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20 Luglio
Bando 2010 MISE-ICE-CRUI per il co-finanziamento di progetti università-impresa PDF Stampa E-mail

E’ stato pubblicato sulla GU n° 151 del 01/07/20101 il bando per il co-finanziamento di progetti congiunti università-imprese, in un’ottica di internazionalizzazione, in applicazione dell’Accordo MISE-ICE-CRUI. L’Accordo mira a favorire la competitività internazionale delle PMI italiane, avvicinando il sistema produttivo alla ricerca accademica e favorendo il trasferimento tecnologico attraverso progetti congiunti tra università e imprese, rivolti ai mercati esteri. L’intervento consiste nel cofinanziamento pubblico del 50% dei costi relativi a progetti proposti dalle Università con la partecipazione di almeno un’impresa italiana, finalizzati all’obiettivo di sviluppare la collaborazione all’estero nel campo della ricerca applicata, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, anche in relazione ad obiettivi consistenti in brevetti o spin-off. Le due edizioni precedenti hanno permesso il co-finanziamento pubblico di un totale 54 progetti di ricerca/trasferimento tecnologico relativi a diversi settori produttivi.

La prossima edizione impegnerà un totale di € 2.500.000 per cofinanziare, fino ad un massimo di € 125.000, progetti presentati da università italiane in partenariato con imprese e centri di ricerca, che verranno selezionati sulla base degli specifici criteri previsti nel Bando. (http://www.sunres.unina2.it/index.php?option=com_content&task=view&id=445&Itemid=1)
 
Riformare i concorsi per garantire la responsabilità dei reclutatori e l'autonomia dei ricercatori PDF Stampa E-mail

Da sempre ci si esercita nell’individuare un sistema che garantisca la scelta dei migliori sulla base del pubblico concorso, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il concorso pubblico è largamente screditato come metodo di selezione trasparente ed efficace.  Il direttore del Dipartimento di Politica, Istituzioni, Storia dell’Università di Bologna, Fulvio Cammarano, ora propone un progetto di riforma dei meccanismi di selezione fondato sulla shared responsibility. Secondo tale meccanismo, semplice quanto innovativo, i componenti della commissione devono essere direttamente responsabili della loro scelta attraverso opportuni incentivi e disincentivi legati alla capacità valutata del reclutato.

Introduzione

Uno dei temi più difficili da affrontare quando si parla di riforma universitaria è quello che più di tutti compare nelle cronache e occupa grande spazio nell’immaginario collettivo: il reclutamento del personale per la ricerca e la didattica. Da sempre ci si esercita nell’individuare un sistema che garantisca la scelta dei migliori sulla base del pubblico concorso, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il concorso pubblico è largamente screditato come metodo di selezione trasparente ed efficace.

Per funzionare, il concorso richiederebbe che i commissari fossero tutti d’accordo sul significato di “migliore” (nella situazione contingente in cui si trovano ad operare) e, soprattutto, agissero sulla base di un’etica pubblica talmente superiore da non lasciare spazio alle simpatie, vicinanze e passioni che caratterizzano la natura umana. Tale prospettiva non è impossibile a livello teorico, ma certo molto difficile da raggiungere. È quindi arrivato il momento di ripensare profondamente il sistema di selezione del personale universitario.

La proposta

Cosa proponiamo? Di utilizzare una metodologia di selezione che si fondi sulla cosiddetta shared responsibility: i componenti della commissione (i 'reclutatori') devono essere direttamente responsabili della loro scelta attraverso opportuni incentivi e disincentivi legati alla capacità valutata del reclutato. Se quest'ultimo si dovesse rivelare impreparato per la didattica e non riuscisse a produrre risultati di ricerca regolari e referenziati, tutti coloro che lo hanno selezionato ne trarranno uno svantaggio (sia economico, sia in termini di carriera). Al contrario, più alto sarà lo standard mantenuto dal reclutato (didattica e ricerca) più significativi saranno i 'premi' per i suoi reclutatori. Questo sistema di responsabilizzazione condivisa (dai membri della commissione) porta ad un livello di defezione molto basso, perché tutti hanno interesse a rispettare le regole ed evitare il free-riding di chi vuole trarre vantaggi personali da risorse collettive (come spesso accade oggi, dove un commissario “interessato” spesso non trova adeguate resistenze nelle valutazioni degli altri commissari non coinvolti dall'esito del concorso).

