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10 Dicembre
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. CALCOLO DELL’IMPEGNO DEI COMMISSARI PDF Stampa E-mail
Nel caso delle discipline umanistiche per il concorso a professore ordinario sono previsti almeno tre monografie e 22 articoli. Di solito le monografie in questo campo non sono mediamente meno di 200 pagine, per cui tre sono 600; calcolando anche 15 pp. in media per articolo, facciamo circa 330. E così siamo a circa 930 pagine in media per candidato. E chi conosce il settore, sa bene che queste stime sono assai prudenziali. Ipotizziamo ora quanti siano i candidati nell’area (che comprende tutti gli storici della filosofia: antichisti, medievisti e generali): dal numero dalle domande e dalla conoscenza del settore, possiamo ipotizzare che probabilmente non saranno meno di 200; ma possono raggiungere numeri anche più alti, in considerazione delle doppie o triple domande e di molti esterni che tenteranno la sorte. Quante pagine al giorno può mediamente leggere un commissario? Di solito si sostiene che la velocità normale di lettura con piena comprensione del testo non possa andare al di là delle 200/230 parole il minuto; questo ovviamente per un testo normale, non di certo uno filosofico. Tuttavia vogliamo assumere che i commissari siano dei superuomini e assumiamo il primo valore come quello da loro effettivamente usato. Ogni pagina di un libro contiene in media circa 400 parole, in un testo non fitto di note. Perciò assumiamo che, in effetti, sia possibile leggere una pagina il minuto. Per leggerne 186.000 sono necessari così 3100 ore. Ora ammettiamo che ogni commissario dedichi a questo lavoro di lettura e valutazione 12 ore il giorno, sospendendo ogni altra attività e impegno (il che è irrealistico, in quanto i commissari non sono dispensati dai loro doveri didattici e scientifici e devono spesso seguire anche le incombenze derivanti dalle loro cariche istituzionali). Ebbene, dividendo 3100 ore per 12, risulteranno 258 giorni, sabati, domeniche e feste comprese, ininterrottamente. Ciò significa circa 8 mesi.
(Fonte: F. Coniglione, roars 22-11-2012)
 
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. A PROPOSITO DEGLI STUDIOSI STRANIERI NELLE COMMISSIONI PDF Stampa E-mail
Nel sito del MIUR destinato alle università si pubblicano le liste degli studiosi stranieri tra i quali saranno estratti i nomi di quanti dovranno integrare le commissioni cui spetterà di esprimere un giudizio circa l'idoneità di chi aspira alla carriera accademica a svolgere le funzioni di professore associato o professore ordinario. A prescindere dalla competenza degli studiosi nelle liste, mi si consenta di dubitare che nei Paesi Ocse (nei quali operano gli aspiranti commissari) vi siano schiere così nutrite di specialisti in grado di capire e apprezzare pubblicazioni scientifiche scritte, per la maggior parte, in lingua italiana. Ma la questione più importante non è se i commissari che saranno estratti conoscano o no la lingua italiana, e la conoscano a un livello un po' superiore a quello occorrente per esprimere esigenze basilari per la vita quotidiana, anche se sarebbe, quanto meno, imbarazzante dover esprimere un giudizio su lavori dei quali a stento si comprendono le linee generali, ma si stenta a capire la struttura argomentativa e i riferimenti culturali, soprattutto se impliciti. C'è, infatti, una questione preliminare, alla quale occorre rispondere, ed è per quale ragione sia stato deciso che le commissioni fossero integrate da studiosi stranieri. Sappiamo bene che all'origine della decisione c'è la sfiducia, tutt'altro che immotivata, nei confronti della capacità dei nostri accademici di esprimere giudizi che prescindano da considerazioni improprie (più o meno legittime). In alcuni settori, le associazioni scientifiche hanno scelto di introdurre criteri obiettivi (certo, non privi di limiti, ma che almeno assicurano uniformità di trattamento). In tali settori, in cui le pubblicazioni passano attraverso la valutazione preliminare di esperti scelti col criterio della competenza e non con quello della nazionalità, non si capisce quale sia l'utilità di avere specialisti stranieri direttamente coinvolti nei lavori delle commissioni. Ma nei settori in cui non si è ritenuto di seguire questa via (sono soprattutto quelli umanistici) ci si sarebbe aspettati che si esprimesse un particolare rigore critico nella selezione dei periodici in cui i lavori da sottoporre a giudizio sono stati pubblicati. Per esempio, un criterio generalmente osservato nelle pubblicazioni internazionali è che un periodico non possa essere certificato se non dopo tre anni dall'uscita del primo fascicolo, sempre che in tale periodo le uscite siano avvenute alle scadenze originariamente previste. Non si può dire che queste condizioni siano sufficienti, ma sono un punto di partenza per impedire che le cosiddette pubblicazioni scientifiche altro non siano che prose utilitarie assemblate alla meno peggio al solo fine di partecipare ai concorsi.
(Fonte: B. Vertecchi, Il Manifersto 21-11-2012)
 
