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30 Gennaio
DECRETO MILLEPROROGHE. ESTESO A TUTTE LE UNIVERSITÀ IL PIANO STRAORDINARIO DI RECLUTAMENTO PER PROFESSORI ASSOCIATI PDF Stampa E-mail

Lo ha dichiarato la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera: “Per il momento tra gli obiettivi raggiunti in sede di discussione del decreto Milleproroghe vi è la ripartizione a tutte le università - perciò senza esclusione di quelle che hanno superato il rapporto del 90% tra spese di personale e risorse del fondo di finanziamento universitario - del piano straordinario di reclutamento per professori associati. Dunque un emendamento al decreto legge milleproroghe approvato alla Camera si estende anche agli atenei dove la spesa di personale ha superato il tetto del 90% in rapporto al fondo ordinario. Una novità, questa, che permette di evitare "discriminazioni" fra aspiranti associati in base alla sede in cui lavorano.
In proposito si veda anche l’articolo di M. Ciavarella su IlSole24Ore (Fonte: AGENPARL 19-01-2012)

 
RICERCATORI A TEMPO INDETERMINATO NON CONFERMATI AL PRIMO ANNO DI ATTIVITÀ PDF Stampa E-mail
L’art. 15 dello schema di decreto legislativo sulla valorizzazione dell’efficienza delle università dispone che ai ricercatori a tempo indeterminato non confermati è riconosciuto, fin dal primo anno di effettivo servizio, il trattamento economico pari al 70% di quello dei professori di seconda fascia a tempo pieno di pari anzianità che, invece, l’art. 1, c. 2, del D.L. 7/2005, riconosceva dopo il primo anno di effettivo servizio e fino al giudizio di conferma. La relazione illustrativa precisa che l’incentivo interviene in risposta alla necessità di gratificare economicamente il fattore lavoro e renderlo partecipe degli obiettivi di qualità perseguiti dal sistema complessivo. All’onere derivante si provvede, per il 2011 - come già disposto dall’art. 29, c. 22, primo periodo, della L. 240/2010 -, nel limite massimo di 11 milioni di euro, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa relativa al cofinanziamento di assegni di ricerca, di cui all’art. 5, c. 1, della L. 370/1999. In base all’AIR, i ricercatori interessati sono 1375. La relazione tecnica ricorda che, come già illustrato nella relazione tecnica al progetto di legge di riforma universitaria (A.S. 1905), si tratta di un onere una tantum, ragione per la quale la copertura è limitata al 2011.
 
DOTTORATO DI RICERCA. OBIEZIONI DEL CONSIGLIO DI STATO ALLA NUOVA DISCIPLINA PDF Stampa E-mail
Con un parere, il 9 gennaio 2012 il Consiglio di Stato si è espresso sullo Schema recante criteri generali per la disciplina del dottorato di ricerca presentata dal precedente governo in settembre. Dopo la frenata al piano di attuazione delle abilitazioni, i giudici di Palazzo Spada muovono obiezioni su un altro tassello cruciale della riforma (la disciplina del dottorato di ricerca) inviato per il parere di legittimità. Due, in particolare, le obiezioni sul testo. La prima è sulla mancanza della «relazione preliminare di analisi d’impatto regolamentare» (AIR) e della relazione «tecnico normativa» (ATN). Senza le quali , rilevano í giudici, non si può effettuare un compiuto esame dell'intervento regolatore, ed è per questo, infatti, che se ne «chiede l'invio». Seconda obiezione: a parere del CdS, il complesso delle previsioni contenute nel regolamento non si limita a definire «criteri generali e parametri per l'esercizio della potestà regolamentare da parte dei soggetti accreditati», ma estende l'area d’intervento «all’introduzione di analitiche prescrizioni, riservate, in parte, quanto meno all'autonomia universitaria». In sostanza lo schema in questione ha allargato il raggio di competenza, quando, invece, la norma primaria (articolo 4 della legge n. 240/10) demandava a un successivo DM la disciplina delle modalità di accreditamento e delle condizioni di revoca delle qualificate istituzioni italiane di formazione e ricerca, così come la definizione dei criteri e dei parametri in ai quali i soggetti accreditati disciplinano l'istituzione dei corsi di dottorato. Le future scuole di dottorato, infatti, per essere accreditate dovranno passare il vaglio dell'ANVUR. Il CdS rileva, poi, che «analoghe perplessità» suscita la previsione dell'introduzione delle scuole di dottorato (nell'art. 7 dello schema di regolamento), giacché, di questa ipotesi ordinamentale, non vi è traccia nella norma primaria. Infine, per il CdS, sono necessari ulteriori chiarimenti circa le modalità relative al contributo annuale al finanziamento dei dottorati attivati dalle università. In conclusione, la sezione dei giudici suggerisce di «rimeditare» il testo alla luce delle considerazioni esposte con l'obiettivo di arrivare a una maggiore coerenza con la norma originaria.
(Fonte: B. Pacelli, ItaliaOggi 10-01-2012). Parere consiglio di stato 4820.
 
