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29 Ottobre
RECLUTAMENTO. ADEMPIMENTI PER GLI ATENEI PDF Stampa E-mail
Oltre all’attenzione della comunità accademica sulle procedure per l’Abilitazione Scientifica Nazionale non meno attenzione merita il percorso che vincola gli Atenei alla predisposizione della programmazione e del reclutamento del personale docente e ricercatore per il 2012 e gli anni a venire. Si tratta di una “partita” in realtà altrettanto importante, perché sarà poi sui concorsi locali legati ai punti organico distribuiti dalle programmazioni degli Atenei e dal riparto tra questi delle risorse del cosiddetto “piano straordinario associati” che si “scaricheranno” le legittime aspettative degli abilitati nazionali. S. Brasini di roars ci offre un sintetico riepilogo dei principali passaggi e adempimenti formali che le Università saranno a breve chiamate ad affrontare. Collegamento ipertestuale alla nota di Brasini.
(Fonte: roars 18-10-2012)
 
RECLUTAMENTO. LE PREVISIONI DEL PRESIDENTE DELLA CRUI PDF Stampa E-mail

Come valuta la capacità del sistema di assorbire i futuri abilitati? Pensa che la derogabilità delle mediane potrà influire sul numero di abilitati?
Questa è una domanda difficile, che esige due ordini di risposte. Provo a distinguere. Assorbimento: c’è poco da illudersi. Il turnover al 20% fino al 2014 (la CRUI aveva chiesto con forza che fosse alzato almeno al 40%) lascia pochissimo spazio, specie ai concorsi di ordinario, nonostante la ‘liberalizzazione’ delle quote per via dell’art. 4 del D.lg. 49/12. Ma, attenzione, il piano straordinario per gli associati finisce nel 2013. Dunque anche per le seconde fasce si porrà presto il problema. E se l’FFO cala davvero nel 2013 per circa il -14% rispetto all’anno 2009, non so davvero dove andremo a finire. Siamo riusciti (quanti se ne sono accorti?) a bloccare due ‘tagli’ nella ‘spending review’: quello dei famosi 200 mln di euro nella bozza di luglio del D.L. 95/12 e quello del commissario Bondi sui 170mln sottratti alle Università presunte spendaccione. Ci stiamo battendo per rifinanziare di almeno +400 mln di euro il sistema e il diritto allo studio. Una guerra nella quale non vorremmo sentirci soli. Insomma: le condizioni sono tragiche e l’assorbimento, specie dal 2013 in poi, sarà un vero problema.
Le stime sul possibile numero di abilitati dopo la prima tornata sono in ogni caso molto elevate. Considerato che i posti di ricercatore sono ormai esclusivamente a tempo determinato, vi è il rischio che si restringano ulteriormente gli spazi per i più giovani?
Direi che il rischio maggiore è un ‘tappo’ dopo il ricercatore a tempo determinato. Non può essere casuale che quasi nessuno a oggi ha bandito posti ex art. 24 c. 3 lettera b), cioè il ‘tenure-track’. Troppe le incertezze finanziarie. Come si fa a programmare una spesa di tre anni, se di anno in anno non si riesce a sapere a quanto ammonta l’FFO? Quando si sa è sempre a chiusura di bilancio e dopo l’ennesimo braccio di ferro col Governo di turno, giocato a colpi di annunci di ‘tagli’ e tentativi (nostri) di difesa, se non altro della mera sopravvivenza del sistema pubblico. Io dico: ve l’immaginate un’azienda che deve programmare le uscite (anche pluriennali) senza poter godere di una ragionevole previsione sulle entrate? Non esiste programmazione seria che superi l’anno in corso. Come possiamo ipotecare le carriere di qui a qualche anno?
(Fonte: redazione Roars 08-10-2012)

