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10 Dicembre
46° RAPPORTO CENSIS. SI RIVALUTA L'ISTRUZIONE TECNICA PDF Stampa E-mail

Il Centro Studi Investimenti Sociali (Censis) svolge una costante e articolata attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico. Il 46° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2012 registra, nella sezione formazione, che le immatricolazioni all'università sono calate del 6,3% nel 2010-2011 e del 3% nel 2011-2012. La riduzione interessa soprattutto i corsi di laurea di tipo umanistico-sociale, il cui "peso" passa tra il 2007 e il 2010 dal 33% al 29,9% delle immatricolazioni, mentre quelli di indirizzo tecnico-scientifico registrano un +2,7% (la loro quota passa dal 26% al 28,7%). L'interesse verso i percorsi di tipo tecnico non si limita però all'università: le Fondazioni Its (Istituti Tecnici Superiori), attivate nello scorso anno scolastico, sono state praticamente prese d'assalto, infatti, è stato possibile soddisfare solo il 39,5% delle richieste, con picchi del 51,6% nelle regioni centrali e minimi del 22,8% in quelle meridionali. E d'altra parte ormai indagini su indagini confermano che le qualifiche tecniche di alta specializzazione sono le grandi assenti nel nostro mercato del lavoro: nel 22,4% dei casi le aziende considerano tali figure "di difficile reperimento", mentre il dato medio per le altre figure professionali si ferma al 19,7%. Nel 2011 le competenze tecniche erano tra le più richieste dal mercato: con la previsione di oltre 100.000 assunzioni, pari al 17% di quelle previste nell'anno, la loro domanda ha registrato un'ulteriore crescita rispetto al 2009, con un incremento del 15,4%. E' il settore che presenta la più alta incidenza di giovani: gli under 35 costituiscono il 26,3% del totale.
L'altro forte aspetto di innovazione delle scuole è l'internazionalizzazione. Nonostante i pochi finanziamenti e le difficoltà burocratiche (denunciate dal 46,8% delle scuole) ormai mandare i propri studenti all'estero per un anno o qualche mese di scuola o per un tirocinio (76,6%) o anche mandarci degli insegnanti per aggiornamento professionale (38%) è diventata un'esperienza di routine per la stragrande maggioranza delle scuole italiane. Infatti, il 68,1% dei dirigenti scolastici delle scuole medie superiori dichiara di aver partecipato a un'iniziativa di questo tipo negli ultimi cinque anni. Anche in questo caso, si registra il primato degli istituti tecnici, che vantano una partecipazione al 74%; seguono i professionali (70,5%) e infine i licei (64,5%). Alle spese partecipano anche le famiglie, che hanno finanziato nella misura del 17,2% le iniziative di mobilità della scuola (in prevalenza quelle legate all'apprendimento delle lingue straniere). Del resto l'interesse delle famiglie per la formazione all'estero ormai è forte: sono aumentati del 42,6% tra il 2007 e il 2010 i giovani che hanno deciso di completare in una facoltà universitaria straniera il loro percorso di studi.
(Fonte: R. Amato, R.it Economia & Finanza 07-12-2012)

