Home 2010 20 Luglio
20 Luglio
Intervento di Valditara (PDL) su manovra economica ed università alla 7ª commissione permanente del Senato PDF Stampa E-mail
Il senatore Valditara (PdL) fa presente di aver fino ad ora appoggiato in maniera convinta le scorse manovre finanziarie, sostenendo anche alcune misure dolorose, nella consapevolezza che l'università e la scuola dovessero essere razionalizzate… Giudicando polemici più nella forma che nella sostanza alcuni interventi dell'opposizione, non ritiene tuttavia convincente la manovra per quanto concerne la scuola, l'università e la ricerca e chiede con forza che lo schema di parere recepisca un'esigenza reale di cambiamento, altrimenti il suo voto sarà contrario. Ripercorre indi gli effetti, a partire dal 2011, delle passate misure sull'università, deplorando che il provvedimento in esame confermi il taglio di un miliardo e 300 milioni di euro per il settore. Stigmatizza, infatti, che nel 2011 si registrerà un gap tra spesa per il personale e Fondo di finanziamento ordinario (FFO), al netto dei pensionamenti e considerando il blocco delle assunzioni, tale da impedire la vita stessa degli atenei. Segnala del resto che il FFO ha diverse finalità, non esclusivamente destinate al pagamento degli stipendi. Reputa dunque inevitabile che con questi tagli le università non possano sopravvivere, tanto più che sono decurtati anche i finanziamenti per i dottorati di ricerca e per borse a favore dei giovani. A tale ultimo riguardo, ricorda con compiacimento che il decreto-legge n. 180 del 2008 aveva consentito la piena corresponsione delle borse ai meritevoli, mentre oggi vi è il rischio che oltre un terzo degli aventi diritto sarà privo di sostegno. Esprime poi preoccupazione per le conseguenze del blocco dei contratti e degli scatti stipendiali per gli insegnanti e professori, sottolineando come la perdita netta per i docenti non valga il sacrificio, tenuto conto che i risparmi sono pari a circa 300 milioni di euro e che le loro retribuzioni sono le più basse d'Europa. Rilevando criticamente come la professione docente sia poco valorizzata, giudica inopportuna la misura soprattutto alla luce del decreto-legge n. 180 del 2008 e del disegno di legge n. 1905, in quanto si prevede la fine degli automatismi stipendiali e l'avvio di un processo meritocratico. Desta peraltro stupore che per i magistrati sia possibile recuperare la perdita derivante dal blocco degli scatti mentre ciò non sia previsto per i professori. Sollecita dunque una più attenta riflessione, pur riconoscendo che la congiuntura sia alquanto delicata e che occorra eliminare gli sprechi. Afferma tuttavia che l'università non può essere considerata affatto uno spreco e dà atto al ministro Gelmini di aver fino ad ora operato positivamente per ridurre le inefficienze… Non concorda peraltro con i limiti alle assunzioni a tempo determinato nelle università, fissati al 50 per cento delle spese del 2009, né con i tagli alle missioni all'estero anche se finanziate con fondi esterni, poiché si penalizzano le università più virtuose che riescono ad ottenere risorse dall'esterno. In conclusione, richiamando la scelta degli Stati Uniti e della Germania di investire su università e ricerca proprio in momenti di crisi, ribadisce con forza il proprio dissenso rispetto al taglio di 1,3 miliardi di euro sull'università, chiedendo che sia recepito nel parere. (G. Valditara, Res. somm. n. 220 del 15/06/2010, 7ª comm.ne perm. Senato. http://zinnoscorner.blogspot.com/2010/06/interessante-intervento-di-valditara.html per il testo integrale)
 