PIANO PER LA CHIAMATA DI PROFESSORI DI SECONDA FASCIA PDF Stampa E-mail
E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 11 del 14 gennaio 2012.
 
NUMERO DEI DOCENTI DI RUOLO. EVOLUZIONE 1998-2018. PREVISIONE 2012-2018 PDF Stampa E-mail

L’andamento del numero totale dei docenti (Tab. 1), dopo aver raggiunto nel 2009 il massimo storico (con un aumento del 28% rispetto al valore 1998), ha iniziato a scendere rapidamente e oggi eccede soltanto del 14% il valore al 1998. Nell’arco dei prossimi sei anni si scenderà a un valore inferiore al 1998 di quasi il 10%, nella (quasi) assenza di nuove immissioni, in quanto le assunzioni di soggetti esterni al sistema sono ormai proibite per la fascia dei ricercatori, e saranno certamente molto contenute per la fascia degli associati e degli ordinari. Con l’analisi per fasce si rilevano effetti ancor più rilevanti: gli ordinari (Tab. 2), saliti nel 2007 di oltre il 48% rispetto ai 13.400 del 1998, già oggi superano tale valore solo del 13%, e fra sei anni, salvo nuovi reclutamenti, saranno circa 9.500, (circa 30% meno che nel 1998). Ipotizzando poi l’assunzione di circa 500 ordinari per anno si raggiungerebbe in sei anni la cifra di 12.500 ordinari, un valore ancora inferiore a quello raggiunto alla fine degli anni 80. La crescita del numero degli associati (Tab. 3) è stata relativamente più modesta (con un massimo del 22% nel 2007) e già oggi il numero supera di appena il 5% il valore del 1998. In sei anni si scenderebbe del 10% sotto quel valore, se non fosse per le presumibili nuove immissioni rese possibili dal piano straordinario (Legge 220/2010), per cui il numero totale degli associati potrebbe giungere a un valore superiore alle 20.000 unità. In ogni caso la somma di ordinari e associati difficilmente potrà superare in modo significativo il valore mantenutosi quasi costante nel corso degli anni 90 (circa 31.000). Anche il numero dei ricercatori a tempo indeterminato (Tab. 4), dopo essere giunto a crescere del 27% (nel 2009) rispetto ai circa 20.000 ricercatori del 1998, sta ormai scendendo e, tenendo anche conto dei passaggi alla fascia degli associati, nel 2018 assai probabilmente non più di 12.000 ricercatori a tempo indeterminato saranno ancora in servizio. Gli andamenti generali descritti non si sono riflessi in modo omogeneo nelle differenti aree scientifiche. Quanto al numero totale dei docenti, numerose aree (Matematica, Fisica, Chimica, Geologia, Lettere) sono già oggi ridotte a valori inferiori o uguali a quelli del 1998, e all’elenco delle aree soggette a forte riduzione numerica si aggiungeranno nel prossimo quinquennio (anche per effetto della diversa composizione anagrafica) l’area Medica, quella dell’Ingegneria Civile e quella Storico-Filosofica. Viceversa sono ancora sopra i valori del 1998 (e vi resteranno a lungo), le aree di Informatica, Biologia, Agraria, Medicina Veterinaria, quella dell’Ingegneria Industriale e dell’Informazione, e soprattutto la macroarea delle Scienze giuridiche, economiche e sociali, che ancora oggi supera del 40% i valori qui considerati come iniziali.  Le proiezioni sono frutto di elaborazioni effettuate a partire dai dati disponibili nel sito statistica.miur (Ufficio di Statistica del MIUR, contenente la distribuzione dei docenti  distinti per anno di nascita, per qualifica, per Area, per Ateneo, per Facoltà e per genere e aggiornato al 31.12.2010) e dal sito cercauniversit.cineca.
(Fonte: P. Rossi, roars 27-01-2012. Le tabelle 1-4 dalla stessa fonte, modificate)