Come funziona in pratica

1. Valutazione

Per procedere in questa direzione è necessario portare a compimento definitivo la costruzione di una griglia valutativa della qualità del lavoro del ricercatore-docente (che andrebbero utilizzate anche per distribuire finanziamenti privati e pubblici, PRIN inclusi, che sono ormai considerati una sorta di estrazione non sempre trasparente, al solo scopo di distribuire denaro senza garanzie di risultati di qualità). Al fine di costruire tale griglia valutativa, bisogna progettare un percorso di sperimentazione, elaborazione e verifica che veda coinvolti attori differenziati, con una significativa presenza internazionale. I criteri di valutazione, infatti, devono essere al contempo certi e sempre passibili di affinamento, combinando elementi quantitativi e qualitativi. Ad esempio, si possono inserire già nel bando del reclutamento i requisiti soggettivi richiesti: in questo quadro, volto all’affermazione di gruppi di ricerca coesi, innovativi e con alti livelli di qualità, la coerenza del lavoro del ricercatore col requisito soggettivo del bando sarebbe elemento di costante monitoraggio nel processo di shared responsibility. Una volta impostato un sistema di valutazione comune a livello nazionale e trasparente, si può impostare un nuovo sistema di selezione (anche per chiamata diretta, come vorrebbe il Ministro) sia per i ricercatori sia per i percorsi di tenure track.

2. La commissione

Il dipartimento che bandisce il posto nomina il titolare della materia a capo di una commissione di cui faranno parte un collega della disciplina, scelto mediante estrazione a sorte a livello nazionale, e tre membri di quello stesso dipartimento scelti dal Consiglio. È importante che i membri della commissione siano rappresentativi di discipline differenti, così da incentivare e incrementare quella strategia interdisciplinare della ricerca e della valutazione che è ormai diventata uno standard di qualità sul piano internazionale. Questi cinque commissari prenderanno in esame le domande presentate dai candidati e, sulla base dei titoli e del profilo scientifico, sceglieranno il candidato che ritengono migliore. Mentre nella versione attuale, qui finisce il compito della Commissione di concorso, nella versione da noi proposta la Commissione d’esame viene trasformata, ex lege, in un comitato di garanzia che per 6 anni (NB: la tempistica è comunque flessibile) avrà l’obbligo di seguire-monitorare l’attività scientifica del vincitore di concorso, valutato ogni due anni secondo i parametri di valutazione stabiliti a livello nazionale. Ed è proprio la valutazione della qualità della produzione (ricerca in primo luogo, ma anche didattica e capacità di attrarre fondi, attivare network internazionali, ecc.) a produrre effetti che ricadranno non più solo sul valutato, bensì sui suoi valutatori diventati, nel frattempo, suoi “tutors” e sui fondi del Dipartimento che ha bandito.

3. Incentivi e disincentivi

In qualità di garanti, i tutors risponderanno in prima persona dei successi e/o insuccessi del reclutato. In pratica, questo vuol dire che se il ricercatore ottiene buoni risultati, questi avranno effetti positivi, in termini di budget per la ricerca e di avanzamento di carriera, per i suoi tutors (che si vedranno assegnati più fondi ogni anno in misura proporzionale al progresso del nuovo ricercatore). Al contrario, se i risultati saranno mediocri, il processo prevederà decurtazioni di fondi per tutti. Ovviamente, attraverso un sistema di revisione biennale (con tre fasi successive nel corso dei 6 anni del contratto), i tutors avranno la possibilità di intervenire sul nuovo ricercatore, segnalare mancanze, proporre miglioramenti o, anche, procedere ad un’interruzione del contratto sulla base di evidenti e trasparenti motivazioni legate al sistema di valutazione nazionale.

4. Responsabilità condivisa

L’aspetto dell’interesse personale (dei reclutatori, che diventano responsabili 'in solido' dei successi ed insuccessi del reclutato) costituisce l'elemento cardine di questa proposta, perché rende molto difficoltoso 'pilotare' il processo di selezione sulla base di parametri non scientifici. Con il sistema vigente, un commissario può solo opporsi ad una selezione mediocre in virtù di principi etici (e questo comporta che, molto spesso, chi bandisce il posto riesca anche a convincere gli altri membri della commissione a soprassedere a tali principi in nome di altre esigenze e complicità). Con il sistema qui proposto, la motivazione diventa anche personale: chi se la sentirebbe di rischiare in prima persona per una scelta di bassa qualità? In questo modo si passa da un sistema in cui costi del reclutamento vengono 'socializzati', cioè spalmati sull'erario pubblico (nel sistema attuale, nessuno paga per l'assunzione di un ricercatore incapace), ad un sistema in cui i costi di una scelta sbagliata verrebbero 'condivisi' dai reclutatori, che avranno quindi ogni interesse ad assumere un ricercatore in grado di produrre ricerca pubblicabile e fare buona didattica.

