Home 2012 25 Giugno
25 Giugno
FRANCE. LES ECOLES ET LES UNIVERSITES SONT DE PLUS EN PLUS NET PDF Stampa E-mail

C'est très tendance. L'enseignement supérieur n'est pas le dernier à succomber à cette e-séduction. A l'heure où les marques, de toutes sortes, se vendent de plus en plus sur Internet, 92% des 52 universités et écoles interrogées par l'Association des responsables de communication de l'enseignement supérieur (Arces) et l'agence C'est un signe déclarent disposer de leur page Facebook. Si c'est leur réseau préféré, ce n'est pas le seul lieu virtuel qu'elles fréquentent, révèle l'étude publiée le 31 mai. Quelque 86 d'entre elles disposent aussi d'un compte Twitter et 69 % d'une présence sur YouTube. Classicisme absolu, alliez-vous dire? Sachez que leur e-expansion ne s'arrête pas à ces frontières. Les établissements d'enseignement supérieur ont ainsi massivement investi Viadeo et Linkedln. Depuis six mois, ils s'installent même sur les nouveaux réseaux que sont Google+, Foursquare et Vimeo. Une petite révolution: alors que les universités n'étaient que sur un réseau il y a trois ans, les voilà déjà en moyenne installées sur 4,75 réseaux; 12% d'entre elles en fréquentent même neuf. Elles ont été piquées par la mouche de la communication instantanée: un quart d'entre elles y publient chaque jour de nouvelles informations.
(Fonte: Le Monde 14-06-2012)

 
USA. UNIVERSITÀ DI HARVARD. A DUE ITALIANI IL "GRAND PRIZE OF THE INAUGURAL PRESIDENT'S CHALLENGE" PDF Stampa E-mail

L'università più importante degli Stati Uniti, Harvard University, per la prima volta ha indetto quest'anno il "Grand Prize of the Inaugural President's Challenge", un concorso che coniuga la scienza e la sostenibilità. A vincere, due italiani Livio Valenti e Fiorenzo Omenetti.
Il presidente dell'Harvard University, Drew Faust, ha premiato la Vaxess Technologies, società co-fondata da Valenti, 27 anni, studente e ricercatore di Politiche Pubbliche nella famosa università di Boston e Omenetti, professore di ingegneria Biomedica alla Tufts University. Il premio va al progetto della società di commercializzare la tecnologia che sfrutta una proteina estratta dalla seta, la fibroina, per eliminare il problema della refrigerazione dei vaccini. Questa tecnica, sviluppata da Fiorenzo Omenetto e dal collega Kaplan, rende accessibili in tutte le parti del mondo i vaccini, soprattutto dove sono maggiormente necessari e difficili da distribuire a causa della mancanza dell'infrastruttura necessaria per garantire la loro costante refrigerazione. Gli studiosi, Omenetto e Kaplan, hanno scoperto che la seta ha la capacità di proteggere i vaccini rendendoli resistenti a temperature elevate. E questa proprietà consente di eliminare la necessità di ricorrere alla refrigerazione durante il trasporto e lo stoccaggio, espandendo l'accesso all'immunizzazione per chi vive in paesi in via di sviluppo.
(Fonte: tgcom24.mediaset.it 18-06-2012)

 
USA. IN EVIDENZA LA RICERCA ONCOLOGICA ITALIANA PDF Stampa E-mail
Quest’anno ad assistere al convegno statunitense Asco (American Society of Clinical Oncology), il più importante meeting di oncologia clinica del mondo, vi erano più di 30 mila persone provenienti da ogni angolo della terra. Dei più di 5 mila studi presentati, l’Italia si è piazzata al quarto posto dopo Stati Uniti, Giappone e Francia. Un risultato importante che, sommato a quello che la vede quarta in classifica per impact factor in campo oncologico, ovvero la cartina tornasole della qualità delle ricerche prodotte, pone il nostro paese ai vertici nella ricerca contro il cancro.
(Fonte: fondazioneveronesi.it 15-06-2012)
 
USA. HA RAGGIUNTO MILLE MILIARDI DI DOLLARI IL DEBITO DELLE FAMIGLIE PER L'ISTRUZIONE UNIVERSITARIA PDF Stampa E-mail
Secondo un recente rapporto della Federal Re-serve Bank di New York il passivo totale degli studenti statunitensi supera ormai i mille miliardi di dollari. Una cifra straordinaria, superiore perfino a quella del debito complessivo che i cittadini hanno con le compagnie erogatrici di carte di credito (e gli americani, si sa, sono tra i popoli più indebitati della terra) e le banche che fanno prestiti per gli acquisti a rate di automobile: rispettivamente 609,8 miliardi e 730 miliardi di dollari. Non a caso se un tempo erano in molti che, con quello spirito ottimista tipicamente americano, di buon grado chiedevano prestiti sapendo che sarebbero stati in grado di ripagarli, ora la maggioranza ci pensa due volte prima di sobbarcarsi 40 mila dollari di debiti. La verità è che gli ultimi dati sul lavoro mostrano come nel mese di maggio siano stati creati solamente 69 mila posti di lavoro e la disoccupazione sia salita all'8,2 per cento, che il costo medio dell'università è ormai arrivato a 31 mila dollari annui e tra quelli che se la possono permettere c'è una maggiore competizione data la volontà di molti laureati di tornare all'università per migliorare le proprie qualità e avere così più chance nel mercato del lavoro attuale. Le conseguenze? Gli scenari possibili sono due. Il primo è che un minor numero di persone deciderà di iscriversi all'università, un problema non indifferente per un paese come l'America che fa dell'innovazione al più alto livello il suo punto di forza economico. Il secondo è quello del consumo. Come ormai ripete da mesi il vincitore del premio Nobel per l'economia e editorialista del New York Times Paul Krugman, «la questione fondamentale di questa depressione è il basso livello di consumo individuale» e se gli studenti una volta laureati hanno sempre meno capacità di acquisto è difficile che l'America si rimetta in moto. E di conseguenza anche l'Europa.
(Fonte: A. Mucci, Europa 21-06-2012)
 