 

Tab. 1


Tab. 2





 
RICERCA. ASPETTI POSITIVI DEI NUOVI PRIN E FIRB PDF Stampa E-mail

I finanziamenti per la ricerca universitaria (i cosiddetti PRIN) nonché quelli per i giovani ricercatori (FIRB Giovani), approvati a fine 2011, stanno suscitando un vivace dibattito. Per Marco Ricotti, docente di Impianti nucleari al Politecnico di Milano nonché delegato del rettore del Politecnico alla Ricerca, contattato da IlSussidiario.net, "ci sono tre aspetti decisamente positivi in quanto reso pubblico dal ministero. E cioè i concetti d’internazionalizzazione della ricerca, quello di massa critica e i progetti multidisciplinari". Aggiunge Ricotti che poi "non si discute l'indirizzo politico che il ministero sta prendendo: lo reputo importante, fondamentale e giustissimo".
Ricotti, a fronte dei vari punti di vista espressi sino a oggi sull'argomento, lei come giudica il bando sulla ricerca formulato dal ministero?
In realtà, proprio per quello di cui mi occupo in quanto delegato del Rettore alla ricerca, il mio parere al momento è che ci stiamo facendo un parere. Stiamo studiando il bando del ministero e stiamo cercando di capire come muoverci al meglio, come cioè valorizzare al massimo le eccellenze che ci sono al Portello come in altre università italiane.
Immagino che avrà però seguito le polemiche che ci sono state fino a oggi.
Certamente: devo dire che ci sono aspetti positivi in tutti gli interventi e capisco anche bene la strategia che il ministero sta cercando di impostare. Credo sia importante, e questo è un aspetto positivo della nuova strategia del ministero, l'idea di favorire la formazione di gruppi multidisciplinari.
Ci spieghi meglio.
Ormai le complessità dei problemi scientifici sono talmente ampie, vaste e complesse che è importante dare vita a gruppi di una certa consistenza, a una massa critica anche numerica che li possa affrontare.
Altrimenti?
O si ragiona anche in questi termini o di risultati significativi soprattutto a livello internazionale non se ne raggiungono. Un altro aspetto positivo al proposito è il concetto d’internazionalizzazione dei progetti. Saranno cioè favoriti quei progetti che presentano termini di collegamento internazionale, e questo è un aspetto nuovo e fondamentale.
Le dimensioni dei finanziamenti le sembrano adeguate?
Direi proprio di sì: pensando ad esempio ai progetti che seguo al Politecnico di Milano, che raduna facoltà di ingegneria, architettura e design, avere a disposizione cifre che vanno da un minimo di 800mila euro a un massimo di due milioni permette senz'altro di lavorare a progetti importanti e interessanti. Tenendo conto che quando ci sono di mezzo attività sperimentali, ci sono costi molto alti.
(Fonte: www.ilsussidiario.net 10-01-2012)

 
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