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30 Gennaio
RICERCA. NUOVO BANDO PRIN MODIFICATO PDF Stampa E-mail

Il MIUR, con D. M. del 12 gennaio 2012, ha pubblicato il nuovo Bando PRIN. Il Bando contiene importanti novità rispetto alla precedente versione Decreto Ministeriale del 27 dicembre 2011 n. 1152/ric. La nuova scadenza per la presentazione on line dei progetti è stata fissata dal MIUR al 9 marzo 2012 alle ore 17.00 per i Responsabili di unità (modello B) e al 16 marzo 2012 alle ore 17.00 per i Coordinatori scientifici (modello A).
Le principali modifiche al bando sono: all’articolo 3, comma 1, viene abbassato il costo minimo dei progetti presentabili dalle aree disciplinari diverse dalle aree "02 - 03 - 05 - 06 - 09" da 600.000 euro a 400.000 euro adeguando le stime dei costi alle necessità di settori le cui necessità di ricerca possono essere minori in termini di risorse; all’articolo 3, comma 2, viene cassato il riferimento esplicito ad alcuni temi strategici di Horizon 2020 (sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima e bio-economia, energia sicura pulita ed efficiente, trasporti intelligenti verdi e integrati, clima, efficienza nelle risorse e materie prime, società inclusive innovative e sicure). Pur rimanendo confermato il riferimento strategico al futuro programma quadro europeo, una dicitura meno dettagliata stempera il rischio che la gran parte delle aree scientifiche possa venire esclusa da un’interpretazione ristretta della norma; è ampliato il termine per la presentazione dei progetti al 9 marzo, ore 17.00 per i Responsabili di unità e al 16 marzo 2012, ore 17.00, per i Coordinatori scientifici; il numero massimo dei progetti valutabili positivamente è indicato non più esclusivamente nella percentuale dello 0,75 % dei professori e ricercatori di ruolo dell’ateneo ma anche, nel caso in cui il numero dei progetti risulti superiore, a un numero non superiore alla media (moltiplicata per 0,75, con arrotondamento all'intero superiore) dei progetti finanziati, a livello di coordinatore scientifico, negli ultimi tre bandi PRIN. In termini più generali, il nuovo bando nella distribuzione del numero massimo dei progetti presentabili dai singoli atenei prende in considerazione anche il numero dei progetti approvati nell’ultimo triennio. In tal modo, viene “premiata” la capacità mostrata negli ultimi anni da parte degli atenei di concorrere positivamente ai PRIN; è soppresso il comma 4 dell’articolo 5 che prevedeva da parte degli atenei il rispetto della proporzionalità percentuale, per area disciplinare, relativo al numero di progetti presentati alla valutazione nazionale.
Il decreto, che si propone in primis di destinare alla ricerca circa 175 milioni di euro prelevati dall’edilizia universitaria, suggerisce molti degli interrogativi che già di per sé assillano i giovani ricercatori del FIRB, ma tenta d’altra parte di segnalare un cambiamento di rotta. In che modo? Uno dei nodi cruciali concerne il tetto-progetti, da calcolarsi, per ogni ateneo, a partire dal numero di docenti, tenendo conto della percentuale relativa all’area tematica (non sarà consentito oltrepassare lo 0,75% del personale docente considerato).
Numerose polemiche sono anche scaturite dalle disposizioni in merito agli obblighi sulla presentazione dei progetti. Da un lato, è indubbio che la necessità di sottoporre un progetto alla valutazione dell’ateneo mediante apposita commissione, come prevede la norma, vada in sostanza a ledere la libertà del ricercatore. C’è chi però fa notare come ciò possa costituire oggetto di interesse nel momento in cui si considera l’affidabilità e l’imparzialità della commissione stessa, che richiederebbe tra l’altro la presenza di un “giudice” straniero andando, in generale, a scongiurare il più possibile il verificarsi di conflitti d’interesse. G. Condorelli, direttore del Dipartimento di medicina del CNR, sottolinea come purtroppo il rischio principale sia che gli atenei “esercitino la pre-selezione dei progetti sulla base della "forza accademica" dei proponenti e non sul merito”. E tuttavia, sostiene che "quest’aspetto dovrebbe essere compensato se il ministero saprà imporre una revisione dei progetti di alto profilo e secondo standard internazionali". “Inoltre – prosegue –, almeno per il FIRB giovani, sono dettagliati i requisiti scientifici minimi, in termini di pubblicazioni scientifiche, necessari per partecipare al bando, la qual cosa dovrebbe impedire macroscopiche iniquità meritocratiche.
(Fonte: F. Ienco, www.controcampus.it 13-01-2012). Parere del CUN del 12-01-2012 con specifico riferimento ai meccanismi di valutazione e di assegnazione proposti nel Bando PRIN 2010-11.