GIAPPONE. RILANCIO DELLA COOPERAZIONE INTERUNIVERSITARIA CON I PAESI EUROPEI PDF Stampa E-mail

Poiché la recessione economica non sta risparmiando i finanziamenti privati (oltre il 65% del totale) elargiti a Università e collegi, il Giappone ha deciso di puntare su due fattori: una spinta decisiva verso l'internazionalizzazione del proprio sistema d'istruzione superiore; una maggiore attrattività degli studi, per riuscire a mantenere gli standard educativi nazionali.
È aumentata soprattutto l'attenzione verso le Università europee, che finora non avevano rappresentato una priorità per gli Atenei giapponesi, maggiormente interessati a forme d’internazionalizzazione con le istituzioni statunitensi o dell'area asiatica. Attualmente gli studenti esteri in Giappone non superano le 140.000 unità, di cui il 70% proviene dalla Cina. Nella più prestigiosa università del paese, l'Università di Tokyo, soltanto l'1,9% degli iscritti proviene dall'estero. Nell'ambito delle attività di collaborazione scientifica con l'Italia avviate nel 1998, si è svolto il 1° Simposio Italo Giapponese sulla Scienza, Tecnologia e innovazione, promosso e co-organizzato dal MIUR e dall'Ambasciata giapponese, per creare nuovi contatti tra i Distretti tecnologici (intesi come concentrazione geografica di aziende composite) dei due Paesi, che devono affrontare tematiche analoghe, quali la scarsità delle materie prime e la prevalente presenza di piccole, medie imprese. Infine, in occasione della celebrazione del 150° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Germania, è stata manifestata da parte del governo nipponico un'analoga volontà di rafforzare i rapporti di cooperazione interuniversitaria con le Università tedesche. In occasione della "Going Global International Higher Education Conference", svoltasi a Londra dal 13 al 15 marzo 2012, è stato lanciato il programma RENKEY (che in lingua giapponese significa per l'appunto "cooperazione"). Sarà un esempio di più stretti legami e d’interscambio, principalmente sotto forma di progetti pilota (summer school e programmi PhD per studenti) nei settori della conoscenza tecnologica, della mobilità studentesca e dell'impegno sociale in campo universitario tra Università inglesi e giapponesi).
(Fonte: L. Moscarelli, rivistauniversitas.it 13-06-2012)

 
UNIBO. PRIMATO ITALIANO NEI VIAGGI-STUDIO. OLTRE 5000 LE DOMANDE PER ERASMUS PDF Stampa E-mail

Gli studenti dell'Alma Mater vogliono viaggiare e studiare all'estero prima della laurea.
È boom di domande per partecipare al programma di scambio europeo più conosciuto tra gli universitari: sono 5.390 le richieste arrivate per il bando Erasmus 2012-2013, 618 in più rispetto allo scorso anno accademico, oltre tremila in più se il confronto è fatto con l'anno precedente. Una crescita esponenziale, nonostante quest'anno sia stato introdotto il test obbligatorio di lingua straniera per accedere al bando. A vincere il bando quest'anno sono stati 1.928 studenti (erano 1.633 nel 2011-2012 e 1.506 nel 20102011). L'Ateneo continua a far uscire i suoi iscritti, ma si conferma anche come il primo in Italia per gli studenti stranieri accolti in Erasmus, 1850 ogni anno. Le mete preferite dagli universitari bolognesi? Le università spagnole, richieste da 432 studenti, poi quelle francesi; 162 hanno scelto gli atenei inglesi e dell'Irlanda del Nord, in 120 aspirano alle università tedesche. Ma c'è anche chi richiede di fare esperienze di studio in Islanda, Romania, Malta, Lituania, Polonia, Turchia e Svezia. Carla Salvaterra, prorettore alle relazioni internazionali: «Il mercato del lavoro in Italia è sempre più difficile, così gli studenti guardano sempre di più fuori confine, sta passando il messaggio che per essere più competitivi, per avere più chance dopo la laurea, occorre avere nel proprio curriculum anche esperienze di studio all'estero tali da fare la differenza». L'Erasmus come opportunità, dunque, anche per un lavoro futuro.
(Fonte: I. Venturi, La Repubblica 13-06-2012)

 
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