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12 Maggio
VALUTAZIONE. LO STRUMENTO INFORMATIVO CHE L’ANVUR E I PANEL UTILIZZERANNO PER VALUTARE LE STRUTTURE PDF Stampa E-mail

La VQR 2004-2010 è un processo complesso che coinvolge molti soggetti: l’Agenzia Nazionale di Valutazione, i panel (che comprendono una parte di peer stranieri), gli atenei (nella loro parte amministrativa e di ricerca), gli editori (con tutte le contraddizioni legate alla gestione dei diritti), le società scientifiche (come tramite con le comunità scientifiche disciplinari). Si è letto molto di metodi, di criteri, di costi, di errori e di correzioni, di rating, di ranking, di come fanno o non fanno in altri paesi. Si è parlato invece molto meno di gestione delle informazioni. L’ANVUR ha sempre dichiarato in tutte le sedi la propria assoluta trasparenza, nelle scelte, nei metodi adottati. Ha pubblicato documenti metodologici e di indirizzo, ma di un soggetto non si è proprio mai parlato. Eppure è un soggetto fondamentale. Colui che fornisce lo strumento informativo che l’Agenzia Nazionale e i Panel utilizzeranno per valutare le strutture e per distribuire poi di conseguenza i fondi agli atenei. Un soggetto che dovrebbe dare garanzie totali di sicurezza rispetto al trattamento delle informazioni, di stabilità della banca dati utilizzata, di linearità nei rapporti con i dati grezzi delle banche dati bibliometriche, e soprattutto di controllo e pulizia di questi dati.
Il decreto della VQR e il bando individuano nel CINECA questo soggetto (uniche due volte in cui lo troviamo nominato in questi mesi). Ma sulla base informativa le notizie sono poche o nulle. Può darsi che non abbia cercato bene, ma in questo caso, unico rispetto a tutti gli altri soggetti coinvolti, non sono citati criteri di ammissibilità, o requisiti minimi, o standard internazionali, o modelli e best practices, o criteri di qualità cui si deve rispondere, qui non ci sono (stati) bandi cui partecipare, né il sistema è stato sottoposto a una valutazione ex ante (speriamo almeno in quella ex post). Ci chiediamo se anche il sistema informativo e chi lo gestisce saranno sottoposti a valutazione alla fine, se delle informazioni raccolte ci si potrà davvero fidare, se si riusciranno a limitare i danni di tanta incompetenza e soprattutto se gli atenei, che sono gli utenti di questo inefficiente servizio, avranno la possibilità di dare il proprio giudizio.
(Fonte: P. Galimberti, roars 02-05-2012)

 
VALUTAZIONE. DIECI PROBLEMI NELLA GESTIONE DEI FLUSSI DI DATI PDF Stampa E-mail

La procedura pensata per gestire l’enorme flusso di dati amministrativi da parte delle strutture e il caricamento dei dati bibliografici e dei PDF da parte dei singoli autori è estremamente instabile e inaffidabile, le linee guida imprecise o inesistenti o incomplete, gli esiti dei caricamenti incerti, pezzi di procedura si stanno completando ora, in contemporanea col caricamento dei dati da parte di strutture e autori. Cito solo alcuni dei problemi che ci si trova ad affrontare:

1) Firefox funziona a volte sì a volte no, migliore l’uso di Chrome o di Explorer, mentre per il mondo Mac non è stato possibile avere alcuna informazione.

2) Il bottone di invio prodotti non compare se non sono state inserite le informazioni aggiuntive (almeno quelle obbligatorie), ma purtroppo non viene segnalato all’autore che tali informazioni devono essere inserite.

3) Non sempre si riesce a caricare il PDF, alcune volte cambiando browser si riesce, alcuni docenti stanno cercando da giorni di caricare i loro file

4) Sempre sul PDF, spesso appaiono messaggi di errore che indicano un file superiore ai 10MB, ma di fatto i file hanno un peso molto inferiore.

5) Non è possibile capire se il PDF è stato caricato o no, se non attraverso una procedura barocca di cui per fortuna ci sono state inviate 2 (due) pagine di istruzioni.

6) L’indicizzazione in SCOPUS e in ISI è random. In momenti diversi può non apparire nulla, o solo una banca dati o solo l’altra o entrambe. Cineca riconosce il problema e suggerisce di procedere comunque alla presentazione dei prodotti anche in mancanza dell'identificazione, che potrà essere aggiunta in seguito (sic!).

7) Le Subject category di ISI in alcuni casi sembrano non essere quelle dell’anno in cui l’articolo è stato pubblicato, ma quelle (diverse) del 2010, il che può creare una grande differenza per quanto riguarda le soglie.

8) Scopus attribuisce spesso SC sbagliate, ma non dà agli autori la possibilità di fare modifiche per cui o una pubblicazione viene riconosciuta con l’errore (e magari valutata secondo le soglie sbagliate) o non viene riconosciuta perdendo il dato bibliometrico.

9) Sui titoli che cambiano e per i quali nei primi due anni dal cambio di titolo l’IF va calcolato a mano, nella procedura non compare nulla.

