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29 Marzo
RICERCA. LA VALUTAZIONE DEL CNR (VCNR) PROMOSSA AUTONOMAMENTE DALL’ENTE PDF Stampa E-mail
Gli oltre 100 Istituti del CNR sono stati recentemente sottoposti a valutazione su iniziativa dell’ente al fine di verificare la corrispondenza tra la missione originaria e le attuali linee di ricerca, di misurare la qualità dei risultati scientifici nel panorama internazionale, di identificare le prospettive in termini gestionali e strategici, di identificare i punti di forma e di debolezza del sistema e le modalità per affrontarli. La valutazione è stata eseguita nel periodo aprile 2009 – marzo 2010 da un Panel generale, composto di 16 eminenti scienziati italiani, e da 26 Panel tematici, composti di 156 scienziati (di cui 60 stranieri o italiani operanti all’estero) nominati dal presidente dell’ente. Si è trattato dunque di una valutazione promossa autonomamente dall’ente e finalizzata a mostrare l’output che esso fornisce alla comunità scientifica e al paese in generale, e a mettere a disposizione della sua dirigenza elementi per adeguare la propria strategia al contesto nazionale e internazionale. Nel rapporto finale il Panel generale ha concluso che “La valutazione numerica media degli Istituti effettuata dai Panel per le varie aree scientifiche, tecnologiche e culturali è stata molto buona: un punteggio di circa 73/100 per gli Istituti della Sezione A e di 82/100 per quelli della Sezione B. La differenza tra questi due valori non è significativa, essendo associata principalmente a differenze nel metro di valutazione.” Il Panel generale ha notato inoltre che “alcuni Istituti svolgono ricerche di ‘top level’ internazionale e hanno una buona capacità di attrazione di fondi esterni”; al contempo ha rilevato difficoltà legate alla difficile situazione finanziaria e alle ripercussioni negative che i finanziamenti esterni possono avere sulla ricerca libera e di lungo periodo, nonché l’elevata età media dei ricercatori. Ha inoltre rilevato che i 107 Istituti del CNR si caratterizzano per l’estrema eterogeneità che essi esprimono a vari livelli.
(Fonte: roars 15-03-2012)
 
AIB. POSIZIONE SUL REGOLAMENTO ANVUR PER IL CONFERIMENTO DI FILE PDF DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE AI FINI DELLA VALUTAZIONE DELLA RICERCA PDF Stampa E-mail

L’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Università e della Ricerca (ANVUR) ha emanato un regolamento per il conferimento di file pdf di pubblicazioni scientifiche ai fini della Valutazione della Qualità della Ricerca per il settennio 2004-2010 che stabilisce che tale conferimento (in un database appositamente predisposto dal consorzio interuniversitario CINECA) deve essere preventivamente autorizzato dagli editori, e che è onere degli autori procurarsi tale autorizzazione, “manlevando” l’ANVUR, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il CINECA da ogni responsabilità in proposito. La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha inviato all’ANVUR una richiesta di chiarimenti e/o modifiche alla procedura, rilevando come non occorra alcuna autorizzazione degli editori per compiere utilizzazioni imposte dalla legge. In attesa di risposta da parte dell’ANVUR, agli atenei è stato opportunamente raccomandato di sospendere i conferimenti di file e agli autori di evitare in futuro di cedere i diritti esclusivi agli editori. A oggi, l’ANVUR ha risposto parzialmente, su questioni secondarie, e ha accordato una proroga sulla scadenza per gli adempimenti.
L’Associazione italiana biblioteche sostiene da qualche tempo la necessità di un riesame organico del diritto d’autore anche nell’ottica di assicurarne un’applicazione coerente con l’interesse pubblico e il rispetto di altri diritti e valori costituzionalmente garantiti. L’AIB condivide appieno le osservazioni della CRUI e auspica che l’ANVUR le faccia proprie, evitando di creare un pericoloso precedente che anche in seguito potrebbe dare luogo ad applicazioni parziali, fuorvianti e controproducenti delle leggi vigenti, con la duplice conseguenza di indebolire la posizione delle università, degli enti di ricerca e dei loro autori, e di appesantire piuttosto che semplificare l’azione delle pubbliche amministrazioni.  (Fonte: S. Parise, aib.it 21-03-2012)

