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12 Settembre
DOTTORATO DI RICERCA. ANCHE IN AZIENDA PDF Stampa E-mail
Dopo mesi e mesi di stop and go la riforma dei dottorati di ricerca si rimette in moto per tagliare il traguardo entro la fine del 2012. Quando saranno passati però già due anni dal varo della legge Gelmini che l'ha prevista. Se così fosse dal 2013 verrebbe istituzionalizzato anche in Italia il PhD in azienda che all'estero già esiste da anni e che da noi è stato fin qui affidato allo spontaneismo degli atenei o delle associazioni imprenditoriali. Eppure l'esigenza di offrire uno sbocco occupazionale diverso alle migliaia di giovani che ottengono il titolo ma non riescono a proseguire la carriera accademica è nota da parecchio. A confermarlo basta un dato: il 75% dei 12mila dottorandi italiani non riesce ad accedere ai ruoli universitari. Ed è in quest'ottica che va vista allora la creazione di un percorso ad hoc per i giovani che vogliono fare ricerca all'interno dell'impresa. L'attività in cui saranno coinvolti i dottorandi è a tempo parziale, ma si applicheranno le stesse regole di ammissione di quello full time (bando pubblico e valutazione sulla base del curriculum, lettera di motivazione e proposta di progetto di ricerca). Sulla base di un percorso stabilito dall'impresa e dal collegio dei docenti con lezioni in aula che si alterneranno a laboratori in azienda.
(Fonte: IlSole24Ore 29-08-2012)
 
RICERCA. PERCHÉ NON UTILIZZARE LE MEDIANE PER LA SPENDING REVIEW? PDF Stampa E-mail
Con i dati ANVUR basterebbe completare tutta la distribuzione cumulata delle pubblicazioni di prestigio e studiare la relazione con quella dei fondi assegnati. I dati ci sono, sugli stessi siti sui quali sono state contate le pubblicazioni. Solo sulla base di questi dati potremmo discutere seriamente di una spending review strutturale della spesa pubblica nell’università, per ridurla o riqualificarla. In un mondo incredibile in cui venisse fatto questo banale studio dell’associazione tra numero di pubblicazioni di prestigio e soldi ricevuti dal ministero negli ultimi dieci anni, cosa succederebbe se la correlazione fosse nulla o addirittura negativa? Ecco il risultato non scontato: se questa correlazione tra successo e fondi non ci fosse, l’indicazione per la spending review dell’università potrebbe essere: taglio dei fondi di ricerca.
(Fonte: U. Cherubini, linkiesta.it 01-09-2012. Commenti all’articolo)
 
UNIVERSITÀ E RICERCA. L’AGENDA DEL GOVERNO. DOTTORATI. ABILITAZIONI. ACCREDITAMENTO. FINANZIAMENTI PDF Stampa E-mail

Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato pubblicato il documento “Obiettivo Crescita – L’agenda del Governo”. I punti su Università e Ricerca (2.2.5 Scuola, Università, Ricerca) sono i seguenti:

 

  • Riformare i dottorati di ricerca e creare un’interazione stabile tra attività di formazione e attività di ricerca e sviluppo tecnologico e industriale.
  • Coordinare le procedure per il conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale al ruolo di professore di prima e seconda fascia e definire una precisa programmazione temporale per le procedure da avviare nel biennio 2013 – 2014.
  • Promuovere metodi trasparenti e oggettivi di valutazione e accreditamento degli Atenei e dei corsi.
  • Revisionare i meccanismi di finanziamento al sistema universitario.
  • Predisporre il programma Horizon Italy 2020, finalizzato a definire il quadro strategico di programmazione delle risorse per la ricerca e l’innovazione in sinergia con la nuova programmazione comunitaria.
  • Avviare il processo di razionalizzazione del sistema degli Enti pubblici di ricerca.