10) Il bottone chiedi PDF all’editore resta per il momento un’incognita. Pare che per gli atenei UGOV finché la procedura non è conclusa le mail non vengano inviate, quindi c’è il rischio che le richieste agli editori partano molto tardi.

Si provi a immaginare per ciascuno di questi punti il flusso di mail che arriva agli uffici degli atenei responsabili della gestione delle informazioni locali, costretti a fare assistenza a una procedura che non conoscono, che non governano, che palesemente non è stata testata, cui non hanno accesso e che subiscono, come tutti i docenti, perché ormai questo è (da anni) e questo ci dobbiamo tenere.
(Fonte: P. Galimberti, roars 02-05-2012)
 
VALUTAZIONE. PEER REVIEW SENZA “AGE DISCRIMINATION” PER TUTTI I FINANZIAMENTI PDF Stampa E-mail

"L'unica via d'uscita è l'adozione delle regole stringenti della peer review, la valutazione tra pari, per tutti i fondi stanziati per la ricerca". Si conclude cosi' la lettera che il senatore Ignazio Marino ha scritto alla rivista scientifica internazionale Science, denunciando l'eliminazione del meccanismo della peer review nell'assegnazione del 10% dei fondi pubblici per la ricerca ai giovani ricercatori under 40. "I ricercatori italiani si lamentano da sempre della mancanza di fondi pubblici per la ricerca - scrive Marino - con la finanziaria del 2007 in Italia era stato attuato un, seppur parziale, cambiamento: 81 milioni di euro, furono destinati ai ricercatori under 40 con un meccanismo trasparente e meritocratico. Certo, si trattava solo del 10% dei fondi pubblici per la ricerca ma era un primo passo fondamentale nella direzione della meritocrazia. Di recente, però, inspiegabilmente, il decreto semplificazione e sviluppo ha cancellato gli articoli della legge che aveva introdotto la peer review in Italia. Il ministro Profumo ha promesso una legge ad hoc entro un mese, ma ancora non ne abbiamo notizia".
(Fonte: AGENPARL 04-05-2012)
La protesta del senatore Marino ha origine nella presunta abolizione del sistema «peer review» per giudicare i progetti «Firb» per giovani ricercatori. Ma ha il ministro veramente abolito la «peer review»? No. Nel bando «Futuro in ricerca», articolo 7, comma 5, è scritto: «Ogni università o ente di ricerca deve avvalersi dell'opera di revisori anonimi, anche stranieri..., secondo il criterio della "peer review"». Da dove nasce allora la protesta di Marino? La protesta nasce non dall'abolizione della «peer review», ma perché è stata abolita una curiosa «peer review» in cui "peers" non sono gli studiosi più competenti nel rispettivo campo di ricerca, ma coloro che hanno circa la stessa età dei concorrenti. I valutatori non devono avere più 40 anni. In altre parole il bando «Firb» imposto da Marino ai tempi del governo Prodi aboliva il merito nella selezione delle commissioni giudicatrici del «Firb» per sostituirlo con un demagogico criterio di età. Profumo ha eliminato la stortura. Il senatore Marino dovrebbe indicare, poi, in quale parte di mondo, invece del merito nelle selezioni scientifiche, si considera l'età. Ovviamente non conosco tutti i sistemi «peer review», ma, per quanto ne so, nei Paesi più civili l'età non si mette neanche nei «curricula»: «Age discrimination» è considerato un atto incivile come la «gender discrimination».
(Fonte: G. Rizzolatti, La Stampa 09-05-2012)

 
ALTERNATIVE ALL’ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DEL TITOLO DI STUDIO PDF Stampa E-mail

Per ora vi sono troppe resistenze all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Eppure una possibile riforma a basso costo ci sarebbe, di efficacia elevata e per la quale basta probabilmente un regolamento del ministero. È sufficiente chiedere a ogni corso di laurea, di ogni facoltà, di tutte le università italiane di condurre un piccolo esercizio statistico. Devono (dovrebbero) pubblicare sul loro sito dati sulla posizione professionale e i redditi dei loro ex allievi a due anni e a cinque anni dalla laurea. Vogliamo sapere a cosa è servito, che esiti ha prodotto studiare qui o lì, questa o quella materia. Sarebbe un piccolo impegno con un grande beneficio: quando valutano dove iscriversi, i ragazzi avranno un' idea più chiara sull' utilità delle varie opzioni. Potranno iniziare a capire che tipo di formazione serve in un' economia moderna. I perdenti di questa riforma saranno (sarebbero) i mille corsi di laurea dalle denominazioni bizzarre e vuote, inventati spesso per distribuire cattedre a questo o a quello, vere fabbriche del 35% di giovani disoccupati in Italia. L' Università Bocconi pubblica già sul web le medie di redditi e gli esiti professionali degli ex allievi di certi master; il sito www.almalaurea.it anche. Ora è tempo di dare più trasparenza ai ragazzi su cosa è utile imparare e cosa no. In cosa vale la pena investire i propri anni e cosa può far perdere tempo ed energie.
A proposito di questa proposta Figà Talamanca osserva che non sarebbe facile per una università ottenere informazioni affidabili sui redditi dei propri laureati e che le indagini dell’ISTAT sull’occupazione dei laureati dimostrano che il tasso di risposta dei laureati è sempre molto basso. In alternativa avanza un’altra proposta: il MIUR, con poco sforzo, potrebbe ottenere e fornire al pubblico in forma collettiva dati affidabili sui redditi e sulla occupazione dei laureati recenti di tutte le università. Infatti, a partire dagli immatricolati dell’anno accademico 2003-04 gli studenti universitari italiani sono inseriti in una banca dati denominata “anagrafe degli studenti” che registra il loro progresso negli studi e l’eventuale laurea conseguita. Ogni studente è identificato attraverso il codice fiscale. Per ottenere dati sui redditi e sull’impiego dei laureati è sufficiente a questo punto interrogare, con riferimento ai codici fiscali dei laureati, la banca dati  dell’Agenzia delle Entrate, per ottenere dati collettivi nell’assoluto rispetto della “privacy” degli individui coinvolti.
(Fonte: F. Fubini, Corsera 09-05-2012. A. Figà Talamanca, roars 10-05-2012)