 
FINANZIAMENTI. FFO E QUOTA PREMIALE 2012 PDF Stampa E-mail

Il decreto con i criteri di riparto del fondo di finanziamento ordinario delle università per il 2012 mette sul piatto 7 miliardi. Nella bozza di decreto sul tavolo del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, – che quest'anno punta a distribuire i fondi al più presto e non a fine anno come troppo spesso è successo negli anni passati –, cresce in particolare la cosiddetta «quota premiale» che raggiunge il 13% degli stanziamenti complessivi: ben 910 milioni (l'anno scorso erano 830) saranno, infatti, destinati agli atenei più produttivi su ricerca, formazione e didattica. Le "pagelle" saranno assegnate in conformità a un pacchetto di indicatori in attesa delle valutazioni future dell'Anvur. A pesare in particolare (per il 66%, cioè per 601 milioni) è la capacità degli atenei di realizzare ricerca scientifica di qualità che sarà misurata in conformità a un set di criteri: dalla percentuale di docenti e ricercatori presenti nei progetti di ricerca Prin 2006-2009 e in quelli Firb del programma «Futuro e ricerca» alle valutazioni del Civr (che risalgono al 2003) fino alla capacità di conquistare le risorse distribuite dall'Europa con i suoi bandi per l'innovazione. I restanti fondi (il 34% per 309 milioni) saranno distribuiti in base ai risultati nella didattica e nella formazione (come il numero di studenti in regola con i crediti).
In attesa di conoscere l'esatta assegnazione dei fondi ateneo per ateneo – numeri sui quali sembra che ballino ancora alcuni milioni – di sicuro c'è che la quota base distribuita in base alla spesa storica vale 5,560 miliardi: 5,3 miliardi sono riservati a tutte le università statali, 141 milioni andranno per accordi di programma (con l'Aquila, Macerata e Camerino), mentre 116 sono riservati ad altri istituti (dalla Normale alla scuola Sant'Anna di Pisa, dalla Sissa di Trieste allo Iuss di Pavia, ecc.). Prevista inoltre una «quota perequativa» che vale 105 milioni (l'1,5% dello stanziamento) destinato a compensare il sottofinanziamento di alcuni atenei. Questa misura di riequilibrio – già introdotta anche dal precedente ministro Mariastella Gelmini nella legge 240 di riforma dell'università – punta, infatti, a sostenere proprio le università che hanno un sottofinanziamento superiore al 5% del bilancio. Infine un fondo di 267 milioni servirà a finanziare alcuni interventi previsti da varie leggi: in particolare 93 milioni saranno destinati al reclutamento straordinario di professori associati, mentre 50 milioni serviranno per gli «scatti premiali» dei docenti.
(Fonte: M. Bartolini, www.ilsole24ore.com 18-03-2012)

 
BORSE DI STUDIO (165 MLN) E RESIDENZE UNIVERSITARIE (140 MLN) PDF Stampa E-mail
Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, intervenendo alla riunione delle Consulte studentesche, ha affermato: ''C'è un accordo tra Miur, Regioni e studenti perché ci siano risorse e tempi che corrispondono alle necessità della scuola in termini di borse di studio. Si passa – ha informato il ministro – dagli attuali 110 milioni a 165 l'anno prossimo e ci sarà un incremento anche della quota che spetta alle Regioni''. Parlando con gli studenti, il ministro si è quindi soffermato sulla questione delle residenze universitarie. ''Stiamo per chiudere il bando della legge 338 e le risorse ammontano a circa 140 milioni. Ci sarà – ha spiegato – un finanziamento ulteriore rispetto a quanto previsto in modo che i progetti possano andare avanti''.
(Fonte: blitz quotidiano 22-03-2012)
 
NUOVI STATUTI. COME CAMBIA LA GOVERNANCE IN 37 ATENEI PDF Stampa E-mail
Per la tipologia dei componenti del CdA, già da ora è possibile avere un’idea degli orientamenti dando una scorsa al confronto tra gli Statuti sinora approvati e/o pubblicati sulla G.U. (vedi la Tabella 1), nella quale sono censite 37 università (abbiamo escluso le private quelle telematiche e quelle aventi statuto speciale). Di esse 15 hanno un CdA fatto di 11 membri, 9 sono con CdA di 10 membri, 10 con CdA di 9 membri, Venezia IUAV ha solo 7 componenti e Pisa S. Anna 5. Nel caso di composizione 11 membri ci si è attenuti in generale alla formula del 5+3, ovvero cinque componenti appartenenti al corpo accademico e 3 esterni (oppure 2, nel caso di un CdA con 10 o 9 membri).