5. Autonomia del ricercatore

Tale sistema avrebbe il pregio di spingere i cooptatori verso scelte virtuose, non fosse altro per interessi di 'premi di finanziamento': se selezionare un candidato produttivo porta dei vantaggi materiali per un cospicuo numero di anni si andrà sempre più verso un sistema in cui chi non ha allievi 'pronti alla bisogna', li scoverà altrove incrementando l’auspicata mobilità dei ricercatori. Inoltre, questo sistema incentiva la libertà di ricerca del reclutato. Oggi, purtroppo, un giovane ricercatore deve adeguarsi a studiare ciò che gli viene 'imposto' dal proprio professore ordinario di riferimento. Con il sistema da noi proposto, tutti trarranno vantaggio dall'operato di un ricercatore che studi i fenomeni che più gli interessano, purché garantisca, sulla base dei propri lavori, un buon riscontro valutativo. Per la prima volta si costruirebbe nell’accademia del nostro paese una vera e propria tenure track, al di fuori del rapporto individuale tra ricercatore e professore ordinario di riferimento. L’attuale forma del reclutamento rischia, infatti, di creare un “sistema a code”, in cui ad essere premiata è la staticità del ricercatore e la fedeltà al docente di riferimento; nel percorso da noi proposto, invece, sarebbe finalmente possibile premiare la mobilità del reclutato – fisica, di ricerca e intellettuale. Per incentivare tale aspetto, si può istituire un’anagrafe aperta dei ricercatori non strutturati, al cui interno rendere visibili i diversi curricula in modo da facilitare le scelte del reclutamento. (F. Cammarano 11-07-2010)
 
Tagliato del 30% il finanziamento alle università in Grecia PDF Stampa E-mail
Le università greche e lo staff accademico sono stati duramente colpiti dalle rigide misure di austerità adottate dal governo su richiesta del Fondo Monetario Internazionale, della Banca centrale europea e della Commissione europea, nell'ottica di una maggiore disciplina fiscale all'interno del paese. Il Ministro dell'istruzione ha imposto alle istituzioni un taglio del budget destinato ai programmi accademici e alle spese correnti di almeno il 30%, con le modalità che saranno le stesse istituzioni a decidere. Con il solo 3% del PNL destinato all'istruzione, il tasso più basso dei 27 paesi dell'UE, le università greche già lamentavano una ristrettezza di finanziamenti che inevitabilmente ne ha arrestato la crescita. La riduzione di quest'anno e gli ulteriori tagli attesi per il prossimo rendono il futuro assai incerto. (E. Cersosimo, Rivista Universitas. Notizie dall’estero 06-07-2010)
 
Il coordinamento nazionale delle conferenze dei presidi di facoltà ai ricercatori PDF Stampa E-mail

L’Interconferenza:

- esprime piena convinzione sull’urgenza di definire uno stato giuridico dei ricercatori universitari a tempo indeterminato, così da riconoscere loro le funzioni che effettivamente svolgono in relazione

alle attività didattiche, istituzionali e di ricerca, e superare l’ingiustificato contrasto tra diritti reali e doveri sostanziali che da anni caratterizza questo ruolo universitario;

- ritiene necessario che, nel rispetto di esclusivi criteri di merito, vengano previsti meccanismi tali da permettere di gestire il sistema universitario con efficienza ed efficacia nel periodo di transizione tra

vecchio e nuovo ruolo dei ricercatori, e che consentano ai ricercatori a tempo indeterminato di vedere valutato con serietà e riconosciuto con chiarezza il proprio impegno didattico e scientifico;

- evidenzia l’esigenza indifferibile di individuare risorse appropriate per governare il processo di transizione e, allo stesso tempo, per avviare in concreto un sostanziale rinnovamento del sistema universitario, fondamentale per lo sviluppo e la competitività dell’Italia nel contesto internazionale.

- ribadisce la propria preoccupazione per l’impossibilità di organizzare ed erogare l’offerta formativa per l’anno accademico 2010-2011, senza il coinvolgimento dei ricercatori nelle attività didattiche, con grave danno per l’immagine dell’Università e, soprattutto, per la formazione degli studenti;

- conferma il proprio impegno a sostegno dei ricercatori, soprattutto se non ci fossero prese d’atto della criticità della situazione, e raccomandando comunque che tutte le forme di mobilitazione siano

adeguatamente preannunciate alle istituzioni didattiche ed agli studenti. (I Presidenti delle Conferenze dei Presidi delle Facoltà Italiane 12-07-2010)
 
Valutazione quinquennale della ricerca (VQR) 2004-2008. Nuovo termine per candidarsi nei panel e nuove FAQ PDF Stampa E-mail

E’ stato prorogato al 31.08.2010 il termine per candidarsi come esperti nei Comitati di Area (Panel) per l'esercizio VQR 2004-2008. Inoltre nel sito CIVR sono tornate online le FAQ, con nuovi quesiti.