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. COSTO DEI COMMISSARI STRANIERI PDF Stampa E-mail
I circa 109 commissari Ocse (tanti sono i settori concorsuali) costano solo in appannaggio 1.744.000 euro. Se poi consideriamo che a costoro debbano essere garantiti circa 15 giorni di soggiorno, con vitto e alloggio, per riunioni e incombenze varie, oltre le spese di viaggio, mediamente fanno circa 4250 ciascuno (250 euro al giorno con un costo di viaggio di 500 euro – stime sempre prudenziali), le spese ammontano a complessive 463.250 euro; ovvero un totale di 2.207.250 euro, per lo meno.
(Fonte: F. Coniglione, roars 22-11-2012)
 
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. RECUPERARE TRASPARENZA PDF Stampa E-mail

Le 68mila domande hanno superato ogni previsione sull'abilitazione nazionale al debutto. Finito il conteggio, però, le opinioni si dividono drasticamente. I fautori sottolineano la mole delle attese innescate dal riaprirsi del reclutamento universitario, a sostegno del fatto che la macchina è ormai avviata e non può essere fermata senza tradire le aspettative di decine di migliaia di persone. I critici vedono nella massa di persone in gioco un altro fattore di pericolo che pesa su un meccanismo dalle gambe fragili, che rischiano di crollare alla prima contestazione circostanziata (per esempio quella sollevata dai costituzionalisti su cui il Tar Lazio si pronuncerà il 23 gennaio). In realtà, va chiarito subito che lo scontro non è tra tifosi dell'abilitazione nazionale e nostalgici del vecchio sistema basato solo sui concorsi locali. In sostanza tutti concordano che il meccanismo fosse da riformare, e che l'abilitazione nazionale è la via giusta per provare a portare il reclutamento accademico fuori dalle polemiche in cui l'ha invischiato un'aneddotica ricchissima d’idoneità quantomeno discutibili, distribuite negli anni. Il problema, semmai, sono i mille snodi applicativi, dalla moltiplicazione dei titoli in area umanistica grazie allo spacchettamento dei libri in capitoli all'assenza di un'anagrafe nazionale dei docenti sebbene la legge la preveda dal 2008.
La grande assente nell'infrastruttura dell'abilitazione nazionale è la trasparenza, perché le banche dati alimentate negli anni scorsi sono state spesso fatte invecchiare nell'incuria e quelle nuove, che dovevano censire la produzione scientifica di ogni docente, sono rimaste lettera morta. Si spiegano così alcuni inciampi nella corsa verso la prima abilitazione nazionale, come il reperimento dei titoli su siti personali dei docenti che nessuna norma impone di alimentare, e che quindi offrono uno spaccato parziale delle attività di ricerca effettiva; oppure l'incertezza nell'esame delle riviste, moltiplicata dal fatto che il panorama si è arricchito al punto che in alcuni settori disciplinari ci sono più riviste che titolari di cattedra.
È il deficit di trasparenza il primo grande gap da recuperare, e anche in fretta: un naufragio della riforma nel mare delle carte bollate, per i ricorsi al Tar contro meccanismi di selezione non sempre difendibili, è il risultato da evitare. Lo impone proprio la mole delle domande presentate.
(Fonte: G. Trovati, IlSole24Ore 24-11-2012)

 
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. PROLUNGAMENTO FINO A 6 MESI DEI LAVORI DELLE COSTITUENDE COMMISSIONI PDF Stampa E-mail
E’ accertato allo stato attuale che sono state presentate circa 69.000 domande, per quasi 46.000 candidati (di cui circa 20.000 esterni ai ruoli delle Università). La CRUI ha convenuto con il Ministro sulla necessità di prevedere nel Decreto “Milleproroghe” un prolungamento fino a 6 mesi dei lavori delle costituende commissioni correlandolo con il numero delle domande (la cui media per Commissioni oscilla tra più 500 e 200-250, con punte anche superiori a 1000).
(Fonte: CRUI 25-11-2012)
 
ABILITAZIONE SCIENTIFICA. L’ASSOCIAZIONE DEI PENALISTI SU VQR E ABILITAZIONI PDF Stampa E-mail

L’Assemblea dei Soci dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale, riunita a Firenze il giorno 16 novembre 2012, ha preso in esame il processo di attuazione della riforma universitaria con particolare riguardo alla valutazione della qualità della ricerca e alle procedure per le abilitazioni nazionali, adottando all’unanimità il presente documento.
Premesso che si rivela indispensabile, specialmente in una situazione di generale carenza delle risorse economiche, l’elaborazione di criteri e parametri di valutazione ispirati al merito e alla qualità dei risultati, sia in sede di finanziamento dell’attività di ricerca sia in sede di reclutamento della docenza, l’Assemblea esprime forti riserve sulle modalità con cui la normativa secondaria e la prassi del ministero e degli organi ministeriali stanno perseguendo tale obiettivo. L’Assemblea auspica e raccomanda che i giudizi per il conferimento delle abilitazioni nazionali, nello spazio di discrezionalità valutativa risultante dal quadro di riferimento normativo, s’ispirino alla migliore tradizione della nostra disciplina, evitando di appiattirsi su un’utilizzazione automatica dei parametri quantitativi costituiti dalle “mediane” e dando adeguata rilevanza alle pubblicazioni di natura realmente monografica, da intendere nel senso proprio di elaborazioni organiche che siano espressione di conseguita maturità scientifica relativa alle due fasce di docenza e come tali tendenzialmente dotate di maggiore significatività rispetto ai lavori non monografici. Per leggere tutto il documento.
(Fonte: redazione roars 22-11-2012)

 
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