Bilanci degli atenei in difficoltà. Intervista al Presidente della CRUI PDF Stampa E-mail
"Se i tagli ai finanziamenti dell'università sono quelli previsti due anni fa, nel 2011 sarà il disastro". Parole che pesano quelle di Enrico Decleva, presidente della Crui, la conferenza dei rettori italiani. Professore perché il 2011 rischia di essere l'anno impossibile per gli atenei? "Perché nei bilanci la distanza fra entrate e uscite sarà incolmabile, non saremo in grado di chiuderli, né di pagare gli stipendi al personale. Credo comunque che questo concetto sia ben noto al governo e al ministero". Come si arriva a questa situazione? "Ci vengono a mancare 950 milioni di euro perché, rispetto a quest'anno non ci saranno i 400 milioni dello scudo fiscale e non è stato prorogato il Patto per l'università di Padoa Schioppa e di Mussi". Migliaia di ricercatori minacciano l'anno prossimo di non salire in cattedra per protesta contro il disegno di riforma. Come pensate di fare? Con chi li sostituirete? "Siamo preoccupati. La Crui segue con attenzione quello che sta accadendo. Noi siamo favorevoli al reclutamento dei ricercatori a tempo determinato, ma in un'ottica di tenure track: quando un ateneo assume con contratto triennale un ricercatore, deve avere anche da parte i soldi per bandire poi alla fine del secondo rinnovo triennale il concorso e permettere al ricercatore, se lo vince, di diventare associato". A chi protesta dentro gli atenei promettendo da settembre lo sciopero della didattica, questo però non basta. "Bisogna prevedere una quota di associati per i ricercatori che sono già nelle università: si deve pensare a piani straordinari di riassorbimento di circa 2000 posti l'anno. Chiediamo che agli attuali ricercatori venga riconosciuto il ruolo di professore aggregato. Stiamo però parlando di questioni importanti ma non decisive, il nodo centrale sono le risorse, le università sono in ginocchio". Lei ha detto in più occasioni: la riforma deve andare avanti. Perché? "Perché è un'occasione da non perdere: introduce il concetto di valutazione della ricerca e quindi responsabilizza gli atenei rispetto alle persone che assumeranno. E poi non è una toppa, ma una vera e propria riforma organica che cambia la governance, definisce con chiarezza le responsabilità del consiglio di amministrazione e del senato accademico e nel reclutamento introduce l'abilitazione nazionale, distingue opportunamente fra tempo pieno e part time. Infine, aggiorna la quota del 90% che oggi penalizza molti atenei". A questo proposito: oggi, le università non possono spendere per il personale oltre il 90% delle risorse che ricevono dal fondo di finanziamento ordinario, cioè i soldi che il ministero vi dà per far funzionare tutta la macchina. "Sì, ma ogni anno aumentano i costi (dalle bollette alle manutenzioni, la voce degli stipendi...) e diminuiscono o al massimo restano uguali i finanziamenti. E' chiaro che in una situazione di questo genere molti atenei sforano il tetto: uno su due già oggi, se non scattassero dei correttivi di bilancio". Torniamo alla riforma: lei ha detto che introduce la valutazione, ma la distribuzione dei finanziamenti in base al merito è già stata ridotta dal 7 al 3%. Non le sembra una presa in giro? "Sono certo che quel comma sarà modificato". Cosa pensa della possibilità, prevista nel disegno legge, di nominare rettore anche un docente di un altro ateneo? Non si rischiano interferenze? "Non vedo questo rischio. Non credo che per i rettori ci sarà la stessa girandola che avviene per gli allenatori delle squadre di calcio". In effetti, la panchina dell'ateneo, di questi tempi scotta ovunque". (L. Montanari, La Repubblica 24-06-2010)
 
Mozione della CRUI sulla manovra finanziaria e sui ricercatori PDF Stampa E-mail

La CRUI esprime le più vive preoccupazioni per le condizioni e le prospettive del sistema universitario italiano, ancora privo di indicazioni circa l’indispensabile recupero dei tagli finanziari previsti per il 2011; pesantemente penalizzato per i sacrifici richiesti dalla manovra finanziaria in corso al proprio personale docente e tecnico amministrativo nei confronti del quale si prospetta un inaccettabile trattamento discriminatorio che colpirà in modo particolare i più giovani tra i ricercatori e i professori; ancora in attesa che il DDL di riforma dell’Università venga messa in calendario in aula al Senato, nonostante la VII Commissione abbia concluso i suoi lavori ormai da due mesi. Sussiste il rischio concreto, in una fase sempre più critica della politica italiana, che il provvedimento di riforma, nella versione già migliorata e ancora migliorabile dal Parlamento, non venga approvato neppure in prima lettura entro la pausa estiva, vanificando in maniera probabilmente definitiva prospettive irripetibili di miglioramento e di sviluppo del sistema.

La CRUI ribadisce il proprio impegno per la salvaguardia e il rilancio del sistema universitario nazionale e fa appello a tutte le forze responsabili affinché l’iter legislativo venga tempestivamente riattivato, recependo le richieste già più volte avanzate di ulteriore modifica del provvedimento rispetto al testo predisposto in Commissione. Tali richieste riguardano in particolare:

• la possibilità di sperimentare forme organizzative più flessibili per gli atenei che rispettino i requisiti di valutazione e di equilibrio dei bilanci;

• la composizione dei senati accademici, consentendo  che possano farne parte i presidenti delle strutture intermedie;

• l’ampliamento, quantomeno nei primi sei anni di applicazione delle nuove norme sull’abilitazione scientifica nazionale e sul reclutamento, delle quote destinabili alle promozioni interne e alle procedure di selezione rispetto ai posti da destinare ad esterni;

• il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dai ricercatori nella vita universitaria, da concretare in un piano straordinario, debitamente finanziato, che consenta la chiamata ogni anno di almeno 2000 ricercatori a tempo indeterminato che abbiano conseguito l’abilitazione scientifica a professore associato anche per fare fronte alla drastica riduzione in atto degli organici;