VQR 2004-2008 - FREQUENTLY ASKED QUESTION

D) Il DM n. 8. “Linee Guida VQR 2004-2008” è indirizzato alla valutazione delle sole Strutture e dei Dipartimenti oppure si estende anche ai singoli Docenti/Ricercatori?

R) Sono valutati anche i Ricercatori, in termini di outcome delle pubblicazioni presentate.

D) Se la valutazione si estende anche ai Ricercatori, in che termini sarà condotta? I Ricercatori verranno solo “etichettati” come “attivi, parzialmente attivi o inattivi” o a ciascuno di essi verrà attribuito un punteggio personale visibile?

R) I Ricercatori saranno etichettati come attivi (2 pubblicazioni), parzialmente attivi (1 pubblicazione) e inattivi (0 pubblicazioni). L’outcome delle valutazioni, sarà inserito nella pagina personale dell’interessato e, pertanto, non sarà reso pubblico.

D) Potranno due Ricercatori afferenti allo stesso Dipartimento (e co-autori di una stessa pubblicazione) presentare entrambi tale pubblicazione ai fini della valutazione? Se sì, che tipo di penalizzazione è prevista? In altre parole, la pubblicazione verrà contata due volte o una sola volta ai fini della valutazione del Dipartimento? Se sì, al fine di massimizzare il “potenziale” di pubblicazioni del Dipartimento chi e come deve risolvere il conflitto tra i due Ricercatori su chi deve presentare quella pubblicazione?

R) Si, i co-autori di una pubblicazione potranno presentare la stessa ai fini della valutazione del Dipartimento/Struttura di afferenza. Anche ai fini della certificazione del grado di attività dei Ricercatori la pubblicazione sarà parimenti valida per ciascun co-autore, anche se ripetutamente presentata. Ciò si tradurrà, tuttavia, in una penalizzazione di punti 0.5 a carico del Dipartimento/Struttura per ciascuna pubblicazione mancante, qualora il Dipartimento/Struttura non riesca a compensare la/e lacuna/e con ulteriore/i pubblicazione/i che riportino, necessariamente, l’affiliazione dei coautori interessati. La soluzione dell’eventuale “conflitto di attribuzione” della/le pubblicazione/i compete al Dipartimento/Struttura.

NB: nel caso in cui Strutture diverse presentino la stessa pubblicazione, il problema non sussiste in quanto la pubblicazione sarà interamente accreditata alle stesse, senza che ne derivi alcuna penalizzazione.

D) Quali potrebbero essere gli eventuali conflitti tra Strutture che propongono le stesse pubblicazioni?

R) Non esiste conflitto, in quanto ciascuna Struttura ha il diritto di operare autonomamente le proprie scelte. Nel caso di specie, pubblicazioni identiche presentate da più Strutture saranno comunque valutate dal Panel di riferimento una sola volta e l’outcome della valutazione sarà accreditato per intero a ciascuna delle stesse.

D) Potrebbe essere ammesso alla valutazione un Centro di ricerca interno, senza personalità giuridica propria e dunque autonoma rispetto all'Università? E, in caso positivo, anche se istituito in collaborazione con altri due Atenei stranieri? In tali casi come e quali Docenti, anche stranieri ed incardinati presso altre Università (italiane o straniere) considerare afferenti a tale Struttura? Come e se contare le pubblicazioni sia per il Centro che per l'Università (rectius Dipartimento di afferenza)?

R) Non è prevista la partecipazione di Centri di ricerca interni senza personalità giuridica. Infatti, l’art. 1, comma 1, lettera d) del DM n. 8 del 19 marzo 2010, recita: “altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca…. su esplicita richiesta e previa intesa che preveda la compartecipazione alle relative spese”. In sostanza, gli Altri Soggetti pubblici e privati cui fa riferimento il DM devono essere intesi quali Strutture dotate di personalità giuridica e non articolazioni organizzative interne della Struttura.

D) È precisato, ai sensi dell'art. 4 comma 3 del DM, che "previo giudizio del CIVR possono essere assimilate ai Dipartimenti anche altre tipologie di organizzazione funzionale delle Strutture" (scadenza non definita). In questo caso, nell'ipotesi che una Struttura (Ateneo) richieda di aggiungere, nel processo di valutazione - oltre ai previsti Dipartimenti -altre tipologie di organizzazione interna (es. Centri di ricerca) i Docenti potrebbero avere una doppia affiliazione o dovrebbero operare una scelta (es. Dipartimento o Centro di ricerca)?