 
RICERCA. IL BANDO FIRB E IL CRITERIO CHE UTILIZZA L'ISSN E L'ISBN PDF Stampa E-mail
Al lettore più distratto potrebbe sembrare che il bando FIRB, riservato ai giovani ricercatori, non abbia problematiche. Purtroppo dovrà ricredersi. Alcuni elementi del bando FIRB sono comuni al PRIN (preselezione da parte dell'università), ma alcuni elementi sono diversi e nuovi rispetto alle tornate precedenti. Il bando FIRB introduce un criterio concernente le pubblicazioni che i partecipanti devono possedere all'atto della domanda. Purtroppo, le pubblicazioni sono valutate sulla base dell'assegnazione dell'ISSN o dell'ISBN e non, come molti avrebbero auspicato, su una distinzione tra riviste internazionalmente riconosciute e capitoli di libri editi dalla casa editrice del quartiere. Quasi tutto ciò che è pubblicato ha un ISSN o ISBN. Qualsiasi rivista, qualsiasi libro. Anche il Corriere Ortofrutticolo ha l'ISSN (per essere precisi ISSN numero 1720-4828). Inoltre, il bando FIRB prevede il requisito minimo di 15 pubblicazioni dotate di ISSN o ISBN per la linea d’intervento 3 e rispettivamente 5 e 10 per le linee d’intervento 1 e 2 affinché sia possibile presentare domanda in qualità di responsabile scientifico o capo unità. Utilizzando questo criterio la maggior parte degli assistant professor (e non solo) di università prestigiose come Harvard, MIT, Yale, Berkeley, Stanford, Chicago, ecc. non potrebbe fare domanda. Normalmente chi punta a svolgere ricerca di qualità, sia in economia sia in altri settori disciplinari, ha poche pubblicazioni (ma di alta qualità) soprattutto nella fase iniziale della propria carriera accademica. L'ISSN e l'ISBN sono dei meri codici identificativi. Il criterio che utilizza l'ISSN e l'ISBN è un criterio puramente quantitativo e non qualitativo. E' facile prevedere che molti validi ricercatori non parteciperanno al FIRB perché, pur avendo pubblicazioni di qualità, non raggiungono il minimo richiesto che invece sarà raggiunto da ricercatori che hanno privilegiato la quantità a discapito della qualità. Dopo aver chiesto chiarimenti al ministero, ci è stato detto che questo criterio è stato stabilito da esperti scientifici, ovvero dalla commissione FIRB nominata da organi elettivi del mondo accademico italiano, e che il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) non ha mosso alcuna obiezione al limite di 15 pubblicazioni dotate di ISSN o ISBN.
(Fonte: P. Buonanno e F. Drago, http://noisefromamerika.org/ 22-01-2012)
 