 
RECLUTAMENTO. PROBLEMI E PROCEDURE DOPO LA LEGGE GELMINI PDF Stampa E-mail
La legge 30 dicembre 2010, n. 210 (legge “Gelmini”) parte da un obiettivo in sé condivisibile, ma lo realizza con modalità discutibili. Lo scopo principale della riforma sembra essere quello di responsabilizzare effettivamente tutti gli attori del sistema universitario nella direzione del perseguimento delle molteplici missioni oggi affidate e/o affidabili alle istituzioni accademiche, limitando le tendenze ad adottare comportamenti opportunistici dominati dai conflitti d’interesse e a instaurare circoli viziosi. Tuttavia, le soluzioni prescelte dal legislatore hanno generato enorme confusione negli atenei, soprattutto perché la disciplina è formulata sovente in modo alquanto nebuloso ed astruso. Ma non solo. La parte della legge dedicata alla governance delle singole istituzioni universitarie è poco dettagliata proprio quanto agli aspetti più strategici, lasciando campo libero alla fantasia normativa di ogni singola sede. Sicché l’esperienza in atto dimostra come le varie università stiano procedendo in modo differente rispetto ai desideri dei legislatori. Da questa premessa parte la corposa nota di A. Bellavista che tratta “Il reclutamento dei professori e dei ricercatori universitari dopo la legge Gelmini” analizzando i seguenti temi:  La nuova disciplina del reclutamento. La doppia fase – Luci e ombre dell’abilitazione scientifica nazionale – La commissione per l’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale - L’Anvur - Il problema del precariato universitario. Collegamento ipertestuale al testo dell’articolo.
(Fonte: A. Bellavista, roars 21-10-2012)
 
RECLUTAMENTO, REMUNERAZIONE E DEFINIZIONE DEL CARICO DI LAVORO DEI PROFESSORI UNIVERSITARI. UNA PROPOSTA DI NUOVI CRITERI PDF Stampa E-mail
La risorsa principale di un sistema universitario che faccia didattica e ricerca sono i suoi docenti, che vanno selezionati, trattenuti e incentivati adeguatamente. Il sistema di reclutamento che andrà a regime potrà cambiare la qualità media dei docenti che vengono selezionati e immessi in ruolo? L’esperienza di questi anni ci dice che ogni sistema può essere aggirabile quando le pressioni interne sono preponderanti. E la stabilità degli equilibri tra aree disciplinari negli atenei generalisti assomiglia più a un bilanciamento dei rapporti di forza interni all’università che a una reale politica d’indirizzo gestita da un consiglio di amministrazione rinnovato, e ben distinto per ruoli e responsabilità dal senato accademico. Si auspica che sia correttamente implementato il principio, recentemente adottato, per cui i commissari di concorso debbano essere selezionati solo tra quelli in possesso di parametri di ricerca superiori alla mediana dei loro gruppi. Il sistema retributivo corrente prevede incrementi anche sostanziosi basati solo sull’anzianità (e in un futuro, che si auspica non lontano, sulla verifica dell’adeguatezza della produzione scientifica nel periodo di riferimento). Lo stesso carico didattico (prestazione minima obbligatoria) resta a tutt’oggi imprecisato, la legge limitandosi ad una definizione del carico complessivo per attività didattica non meglio definita. Perché non definire in termini di CFU (Crediti Formativi Universitari) erogati gli obblighi previsti e attualmente troppo indefiniti?
(Fonte: Ass.ne TREELLE Fondazione Rocca 16-10-2012)
 
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ DOVUTO DAI PERCETTORI DI REDDITI ALTI. PER LA CONSULTA SONO ILLEGITTIMI MA NON PER I PENSIONATI PDF Stampa E-mail