 
FONDAZIONE RUI. JOB-UNIVERSITY MATCHING PROJECT (JUMP) PDF Stampa E-mail
Su dieci studenti che hanno compiuto il proprio percorso di studi crescendo all'interno delle residenze universitarie della Fondazione RUI, da sette a dieci (ovvero la totalità) trovano lavoro entro sei mesi o un anno dalla laurea. Percentuali di job placement così elevate - fra il 70% e il 100% - trovano una spiegazione nei percorsi di formazione incentrati sull'acquisizione delle competenze trasversali, ovvero quelle attitudini relazionali e interdisciplinari richieste fortemente dal mondo del lavoro, che sono al centro dell'attività' svolta dalle Residenze Universitarie Internazionali (RUI). Durante gli studi universitari, la formazione specialistica ricevuta dai residenti negli atenei di appartenenza è integrata "in collegio", con un percorso della durata complessiva di tre anni, parallelo alla laurea di primo livello, chiamato "Jump" (Job-University Matching Project). JUMP mira allo sviluppo delle "soft skills" che rendono più appetibili i candidati sul mercato occupazionale: leadership e self empowerment, etica della professione, comunicazione efficace, pensiero creativo, sono soltanto alcuni dei corsi, che sono completati da esperienze di vita e di studio all'estero. Ogni anno oltre 400 giovani sono ospiti delle Residenze Universitarie Internazionali, con un 11% di studenti stranieri, di cui il 36% proveniente dall'area scientifica. Spagna, Brasile, Cina, Stati Uniti, Peru' sono i paesi più rappresentati. Per essere ammessi nei collegi è necessario partecipare a un processo di ammissione che consiste in colloqui conoscitivi e dinamici di gruppo, insieme a test attitudinali.
(Fonte: affaritaliani.libero.it 30-04-2012)
 
ACCESSO AI TIROCINI FORMATIVI PDF Stampa E-mail

Gli atenei pubblicheranno i bandi per l'accesso ai tirocini formativi attivi entro il 3 maggio prossimo. Dal giorno successivo e fino al 4 giugno 2012 gli aspiranti corsisti potranno iscriversi alla procedura di selezione. Utilizzando esclusivamente l'apposita procedura on line. I test preliminari, suddivisi per classi di concorso, si terranno dal 6 al 31 luglio. É quanto si evince da un decreto emanato dal ministero dell'università il 23 aprile scorso (n.74).
La procedura di iscrizione prevede che i candidati inseriscano i seguenti dati: cognome e nome, luogo e data di nascita, codice fiscale, residenza e recapito, università e classe di abilitazione prescelta e titoli di ammissione, previa visione dell'informativa sul trattamento dei dati personali. I titoli certificabili relativi al possesso dei titoli di accesso dovranno essere autocertificati. Il test preliminare sarà predisposto da una commissione di ispettori ed esperti ministeriali. Il contenuto e le date delle prove saranno identici su tutto il territorio nazionale. La selezione verterà su 60 domande, ciascuna formulata con quattro opzioni di risposta, fra le quali il candidato dovrà individuare l'unica esatta. Dieci quesiti saranno volti a verificare le competenze in lingua italiana, anche con riferimento alla comprensione di uno o più testi scritti e saranno uguali per tutte le classi di concorso. Gli altri quesiti saranno inerenti alle discipline oggetto d’insegnamento della classe di abilitazione. Per conseguire l'idoneità all'accesso al tirocinio formativo attivo è necessario che il candidato abbia superato la prova orale con un punteggio non inferiore a 15/20. L'idoneità non basta Il conseguimento di tale punteggio, però non comporterà automaticamente l'ammissione ai corsi, che avverrà, invece, tramite lo scorrimento della relativa graduatoria di merito. L'accesso ai tirocini sarà consentito nel limite dei posti autorizzati. La tabella con i 5mila contratti.
(Fonte: IlSole24Ore Sanità 02-05-2012)

 
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