In generale i componenti del corpo accademico sono docenti e a volte è prevista anche la presenza di qualche componente del personale tecnico-amministrativo (TA), e ciò avviene in 18 casi su 37. Altre volte non viene fatta distinzione tra docenti e TA, per cui si sceglie indifferentemente, a seconda delle varie modalità. Infine, nella scelta dei docenti solo in pochi casi si rispetta una proporzione tra le fasce (ordinari, associati e ricercatori) (Bari, Parma, Piemonte Orientale) o una ripartizione in aree disciplinari, effettuando delle aggregazioni delle 14 aree del CUN (Foggia, Palermo, Parma, Pisa, Salerno). Per quanto riguarda gli esterni sono in generale 3 o 2 (in base al numero dei componenti il CdA), con qualche eccezione, come a es. Venezia Ca’ Foscari, che ne ha 4. Se non fosse per l’eccezione di Trento, si direbbe che tutte le università hanno resistito alla tentazione di un’immissione massiccia di componenti esterni al mondo universitario, lasciando saldamente il governo degli atenei in mano ai docenti espressi dal suo personale di ruolo.
E qui, infatti, arriviamo alla sostanza della nuova mappa di potere che si è venuta a disegnare dopo l’approvazione della L. 240 che, oltre a spostare gli equilibri verso il CdA a scapito del Senato, ha poi permesso di stabilire una serie di norme che possono lasciare più o meno spazio a pratiche di scelta democratica e a procedure condivise. Di fronte alla dizione della legge che parla di “designazione o scelta” tra le candidature individuate “anche mediante avvisi pubblici” si sono avute diverse linee interpretative. In molti atenei la si è interpretata come un’esplicita esclusione di un processo elettivo comunque concepito, per cui si è intesa la scelta come una prerogativa del rettore, o di organismi da questo controllati, in base alla necessità di assicurare una governance efficace grazie a una “squadra di governo” coerente con la sua linea politica, che evitasse i mali dell’assemblearismo democratico e la sua conseguente deresponsabilizzazione.
Altri statuti hanno invece addirittura inteso la scelta come procedura elettiva più o meno indebolita o mascherata, secondo varie modalità; oppure hanno concepito il processo di scelta dei componenti interni ed esterni in modo da sottrarli quanto più possibile alla discrezionalità del rettore, per evitare che questo si trasformasse in un dominus. La conseguenza di ciò è stata la strana circostanza che il MIUR ha dovuto fare delle obiezioni sia agli atenei che hanno imboccato la linea della centralizzazione nelle mani del rettore del potere di designazione (come a Catania, nel qual caso il Miur ha invocato la sospensiva dello Statuto al TAR, che l’ha respinta), sia a quelli che invece hanno stabilito una procedura elettiva. In altri casi, come a Milano lo statuto è stato modificato a seguito delle osservazioni del Miur, per cui la modalità della designazione degli 8 componenti (4 interni e 4 esterni) – prima tutti designati dal SA a scrutinio segreto – avviene ora per 3 dei 4 esterni su proposta del Rettore.
(Fonte: F. Coniglione, roars.it 20-03-2012)

 

 
DOCUMENTO CONCLUSIVO, APPROVATO DALLA COMMISSIONE VII DEL SENATO, DELL'INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI EFFETTI CONNESSI ALL'EVENTUALE ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DEL DIPLOMA DI LAUREA PDF Stampa E-mail
Il documento (Doc. XVII, N. 14) presenta i risultati dell’indagine conoscitiva sugli effetti connessi all'eventuale abolizione del valore legale del diploma di laurea in Italia, svolta dalla 7a Commissione permanente del Senato della Repubblica (Istruzione pubblica, Beni culturali, Ricerca scientifica, Spettacolo e Sport). Nell’audizione al Senato per l’USPUR è intervenuto il professor Rosario Nicoletti, membro della giunta nazionale. Il professor Nicoletti ha iniziato osservando che nel tempo vi è stata una continua erosione del valore legale del titolo di studio, attualmente richiesto unicamente per l'accesso a buona parte dei concorsi per assunzione nella P.A. e per l’accesso agli esami di abilitazione alle professioni regolamentate. Tra le cause di tale erosione vi è "un continuo slittamento verso una disomogeneità e una disuniformità" dei corsi di laurea, dovuto sia all'autonomia delle università, sia anche alla proliferazione delle materie e all'aumento del sapere complessivo. Il valore legale permane, ma gli insegnamenti sottostanti si sono diversificati e spesso polverizzati. Per rimediare a questa situazione, tuttavia, l'abolizione del valore legale della laurea senza varare misure di contorno produrrebbe più danni che vantaggi. L'USPUR si dichiara assolutamente favorevole all'accreditamento dei corsi di laurea, a un accreditamento, però, che riguardi la qualità dell'insegnamento. Al riguardo le associazioni sindacali potrebbero svolgere un ruolo importante, contribuendo all'individuazione delle procedure e degli strumenti più adatti per l'accreditamento. Il professor Nicoletti ha rilevato inoltre la necessità di rivedere le leggi che determinano i controlli per l'accesso agli esami per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, nonché i criteri di accesso agli ordini professionali ("che si preoccupano molto di prevenire la concorrenza, ma scarsamente del livello di competenza dei propri iscritti"). In conclusione, il professor Nicoletti ha osservato che il nostro sistema universitario, con oltre 90 università operanti nel territorio del Paese, può elevare la qualità solo nella direzione di una rilevante differenziazione riguardo all’offerta formativa proposta. Per pervenire a questo risultato l'abolizione del valore legale della laurea può dare un importante impulso, a condizione tuttavia che sia accompagnata dalla sistematica valutazione delle conoscenze e delle capacità acquisite dai laureati che escono dalle università.
(Fonte 01-02-2012)
 
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