 
UNIVERSITÀ. NON SOLO FABBRICHE PER INSERIRE NOZIONI NELLA TESTA DEGLI STUDENTI PDF Stampa E-mail
I corsi online interattivi aperti a tutti (MOOCS, Massive Open Online Courses) offerti via Rete a un numero potenzialmente enorme di studenti, avranno per l'università il ruolo dirompente che i file Mp3 hanno avuto per l'industria musicale? Iniziative che offrono corsi online come Udacity, Coursera o Khan Academy manderanno in crisi un'istituzione che risale al Medioevo, una delle istituzioni cardine della modernità? Clay Shirky, per esempio, docente all'Università di New York, ha recentemente sposato la tesi che la tecnologia ora permetta di fare in maniera molto più efficiente ciò che le università fanno in maniera molto costosa (soprattutto negli Usa). Il cambiamento è quindi inevitabile. Ma è davvero così? È sicuramente vero che l'avvento di Internet costringe tutte le attività che lavorano con la conoscenza a riesaminare la propria missione. Ma dire che i corsi online sostituiranno l'università è una colossale forzatura. I tecno-entusiasti, infatti, tendono a ridurre l'università alla sola operazione di trasferimento di nozioni nella testa degli studenti, ossia, guarda caso, alla funzione che loro sono in grado di offrire. La questione decisiva è però un'altra: le università sono davvero fabbriche per l'inserimento di nozioni nella testa degli studenti? L'università, però, per come si è andata configurando in questi 200 anni, è molto di più. È uno spazio dove s’incontrano e si confrontano persone che hanno scelto di dedicare la vita alla conoscenza, i professori, con altre persone che hanno desiderio di imparare e di crescere, gli studenti. I professori insegnano, ma fanno anche ricerca e in questo modo migliorano la comprensione che la società ha di se stessa e del mondo, tenendo allo stesso tempo vivo il proprio insegnamento. Nello stesso spazio, gli studenti, confrontandosi con i professori e con i compagni, imparano a usare la testa per diventare non solo lavoratori produttivi, ma anche esseri umani compiuti e cittadini consapevoli. E sempre nello stesso spazio professori e studenti si aprono alla società per discutere - in pubblico e con razionalità le molte questioni di interesse generale che riguardano il futuro di tutti. L'università, insomma, come spazio dove si coltiva, tramanda e diffonde conoscenza critica al servizio della collettività.
(Fonte: J. C. Demartin, La Stampa 03-12-2012)
 
RICERCA. CRUI. IPOTESI E PROPOSTE PER I PROSSIMI BANDI PRIN E FIRB PDF Stampa E-mail

1. Si auspica che sia abolito il ricorso alle “quote” assegnate a ciascuna università e che la valutazione sia basata esclusivamente sulla qualità dei progetti, senza che intervengano altre considerazioni. Trattandosi di un argomento delicato, sarebbero necessari approfondimenti nelle sedi opportune.

2. Il cofinanziamento dovrebbe essere eliminato per i FIRB.

3. I progetti (PRIN e FIRB) dovrebbero essere compilati solo in lingua Inglese, per le discipline che usano principalmente questa lingua a livello internazionale.

4. I Progetti PRIN, anche se basati su un network, dovrebbero consistere di un unico file del tipo “Modello A” per:

A. rendere più facilmente leggibile il progetto. Per l’indicazione del ruolo dei partner sarebbe sufficiente una scheda in cui si indichino competenze e funzionalità nel team del tipo di quella che viene utilizzata nei progetti Cooperation del Settimo Programma Quadro dell’UE a due fasi (semplice tabella);

B. renderne così possibile un’efficace valutazione anche da parte di valutatori stranieri che sono poco abituati alla lettura di progetti presentati in maniera così macchinosa.

5. Il tempo a disposizione per la costruzione dei progetti e della presentazione delle domande dovrebbe essere notevolmente superiore a quello concesso nel caso attuale.

6. Si dovrebbero utilizzare (a meno di specifiche e motivate criticità in alcune aree) esclusivamente revisori stranieri o comunque di livello internazionale, evitando possibili conflitti di interesse e, data la estrema eterogeneità dei progetti presentati, ponendo particolare attenzione alle necessarie competenze dei referees (con validazione, bibliometrica ove presente, da parte di autorevoli società scientifiche, se assente).

7. La banca dati dei revisori dovrebbe essere aggiornata, tenendo anche in considerazione quelle già esistenti a livello europeo (es. esperti valutatori 7° PQ1), sia in quantità (pochi i nomi degli stranieri presenti), sia in qualità (verifica della validità scientifica dei revisori), sia in termini di informazione contenuta (migliore gestione delle parole chiave) e validata sulla base del superamento di soglie minime di attività, ove possibile mutuando criteri nazionali (es. ANVUR) per evitare ulteriori aggravi di lavoro.

