Home 2012 30 Aprile
30 Aprile
CANDIDATO RICERCATORE VINCE CONCORSO CON MENO TITOLI DEGLI ALTRI CONCORRENTI. INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PDF Stampa E-mail
All'Università del Piemonte Orientale è stato indetto un concorso per ricercatore in economia politica che prevedeva tra i criteri di valutazione il numero delle pubblicazioni. Un gruppo di deputati ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in cui si legge che “tra i 13 candidati, 12 potevano vantare numerose pubblicazioni, mentre una poteva esibire solo collaborazioni in capitoli di libri scritti con il suo professore di riferimento, che era anche il presidente della commissione; la candidata senza pubblicazioni ha vinto il concorso; spinto da una formidabile mobilitazione di protesta partita attraverso internet, il rettore ha rinviato gli atti per irregolarità, annullando il concorso; il professore presidente dimissionario della commissione viene eletto capo del dipartimento; pochi giorni dopo, all'università dell'Insubria il posto da ricercatore in politica economica viene assegnato al candidato che presenta «zero titoli»; è palese come concorsi del genere facciano perdere la fiducia nel sistema di meritocrazia universitaria e demotivino le giovani menti brillanti, e li spingano, anzi a spostarsi all'estero, verso Paesi maggiormente meritocratici. A questo proposito gli interroganti chiedono al governo di rivedere i criteri di valutazione per i concorsi da ricercatore e di inasprire le sanzioni per quei professori che favoriscono propri allievi non meritevoli.
(Fonte: AGENPARL 23-04-2012)
 
OTTANTAMILA TESTI UNIVERSITARI CLONATI SCOPERTI DALLA GUARDIA DI FINANZA PDF Stampa E-mail
Il fenomeno non è nuovo e non soffre di cali di domanda evolvendosi con la tecnologia digitale. Si tratta della riproduzione illecita di testi universitari scoperta nell'ambito di un vasto piano di controlli nei confronti di tipografie e copisterie, soprattutto quelle ubicate nelle vicinanze degli atenei della Capitale, dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma. 80 mila i libri clonati digitalmente, 1.500 fotocopiati scoperti dalla Finanza che si è avvalsa dei più giovani militari che, fingendosi studenti universitari, hanno acquisito informazioni utili all'indagine. Numerosi i file memorizzati in cartelle nascoste e i cd contenenti opere letterarie camuffati esternamente da supporti musicali. Il bilancio complessivo è di 20 persone denunciate all'Autorità Giudiziaria di Roma per violazioni alla normativa sul diritto d'autore e il sequestro di ventinove personal computer e ventuno supporti di memoria, tra hard disk esterni, memorie usb, cda e dvd.
(Fonte: ASCA 13-04-2012)
 
ESAMI VENDUTI: REATO PRESCRITTO, PROVE VALIDE PDF Stampa E-mail
Sarebbe stato un processo esemplare contro chi ha cercato di truffare l’Università corrompendo i professori e gli assistenti per ottenere una laurea facile. Ma dopo nove anni trascorsi tra indagini e dibattimento ieri l’ottava sezione del Tribunale ha dichiarato la prescrizione per i 27 imputati tra studenti, assistenti universitari, professori e personale amministrativo della facoltà di Giurisprudenza de La Sapienza. Una decisione che arriva dopo un tempo infinito, dal luglio del 2003, quando sono scattate le manette dopo che la magistratura ha accertato che c’era un giro di esami in cambio di mazzette. Denaro per pagare prove considerate molto dure: Diritto privato, Diritto civile, procedura Penale. Quattro anni di indagini e cinque di dibattimento sono stati troppi per far ottenere giustizia a chi, quegli esami, li ha superati onestamente. E non è tutto, perché lo schiaffo finale arriva sulla base di una decisione della Cassazione: rimarranno, infatti, valide tutte le prove sostenute dagli studenti accusati di aver pagato mazzette fino a 2000 euro. I supremi giudici hanno già chiarito che gli esami universitari sono da considerarsi falsi solo in presenza di una condanna. E pertanto non saranno cancellati i buoni voti ottenuti con il sospetto di aver elargito mazzette a piene mani. Il sistema della compravendita avrebbe previsto il pagamento di cifre oscillanti tra 1.500 e 3.000 euro, prezzi che variavano a seconda della difficoltà dell’esame da superare. Gli inquirenti avrebbero accertato che gli esami truccati sarebbero stati ventisette, anche se gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti.
(Fonte: G. De Santis, Il Messaggero 14-04-2012)
 
