei quali presidia solo un frammento del mercato globale, e non è in grado di regolarlo.

Le organizzazioni intergovernative di governo dell'economia mondiale, come la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale, sono solo apparentemente tali. Deliberano, in base ai loro statuti, a maggioranza di capitale. Ciò che, in ragione dei conferimenti eseguiti, dà la preminenza decisionale ad alcuni paesi soltanto, quali gli Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Giappone.

Altro sono le organizzazioni non governative. Dominano le tecnocrazie professionali, quali ad esempio lo IASP, che detta i principi contabili internazionali, e soprattutto i legal study americani, che incessantemente inventano sempre nuovi modelli contrattuali, che si diffondono in tutti i continenti, creando per via non legislativa un diritto transnazionale uniforme. La creazione di un nuovo diritto universale, come fu per secoli l'antico diritto romano, precede anche le consuetudini commerciali internazionali, cui si dà il nome di Nuova lex mercatoria; e raggiunge livelli nobili con le carte universali dei diritti dell'uomo, che la nostra Costituzione considera preminenti rispetto alle leggi nazionali.

-          Vincenzo Balzani: Energia, sviluppo ed etica

La Terra su cui ci troviamo è un'astronave del tutto speciale sulla quale dobbiamo cercare di vivere nella solidarietà e nella pace. La principale risorsa di cui abbiamo bisogno è l'energia: senza energia non si può fare nulla. Negli ultimi due secoli abbiamo utilizzato a piene mani l'energia fornita dai combustibili fossili. Da qualche decennio ci siamo resi conto, però, che si tratta di una risorsa limitata e non rinnovabile il cui uso causa gravi danni al clima della Terra e alla salute dell'uomo. E' quindi inevitabile una transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti di energia. Questo problema mette l'umanità di fronte ad un bivio.
 
« InizioPrec.123456789Succ.Fine »

Pagina 8 di 9