Testo completo

 
UNIVERSITÀ E RICERCA. AUSPICI PER L’AGENDA DEL GOVERNO CON OBIETTIVO CRESCITA PDF Stampa E-mail

A proposito dell’art. 2.2.5 (Scuola, Università, Ricerca) dell’Agenda del Governo (Obiettivo Crescita), P. Valente (link) si augura che:
La riforma dei dottorati di ricerca sia fatta tenendo conto delle indicazioni della comunità universitaria e degli Enti di Ricerca e non sia l’ennesima de-qualificazione o introduzione di forme di sotto-lavoro, con il pretesto di incentivare le imprese e l’innovazione.
L’abilitazione scientifica nazionale non si risolva in una gigantesca operazione sostanzialmente vanificata dai costi, in termini di punti-organico e di budget, per l’assunzione di giovani ricercatori e non crei – piuttosto – un’enorme massa di abilitati, peraltro con criteri discutibili (come si può leggere nella sterminata documentazione prodotta e raccolta da ROARS), che non potranno mai vedere concretizzata la loro legittima aspirazione a essere chiamati.
La “revisione” dei meccanismi di finanziamento al sistema universitario sia l’occasione per recuperare, almeno in parte, le imponenti riduzioni di questi ultimi anni, e non l’ennesima operazione per effettuare tagli più o meno lineari o con meccanismi pseudo-premiali che si risolvono in una diminuzione netta del finanziamento complessivo.
Il richiamo al programma Horizon 2020 sia, per una volta, accompagnato da azioni di sostegno concreto, da parte del MIUR, non solo il richiamo al “dovere”, di recuperare il deficit di finanziamento europeo da parte di Università e Enti di Ricerca.
Il processo di “razionalizzazione” degli Enti di Ricerca sia fatto in armonia e con la partecipazione delle comunità scientifiche di riferimento, e non sia, di nuovo, una sequenza di accorpamenti e soppressioni di stampo verticistico e dalla scarsa o nulla utilità, anche sul piano del risparmio, ma sia piuttosto l’occasione per rilanciare l’azione degli Enti più attivi e di recuperare efficienza nei settori che hanno avuto una performance meno soddisfacente in questi anni.
(Fonte 30-08-2012)

 
RICERCA. FONDI TELETHON PDF Stampa E-mail
Dal 1990 Telethon persegue l'obiettivo della cura per le malattie genetiche rare applicando rigorosamente alcuni semplici principi: massimizzare l'investimento in ricerca e selezionare i progetti migliori. La competizione, cui gli scienziati si sottopongono per accedere ai fondi disponibili, è serratissima e ogni anno la grande maggioranza dei concorrenti (80-85%) è esclusa dal podio. A guidare il nostro operato è la convinzione che premiare chi merita paghi e che per farlo sia necessario fidarsi delle regole che ciò comporta. Tengo a sottolineare che, mentre nei primi anni di lavoro della Fondazione l'applicazione di tali principi si basava principalmente su un coraggioso atto di fede, supportato dai risultati conseguiti nei Paesi anglosassoni, ora è proprio la ricerca finanziata da Telethon, più vicina alla cura per un numero sempre maggiore di patologie, a confermarci che questo sistema è soprattutto utile, anche nel contesto della ricerca italiana. Quest’anno, delle oltre 250 proposte ricevute, sono state 44 quelle che hanno meritato un finanziamento, 8 in più rispetto all'anno scorso, per totale di oltre 11 milioni di euro. Grazie ai fondi donati dagli Italiani, 66 laboratori potranno mettersi al lavoro: molti dei progetti finanziati, infatti, saranno svolti in sinergia da più gruppi distribuiti sul territorio nazionale. A questi si aggiungono quattro giovani ricercatori selezionati per far parte dell'istituto Telethon Dulbecco. Con un finanziamento di circa cinquecentomila euro nei primi cinque anni, avranno gli strumenti per costruire una carriera indipendente nella ricerca e, ci auguriamo, competere con successo nell'arena internazionale.
(Fonte: F. Pasinelli, Direttore Fondazione Telethon, QN 05-09-2012)
 
RICERCA. COLLABORAZIONE CON ISTITUTI ACCADEMICI TOSCANI DEL CENTRO GIAPPONESE DI R&S YANMAR PDF Stampa E-mail
Shuji Shiozaki è presidente del centro di ricerca e sviluppo di Yanmar, gruppo giapponese che produce e commercializza motori diesel, macchinari industriali e agricoli in oltre 130 Paesi con un fatturato consolidato di oltre 5,4 miliardi di euro. Così è stato inaugurato nel giugno 2011 proprio a Firenze il centro di ricerca per l'Europa. «Lo scopo è di collaborare con gli istituti accademici locali – spiega Shiozaki - che stanno lavorando allo sviluppo di tecnologie innovative che convergono verso le nostre aree d'interesse». Sono tre le aree su cui si concentra l'attività del centro fiorentino: lo sviluppo delle rinnovabili, i motori elettrici e ibridi, il design industriale applicato ai trattori e ad altri macchinari agricoli. «Toscana Promozione, agenzia della Regione, e Invitalia ci hanno aiutato a stabilire solide relazioni con la Scuola superiore Sant'Anna, le università di Pisa e Firenze, il Cnr e il Politecnico di Milano, ma anche con l'Enel» aggiunge Takayuki Kato, direttore del centro. L'agenzia governativa ha poi affiancato i manager giapponesi fin dalla fase di start-up, che ha preso il via a fine 2009. «All'inizio abbiamo incontrato grandi difficoltà solo per ottenere i permessi di lavoro, perché ci sono stati pochi casi di società straniere che hanno creato qui delle filiali - sottolinea Shiozaki Siamo però stati aiutati nella ricerca degli uffici, nell'allestimento delle infrastrutture, ma anche nell'individuare i candidati ricercatori». Una presenza destinata a durare, perché il piano quinquennale di Yanmar, che quest'anno ha investito nel centro 1,6 milioni, prevede l'assunzione di altri ricercatori.
(Fonte: E. N., IlSole24Ore 03-09-2012)
 
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