EU. CIFRE CHIAVE DELL’ISTRUZIONE PDF Stampa E-mail
La pubblicazione “Cifre chiave dell’istruzione in Europa 2012” realizzata in collaborazione con Eurostat e sviluppata grazie ai dati forniti dalle unità nazionali della rete Eurydice e ai dati tratti dall’indagine internazionale PISA 2009, affronta molti degli argomenti principali della cooperazione europea nell’ambito dell’istruzione e della formazione (ET 2020), compresa la più ampia strategia europea per una crescita rapida, sostenibile e inclusiva nei prossimi decenni (EU 2020). I laureati dell’istruzione terziaria trovano lavoro due volte più velocemente rispetto a chi ha qualifiche di livello inferiore. Al 2010, il 79 % dei giovani in Europa di età compresa fra i 20 e i 24 anni risulta aver completato con successo l’istruzione secondaria superiore, confermando la tendenza crescente di tutta Europa dal 2000. La percentuale media europea delle persone con una qualifica d’istruzione terziaria è aumentata per tutti i gruppi di età, dal 2000, nonostante persistano tuttora squilibri nella scelta degli studenti in varie discipline accademiche. In scienze, matematica e informatica, come anche nel campo dell’educazione, ad esempio, la percentuale dei laureati è diminuita. I laureati dell’istruzione terziaria s’integrano nel mercato del lavoro due volte più rapidamente rispetto a chi ha una qualifica di livello inferiore. In media, occorrono 5 mesi ai laureati dell’istruzione terziaria per entrare nel mondo del lavoro, mentre ne occorrono 9,8 a chi ha una qualifica di livello più basso. A livello UE la durata media per trovare il primo lavoro significativo era vicina a 6,5 mesi nel 2009. Nonostante il generale aumento del numero di persone con una qualifica di livello terziario, una proporzione sempre più consistente è sovraqualificata per il tipo di lavoro che riesce a trovare. Infatti, più di un laureato su cinque è sovra qualificato per il proprio lavoro e, dal 2000, questa proporzione è andata ad aumentare. Inoltre, nonostante che dal 2000 il gap di genere sia diminuito, di media le donne laureate continuano a essere più soggette alla disoccupazione rispetto agli uomini, nonostante superino per numero gli uomini in quasi tutti gli ambiti di studio accademici. Lo studio completo “Key Data on Education in Europe 2012”  è disponibile online nella versione inglese
(Fonte: indire.it 10-02-2012)

 
RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO. INVESTIRE NELL’ISTRUZIONE ALMENO IL 2% del PIL PDF Stampa E-mail
Garantire che le università ricevano fondi adeguati, permettere alle persone di ogni estrazione sociale di accedere all'istruzione superiore e aumentare il numero di ragazzi che studiano all'estero: questi i messaggi principali contenuti in una risoluzione approvata oggi a larga maggioranza (464 voti a favore, 34 contrari e 33 astensioni) dal Parlamento europeo. Gli eurodeputati, rammaricandosi dei tagli operati da alcuni paesi membri, ricordano a tutti i governi che è loro dovere ''garantire che almeno il due per cento del prodotto interno lordo sia investito nell'istruzione''. Strasburgo chiede alle autorità nazionali di mobilitare le risorse necessarie a modernizzare le infrastrutture e i corsi di studio, al fine di garantire che le università contribuiscano alla competitività dell'Ue. Una parte del finanziamento del settore, suggerisce la risoluzione, potrebbe arrivare anche dal Fondo sociale europeo e da quello per lo sviluppo regionale. Il Parlamento Ue sostiene inoltre l'iniziativa della Commissione europea di creare un sistema di prestiti che permettano agli studenti di passare un periodo della loro carriera accademica in un paese straniero. L'obiettivo dell'Ue dev'essere quello di assicurare che entro il 2020 ''il 35% dei lavoratori sia altamente qualificato'', riuscendo così a rispondere ''alle esigenze del mercato del lavoro''.
(Fonte: ANSA 20-04-2012)
 
TRENTA ATENEI EUROPEI TRA I PRIMI CENTO DEL MONDO PDF Stampa E-mail

Non è del tutto vero che il declino delle università europee sarebbe parte del declino generale dell’Europa. Ad esempio in una delle classifiche maggiormente seguite, e serie, quella del “Times Higher Education Supplement” (THES), per il 2011-2012, le università europee non sfigurano. Tra le prime dieci, Oxford, Cambridge, e l’Imperial College di Londra occupano rispettivamente la quarta, la sesta, e l’ottava posizione. Vuol dire che istituzioni come Oxford e Cambridge mantengono un primato internazionale da circa 800 anni, qualcosa di stupefacente. Ma analizziamo le prime cento dal punto di vista europeo. Ebbene, 12 sono inglesi (di un paese fuori dell’area Euro, benché dentro per ora alla UE). La 36esima e la 85esima sono rispettivamente Edinburgo e Saint Andrews, in Scozia. Occorre ricordare che ancora nel Settecento la Scozia, presto indipendente, aveva ben 4 università, e l’Inghilterra solo due, per quanto prestigiose (ma in declino, certo, nel secolo dei Lumi). D’accordo, il THES è un giornale inglese, ma i parametri sono abbastanza fissi e non alterabili. La Svizzera ne piazza tre in classifica, l’ETH di Zurigo, il Politecnico di Losanna, e l’Università di Zurigo. La Svezia anch’essa tre. Vediamo ai paesi dell’area Euro. La Germania ne piazza 4. Ricordiamoci che il modello accademico tedesco nell’Ottocento era egemone nel mondo, interi atenei americani vennero creati su quel modello, come la Johns Hopkins di Baltimora (in classifica al numero 14). In ogni caso, la gemma tedesca, la meravigliosa università di Monaco, prima tra le tedesche, è “solo” al 45esimo posto. Seguono Gottinga, Heidelberg, e il Politecnico della Baviera, grandi scuole con immensa tradizione, ma che si trovano tutte sotto al cinquantesimo posto. Sempre in area Euro (per ora, perché in Olanda il vento sta cambiando), abbiamo 4 atenei olandesi. Tra cui la grande Leida, che, occorre ricordare, venne costituita sul modello padano di Padova (orto botanico compreso). La Francia ne piazza tre. Pochine. Oltretutto, a parte la Marie Curie, una è la Normale (non è chiaro quale, immagino quella di Parigi), l’altra l’Ėcole Polytechnique. Ora, la piccola Svizzera tiene testa  in classifica a tutti questi giganti. Lo stesso si dica per l’Olanda. E gli altri paesi area Euro? Uno finlandese, Helsinki. Uno belga, Lovanio. Dunque l’Europa non se la passa male: se prendiamo le prime cento, abbiamo 30 università (il 30%!).
(Fonte: P. L. Bernardini, lindipendenza.com 26-04-2012)

 
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