R) Il VQR assume a riferimento come modello organizzativo funzionale delle Strutture il Dipartimento universitario. Per i soli soggetti non organizzati in chiave dipartimentale ed ai soli fini del VQR, saranno concordate con il CIVR riorganizzazioni interne di scopo simil-dipartimentali (Termini e procedure saranno definiti nel bando) Fermo restando che, ai fini del processo di valutazione, ciascun Ricercatore afferirà ad un’unica organizzazione funzionale (dipartimentale o simil-dipartimentale), per consentire alle Strutture di valutare la performance di altre tipologie organizzative (ad esempio, Centri, Istituti, Sezioni), il CINECA renderà disponibili gli strumenti necessari per eventuali riaggregazioni interne dei dati.

D.1) Il decreto prevede che, nel caso di Ricercatori con doppia affiliazione, tali Ricercatori debbano presentare 2+2 pubblicazioni. Come verranno individuate le pubblicazioni da valutare per ciascuno dei due Enti a cui è affiliato? Un esempio: consideriamo un Ricercatore universitario affiliato anche all’INFN. Il Ricercatore effettuerà l’upload di 2+2=4 lavori. Dovrà specificare i 2 che vanno in valutazione per conto dell’Università e i 2 che vanno in valutazione per conto di INFN ? Se no, potrebbe succedere che Ateneo e INFN scelgano lo stesso lavoro?

D.2) I Ricercatori incardinati in una Struttura possono essere considerati "attivi" anche in altre Strutture e/o soggetti? Quali?  Solo nell'ambito di altri soggetti autonomi (es. centri interuniversitari - art. 1 lett. d) o anche in quanto affiliati ad altre tipologie di organizzazione funzionale interne delle Strutture/Atenei (es. centri di ricerca)? Quali possono essere i criteri e i centri di decisione su quali pubblicazioni attribuire?

R: In relazione alle pubblicazioni presentate, il Ricercatore è considerato attivo (2 pubb.), parzialmente attivo (1 pubb.) o inattivo (0 pubb.), ferma restando l’afferenza ad un’unica organizzazione funzionale della Struttura. Ancorché incardinato in una Struttura, il Ricercatore può essere anche affiliato a Enti o Altri soggetti (vedi Figura sottostante).

D) Le organizzazioni funzionali delle Strutture (Dipartimenti) interessate al processo di valutazione sono solo quelle attive alla data di emissione del bando?

R) Si, senza eccezioni. Poiché i Ricercatori possono cambiare Dipartimento e i Dipartimenti stessi possono nel tempo cambiare denominazione, essere attivati o disattivati, è essenziale, ai fini della valutazione, riferirsi esclusivamente ai Dipartimenti esistenti alla data di pubblicazione del bando. In sostanza, ogni Ricercatore porta con sé tutta la sua “dote” (= pubblicazioni, brevetti, fondi di ricerca, etc., anche se “costruita” in altre Strutture/Dipartimenti) e la “conferisce” alla Strutture/Dipartimenti di afferenza alla data del bando.

D) Ai sensi dell'art. 1 lett. d) del DM n. 8, è stabilito che, con scadenza 30 giugno p.v. 31 agosto p.v., Altri Soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca possano richiedere l'ammissione a valutazione, tramite stipula di apposita convenzione con il CIVR. L'interpretazione data alla disposizione fa ritenere che tali "Altri Soggetti" debbano avere propria personalità giuridica e che si debba trattare pertanto di soggetti esterni ed autonomi rispetto alle altre Strutture coinvolte nel processo di valutazione (es. centro di ricerca interuniversitario o altro). Nel caso in cui tale interpretazione fosse corretta, i Docenti strutturati in un Ateneo e affiliati ad altra Struttura/soggetto dovrebbero presentare 4 pubblicazioni: 2 presso l'Ateneo + 2 presso l'Altro Soggetto cui risulta essere affiliato (v/art. 4 comma 4 lett. d)?

R) È esattamente così!

D) Ci sono indicazioni sulla data di pubblicazione del bando del Presidente per l’inizio della procedura di valutazione?

R) Il bando sarà emanato a seguito della nomina, a firma del Ministro, del primo contingente di Panelist, già proposto allo stesso dal CIVR. Certamente il bando non uscirà prima dell’inizio di ottobre. (12-07-2010)
 
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