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03 Maggio
Mozione del CUN sul programma FIRB “Futuro in Ricerca” PDF Stampa E-mail
Preso atto della pubblicazione sul sito MIUR dell’elenco dei Progetti finanziati nell’ambito del Programma FIRB “Futuro in ricerca” (D.M. 85/ric del 9 aprile 2010); Considerato che sono stati finanziati solo 105 progetti, pari a meno del 50% dei progetti valutati eccellenti, con votazione di 40/40, su un totale di quasi 3.800 progetti presentati; il Consiglio Universitario Nazionale CHIEDE con forza che siano messi a disposizione ulteriori fondi affinché tutti i 171 progetti valutati dopo le audizioni come finanziabili e che comunque rappresentano circa il 5% dei progetti presentati, possano essere effettivamente finanziati. (CUN, Adunanza del 14-04-2010)
 
Un disegno per tutelare la ricerca PDF Stampa E-mail
Per tutelare la ricerca il disegno deve realizzare alcune semplici ma fondamentali condizioni. Per prima cosa, occorre rafforzare il CIVR, come organo con il compito esclusivo di valutazione della ricerca. Secondo, il disegno deve enunciare chiaramente l'obiettivo “a regime” della quota del finanziamento degli atenei che va alla ricerca nonché il piano per il raggiungimento della quota “a regime”. Il disegno deve anche stabilire come questa quota deve essere amministrata, e gli incentivi usati per allocare questi fondi. Siccome il luogo di produzione della ricerca sono i dipartimenti, i dipartimenti devono anche essere i destinatari principali di questa quota,  in base alla qualita’ della ricerca prodotta. L’intervento dei singoli atenei, in questa allocazione, deve essere il più possibile limitato: le mediazioni dei rettori e dei CdA vanno ridotte al minimo. Infine, va affrontata davvero la questione degli incentivi personali ai ricercatori: il decreto deve stabilire che parte di questa quota debba contenere anche incentivi personali per i ricercatori. I vincoli a questa componente della retribuzione devono essere minimi. La qualità della ricerca individuale deve essere valutata al di fuori dell’ateneo, o con l’ausilio di criteri oggettivi, o con valutazioni offerte da organismi come il CIVR. (A. Rustichini e P. Potestio, noiseFromAmeriKa 18-04-2010)
 
A proposito di università eccellente PDF Stampa E-mail

-In tutto il mondo l'istruzione terziaria non è solo Università, l'Università non è solo Università eccellente, l'Università eccellente non è solo eccellente nella ricerca, e l'Università eccellente nella ricerca non lo è necessariamente in quella di frontiera, che si misura con pubblicazioni, magari nelle sole riviste ISI. Perché si dovrebbero adottare canoni bizzarri solo per l'Italia? Per fare come avrebbe voluto la Moratti con la scuola, cioè fare un'istruzione secondaria con soli Licei? Per fortuna quel progetto non andò in porto, ma causò un'impennata d’iscrizioni nei Licei a danno di Istituti Tecnici e Professionali, con il bel risultato di acuire la carenza di periti e tecnici necessari al sistema produttivo italiano (oltre a svilire l'immagine dell'istruzione tecnica). Con il sistema produttivo italiano che ci ritroviamo, invece, si dovrebbe adottare la strada inversa per l'istruzione terziaria, istituendo anche un canale di formazione professionalizzante anziché puramente accademico. Per dirla tutta, le Università italiane hanno provato loro a buttarsi anche in questo settore con il ben noto allargamento dell'offerta formativa, ma non ne avevano né la missione, né soprattutto - diciamocelo chiaramente - la capacità. L'Università Italiana ha sempre voluto essere "formalmente" Accademia, giammai lasciare spazio a un "collegio politecnico" che si affiancassero, per attuare una diversificazione reale e non raffazzonata della proposta didattica. (Da un commento on cline all’articolo di A. Rusticani e P. Potestio, RR 18-04-2010)

-Concordo pienamente. E mi sembra però che l'unico modo per risolvere questo problema sia di lasciare alle Università campo libero per riorganizzarsi come credono. Alcune Università di provincia potrebbero provare ad accreditarsi come ottime Università formative, collegi all'inglese, magari con la collaborazione/supporto di Università più quotate. Ci riusciranno? Che sia il mercato a decidere. Per loro, forse si potrebbe pensare a un sistema di finanziamento misto statale/regionale, basato su criteri misti. L'importante però è che sia l'Università stessa a porsi i propri obiettivi specifici. Quanto alle Università che aspirano a essere "U-n-i-v-e-r-s-i-t-à", queste vanno valutate con i criteri CIVR, all'inglese, non c'è altra strada. Uno stato come l'Italia ha assoluto bisogno di alcune Università di eccellenza su cui concentrare i propri sforzi. (Da un commento on line all’articolo di A. Rustichini e P. Potestio, G. Lipari 18-04-2010)
 
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