Rispetto a questo punto, si sottolinea che gli Atenei e la CRUI si impegnano sin da ora a una fattiva collaborazione per la costruzione e l’aggiornamento di una banca dati di revisori internazionali.

8. È fondamentale che le valutazioni siano utilizzate da un panel in una study section ai fini della costruzione di una graduatoria finale. Questa procedura sarebbe effettivamente comparativa e ridurrebbe le disparità nei parametri di giudizio tra revisori. Le study section in presenza, utilizzate con successo in diversi paesi alla fine del processo di revisione, devono diventare il controllo di qualità finale. Le study section, come elemento terminale del processo di selezione, dovrebbero essere previste obbligatoriamente e opportunamente regolate. A tale scopo il CINECA potrebbe sviluppare gli adeguati strumenti a supporto dei lavori preparatori per il loro svolgimento.
(Fonte: documento CRUI sui progetti PRIN/FIRB 30-10-2012)
 
CONVENZIONE PER SCAMBIO DI PERSONALE DI RICERCA TRA UNIVERSITÀ ED ENTI PUBBLICI DI RICERCA PDF Stampa E-mail
Il 28 novembre, Francesco Profumo, ministro dell'istruzione, università e ricerca, ha firmato il decreto che definisce la “Convenzione quadro tra atenei ed enti pubblici di ricerca per consentire a professori e ricercatori universitari a tempo pieno di svolgere attività di ricerca presso un ente pubblico e ai ricercatori di ruolo degli enti pubblici di ricerca di svolgere attività didattica e di ricerca presso un’università”. Il provvedimento permetterà a ricercatori e professori universitari di ruolo di svolgere la propria attività anche presso enti di ricerca e ai ricercatori di ruolo in servizio presso enti di ricerca di svolgere la propria attività anche presso un ateneo. Le convenzioni, che potranno interessare più dipendenti di entrambi gli enti firmatari, avranno una durata minima di un anno e massima di cinque, e stabiliranno le modalità di riparto dell'impegno e delle attività da svolgere presso l’ente o l’ateneo di destinazione, con particolare riferimento a un eventuale impegno didattico. Le disposizioni e i criteri previsti dal decreto interessano gli enti di ricerca vigilati dal MIUR, le università statali, compresi gli istituti universitari a ordinamento speciale, le università statali legalmente riconosciute, le università straniere e i centri internazionali di ricerca. Tutti gli altri enti pubblici di ricerca non vigilati dal MIUR, tra i quali Istat, Iss, Enea e  Cra, sono stati esclusi.
(Fonte:  usirdbricerca.info 04-12-2012)
 