• la revisione, nella medesima prospettiva e nel pieno rispetto delle regole di spesa, dei vincoli in vigore sul blocco del turn over e sulla ripartizione, rivelatasi forzata e irrazionale, delle relative risorse stabiliti dalla legge n. 1/2009;

• maggiori garanzie per le posizioni a contratto con tenure track, rendendo vincolante l’avvio di procedure di chiamata nel caso di superamento dell’abilitazione scientifica nazionale a professore associato;

• l’introduzione di un ruolo a esaurimento di professore aggregato al quale possano accedere a domanda e previa valutazione di idoneità scientifica i ricercatori a tempo indeterminato che abbiano svolto o svolgano per almeno tre anni attività didattiche curricolari, definendo il quadro dei relativi doveri e diritti e del trattamento economico, fermo restando che il numero di ore da dedicare annualmente all’insegnamento frontale non debba superare il 70% di quelle stabilite per i professori ordinari e associati.

All’urgenza di una soluzione legislativa ampiamente maturata nelle sue linee di fondo deve fare riscontro una altrettanto indilazionabile disponibilità di risorse commisurate ai fabbisogni effettivi e non più oltre comprimibili del sistema, pena il suo inevitabile collasso.

In un tale contesto va affrontata anche la situazione che si sta determinando in molti atenei, dove si prospetta il rischio che una parte anche consistente degli insegnamenti previsti per il prossimo anno accademico possa non trovare adeguata copertura didattica mettendo a repentaglio l’attivazione di interi corsi di studio.

La CRUI si riserva di ritornare sull’insieme delle situazioni e delle urgenze richiamate nella prossima Assemblea già convocata per il prossimo 29 luglio, data di riferimento viste anche le ineludibili scadenze relative alla programmazione delle attività per il prossimo anno accademico. (CRUI. Documento votato all'unanimità dall'Assemblea Generale 08-07-2010)
 
Le proposte della CRUI per i ricercatori PDF Stampa E-mail
La Crui chiede di attribuire a quei ricercatori che ne facciano richiesta il titolo (non il ruolo) di professore aggregato ma con una revisione (qui starebbe la novità) del trattamento economico. Il punto di contrasto tra rettori e ministero su questa proposta è ovviamente la questione del trattamento economico. E’ evidente che senza finanziamenti una simile proposta è fattibile per gli atenei solo a costo quasi zero, ossia chiamando ricercatori a fine carriera o comunque con una significativa anzianità e che non graverebbero troppo sui bilanci. Cosa che i Rettori non vogliono perché, forse, sanno bene che una simile proposta interesserebbe solo pochi ricercatori. E chiedono quindi risorse ad hoc sperando che allargando la base degli idonei possa saltare la protesta.  Insomma, Il documento della Crui ha una triplice funzione: a. sonda il terreno su alcune proposte (in particolare quella sul prof. aggregato); b. suggerisce il terreno di intervento al governo sul reclutamento a favore dei ricercatori; c. segna l’abbandono della partita precari ritenuta ormai persa. (FlcCgil 11-07-2010)
 
Come si riducono i fondi ministeriali per la ricerca PDF Stampa E-mail
I fondi ministeriali per la ricerca sono stati progressivamente ridotti e sono stati adottati anche degli escamotage per non assegnarli proprio. L’unico importante finanziamento ministeriale rimasto è il PRIN (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale): sono fondi assegnati su base competitiva a grossi progetti multicentrici. A parte il fatto che il budget complessivo diventa sempre più esiguo (e quindi sempre meno progetti vengono finanzianti e non voglio entrare nel merito della questione di come vengano assegnati), tramite un meccanismo di ritardi (voluti e programmati, è ormai palese) vengono saltati degli anni, in modo da non gravare sul bilancio ministeriale di quell’anno. Esempi: a gennaio sono stati notificati gli esiti del PRIN 2008 (quindi vengono erogati ora soldi che avrebbero dovuto essere a bilancio due anni fa, saltando così il 2008 e il 2009);  a marzo sono stati banditi i PRIN 2009, di cui a fine maggio è scaduta la presentazione delle domande che arriveranno alle commissioni giudicatrici probabilmente attorno al periodo delle ferie, le commissioni cominceranno a valutarli in autunno, gli esiti usciranno nel 2011 e così abbiamo saltato altri due anni finanziari. Da notare che anche quando un progetto “vince” e viene finanziato, la somma è sempre inferiore a quanto richiesto e di conseguenza insufficiente a completare il progetto stesso. (R. Zinno 18-06-2010. http://vorreispiegarviohdio.wordpress.com/2010/06/18/distruzione-universitaria)
 
« InizioPrec.12345678910Succ.Fine »

Pagina 3 di 12