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 223 dell’8-10-2012, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale:
1) dell’art. 9, comma 2, del D.L. n. 78 del 2010, nella parte in cui dispone che a decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, superiori a 90.000 euro lordi annui siano ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, e del 10% per la parte eccedente 150.000 euro;
2) dell’articolo 12, comma 10, dello stesso D.L. nella parte in cui non esclude l’applicazione a carico del dipendente della rivalsa pari al 2,50% della base contributiva.
La Corte ha inoltre dichiarato l’illegittimità costituzionale:
3) dell’articolo 9, comma 22, del già citato D.L., nella parte in cui dispone che al personale di magistratura:
– non sono erogati gli acconti del triennio 2011-2013;
– l’indennità speciale di cui godono è ridotta del 15% per l’anno 2011, del 25% per l’anno 2012 e del 32% per l’anno 2013.
La citata sentenza della Corte Costituzionale (223/2012) che annulla il contributo di solidarietà per gli stipendi top della Pa, e ripristina indennità e automatismi retributivi per i magistrati, apre il dibattito tra i costituzionalisti ma soprattutto disegna nuovi potenziali ricorsi da parte dell'unica categoria rimasta destinataria del contributo straordinario: i pensionati.
Valerio Onida, ex presidente della Consulta, esprime forti perplessità sul verdetto: «Il ragionamento della Corte sull'incostituzionalità del blocco degli adeguamenti retributivi dei magistrati non mi sembra del tutto convincente. Il legislatore nella sua discrezionalità aveva ritenuto di fermare temporaneamente l'adeguamento del livello retributivo, ritenendo che il livello attuale fosse tale da giustificare il sacrificio. Dire che ciò è contrario ai principi costituzionali perché attenta all'indipendenza dei magistrati mi sembra un po' eccessivo». Per Onida è inoltre «discutibile considerare il taglio dell'indennità giudiziaria come un prelievo tributario illegittimo. Se è vero che l’indennità è nata per compensare specifici oneri e pesi, di fatto si è trasformata in una voce retributiva, sia pure legata all'effettivo servizio, sulla quale il legislatore deve poter conservare un ragionevole potere. Anche se è vero che tutti questi provvedimenti impugnati erano in realtà stati assunti "in odio" alle toghe». Onida è invece «del tutto d'accordo con la censura di illegittimità per il contributo straordinario sugli stipendi più alti della Pa, non perché non si possa chiederlo, ma perché realizzava un'irragionevole discriminazione rispetto ai dipendenti privati e agli autonomi. Nelle pensioni pubbliche e private, invece, il contributo si giustificherebbe in relazione all'elevatezza del trattamento pensionistico di soggetti che hanno usufruito di un sistema previdenziale più favorevole di quelli in vigore».
Secondo Giulio Vigevani, docente della Bicocca «la Corte ha avuto il coraggio di andare controcorrente, senza abdicare alla sua funzione di controllore. È anche vero però che altre volte, in tempi di crisi, si era limitata a censurare i principi pur mantenendo un "self restraint" per salvare le norme di bilancio». Per Marco Cuniberti (Università Statale di Milano) «la pronuncia apre due scenari: lascia impregiudicata la possibilità di un'estensione "equitativa" del contributo di solidarietà "erga omnes"; ma pone già oggi un problema di tenuta del contributo, richiesto da ora solo ai pensionati».
(Fonte: G. Galimberti, IlSole24Ore 13-10-2012)

 
INNOVITALIA. PIATTAFORMA AL SERVIZIO DEI RICERCATORI PDF Stampa E-mail
Mettere in rete i cervelli italiani nel mondo, una sorta di Facebook dei cervelli: è l'obiettivo di Innovitalia.net, piattaforma al servizio dei ricercatori italiani attivi in tutto il mondo perché possano scambiarsi esperienze e informazioni su opportunità di lavoro. E' accessibile online, su telefonini e tablet. Il progetto è nato grazie ai ricercatori italiani all'estero. ''Non vogliamo creare un censimento ma offrire opportunità di contatto”, dice il ministro degli Esteri Giulio Terzi che ha presentato la piattaforma insieme al ministro per l'Istruzione Francesco Profumo.
(Fonte: ANSA -. Roma 05-10-2012)
 
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