RICERCA. LA VIROLOGA ILARIA CAPUA NELLA LISTA DORATA DI "THE WORLD IN 2013" DELL’ECONOMIST PDF Stampa E-mail

Ilaria Capua, laureata in medicina veterinaria e specializzata in ricerca virologica, in campo puramente scientifico ha contribuito in maniera determinante alla comprensione dell’influenza aviaria. Il suo più grande contributo si è avuto nello sviluppo della cosiddetta scienza open-source con la sua decisione di rendere pubblica la sequenza genetica del virus dell'aviaria nel 2006. Per questo Seed l'ha eletta “mente rivoluzionaria” ed è entrata fra i 50 scienziati top di Scientific American. Oggi la prestigiosa rivista inglese The Economist l'ha inserita nella lista dorata di "The world in 2013", che mette in fila le persone destinate a influenzare di più il mondo nel nuovo anno. Al suo fianco personaggi come l'inventore di Twitter Jack Dorsey e il nuovo presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping. Un segnale forte e chiaro che giunge nel bel mezzo di una battaglia che non ha risparmiato colpi bassi.
La Regione Veneto vuole che la ricercatrice faccia parte del progettato Istituto di Ricerca pediatrica targato Città della Speranza: il presidente Luca Zaia ha intenzione di dar battaglia affinché Capua e il suo staff trasferiscano attrezzature e laboratori nella neonata Torre della scienza che sorge a Padova. Ma lo Zooprofilattico, di cui la virologa è dipendente, frena: il CdA tergiversa, delibera che Ilaria Capua se ne può andare, ma senza la "dote", un finanziamento ministeriale a lei destinato per potenziare le sue ricerche nell'ambito delle malattie infettive nell'interfaccia uomo-animale. Il riconoscimento giunto dall'Economist dimostra che il mondo guarda con attenzione alla figura della ricercatrice padovana. D'altro canto il mondo scientifico internazionale è pronto a strappare Capua al Veneto per portarla all'estero.
(Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Ilaria_Capua. F. Pesci, La Tribuna Treviso 06-12-2012)

 
RICERCA. BANDO PER FINANZIAMENTI IN CAMPO BIOMEDICO AI GIOVANI RICERCATORI ITALIANI NEGLI STATI UNITI PDF Stampa E-mail
È stato pubblicato oggi dal Ministero della Salute il bando per finanziamenti ai giovani ricercatori italiani negli Stati Uniti. Con questo bando (link1 o link2) il Ministero invita alla presentazione di progetti di ricerca clinico assistenziale e biomedica, prevalentemente traslazionale, tutti gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (ricercatori) relativamente alle nuove strategie diagnostiche, terapeutiche e clinico assistenziali in otto aree: dismetabolismo e patologie cardiovascolari, oncologia, patologie neurologiche, infezioni ed immunità, nuove biotecnologie, sicurezza alimentare e benessere animale, patologie di origine ambientale, sicurezza negli ambienti di lavoro e patologie occupazionali. Le modalità disponibili per i ricercatori italiani all'estero sono due. La prima. Progetti Ordinari presentati da Giovani Ricercatori (GR): progetti di ricerca, biomedici e clinico assistenziali presentati da ricercatori con età inferiore ai 40 anni, al momento della data di scadenza del bando che abbiano una richiesta, al Ministero della Salute, di finanziamento non inferiore a 150.000 € e non superiore a 450.000 € complessivi e che prevedano un massimo di 3 Unità Operative. La seconda. Progetti presentati da ricercatori, appartenenti al SSN, con ricercatori di nazionalità italiana residenti e operanti all’estero (Progetto estero-PE): sono progetti svolti in collaborazione con ricercatori di nazionalità Italiana stabilmente residenti e operanti all’estero e ricercatori Italiani attivi in Italia che abbiano una richiesta, al Ministero della Salute, di finanziamento non inferiore a 150.000 € e non superiore a 450.000 € complessivi e che prevedano un massimo di 3 Unità Operative di cui una relativa al ricercatore italiano all’estero. Questi progetti, salvo quanto previsto per tutti i progetti, retribuzione e overhead, possono prevedere una quota non superiore al 30% del finanziamento per i necessari spostamenti sia verso l’Italia che verso il Paese di residenza del ricercatore operante all’estero. Il finanziamento di previsto dal bando è destinato unicamente alle attività svolte dal D.I. presentatore del progetto. Il ricercatore operante all’estero potrà partecipare con funzioni di collaborazione come “ricercatore estero” per un massimo di due progetti afferenti a questa sezione. Il proponente dovrà presentare il progetto in lingua inglese sotto forma di Lettera d'Intenti dalle 10:00 del 4 dicembre alle 12.00 del 19 dicembre. I proponenti selezionati saranno poi invitati alla stesura completa del progetto entro il prossimo 4 marzo 2013.
(Fonte: Agenzia Internazionale Stampa Estero 29-11-2012)
 
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