RICERCA. LE REGOLE PER LA SELEZIONE DEI PROGETTI PRIN PDF Stampa E-mail
Il ministro Profumo ha da poco varato il bando PRIN 2011 (e poi una modifica): si tratta del finanziamento, di circa 175 milioni di euro, di tutta la ricerca di base del Paese per il biennio 2010-2011. L’aspetto più sorprendente del bando PRIN è rappresentato dalle astruse regole di selezione dei progetti: una preselezione nell’ateneo di cui fanno parte il coordinatore e una selezione nazionale. Come illustra Giuseppe de Nicolao della redazione di Roars (che ne ha analizzato i meccanismi paragonando la soluzione del problema della scelta dei progetti ad un famoso gioco enigmistico, il kakuro), in maniera tanto dettagliata quanto spassosa: “per affrontare il meccanismo di preselezione, l’università italiana dovrà trovare la soluzione di un rompicapo numerico che è una variante del kakuro”. In particolare dimostra che, dati i diversi vincoli, “la complessità del problema reale è tale da porre in difficoltà ogni tentativo di ottimizzazione manuale senza l’ausilio di algoritmi computerizzati.”  Purtroppo quello che succederà in pratica sarà molto più terra-terra della soluzione di un astruso problema matematico d’ottimizzazione. Nelle parole di De Nicolao: “Il processo che è stato appena delineato comporta una serie negoziazioni e concertazioni che hanno a che fare più con la teoria dei giochi che con la naturale competizione scientifica. Ne risulterà una perdita di tempo e di energie il cui unico risultato sarà di mettere una toppa molto parziale alle falle del bando ministeriale. … Le regole di questo PRIN faranno dipendere l’approvazione dei progetti da un inestricabile intreccio di giochi tra atenei e aree disciplinari. La concertazione tra atenei, suggerita dallo stesso ministro, deve fare i conti con un rompicapo numerico la cui soluzione efficiente, più che essere affidata ai rettori, richiederebbe l’intervento di esperti in algoritmi computazionali…
(Fonte: F. Sylos Labini, scienzainrete 16-01-2012)
 
RICERCA. LA PROPOSTA DEL RICERCATORE INDUSTRIALE PDF Stampa E-mail
Un’impresa deve stare al passo con i tempi se vuole continuare a resistere alla concorrenza e a fare profitti. Tanto più, in un mercato globale dove, a livello sistemico, lo sviluppo di un Paese non può prescindere dall’innovazione in tutti i campi. E, quindi, dalla ricerca. Che, per lo più, si fa in ambito universitario. Ecco perché Confindustria, per bocca di Diana Bracco, membro del Consiglio direttivo, lancia la proposta del ricercatore industriale: «potrebbe diventare – ha spiegato – una figura parallela a quella accademica, creando sinergie e interscambi che sono la base di un sistema condiviso di valutazione e crescita professionale». Secondo Bracco le due figure potrebbero essere messe in relazione, in modo da aprire «nuovi percorsi di carriera e rivitalizzando la relazione tra università e impresa e andando oltre lo stereotipo della precarietà». Adriano De Maio, professore di Economia e gestione dell'innovazione nell'Università Luiss Guido Carli ed ex rettore della medesima, non è per nulla convinto dell’idea e, raggiunto da ilSussidiario.net, spiega: «Se un’industria intende dotarsi di un ricercatore può sempre farlo. Non c’è bisogno, tuttavia, di nuove figure connotate da quella logica tipicamente burocratica-amministrativa volta a conferire nuovi titoli. Che si comincino ad assumere e pagare i ricercatori già presenti, invece di crearne di nuovi». Oltretutto, secondo De Maio, «in molte università, i raccordi tra mondo accademico e mondo dell’industria e dal lavoro sono già attivi e funzionanti». «Si tratta di operazioni da effettuare nell’ambito dell’autonomia. Perché tutte le università costituiscano collegamenti seri ed efficaci con il mondo delle imprese, è necessario che tali collegamenti rappresentino uno dei criteri della valutazione e che siano tra quelli che, rispetto al giudizio finale, pesano di più».
(Fonte: www.ilsussidiario.net 18-01-2012)
 
RICERCA. VALUTAZIONE DEI PRODOTTI DELLA RICERCA. DOCUMENTO APPROVATO DAL DIRETTIVO AIC PDF Stampa E-mail
Il Direttivo dell’AIC (Associazione Italiana dei Costituzionalisti), nella riunione del 9 gennaio 2012, ha approvato due documenti in tema di valutazione dei prodotti della ricerca. Il Direttivo ha infine disposto di pubblicare sul sito AIC il documento e la deliberazione assunta, invitando i soci a esprimersi sull’argomento, in modo che le decisioni future in materia risultino da un’ampia consultazione e dal consenso della comunità scientifica interessata.
(Fonte:  www.federalismi.it 10-01-2012)
 
RICERCA. DUE PROCESSI DI VALUTAZIONE IN CORSO PDF Stampa E-mail
Il primo dei processi in corso è la valutazione delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) affidata all’ANVUR. Ai fini di questa valutazione ogni ricercatore in servizio deve conferire 3 pubblicazioni se universitario e 6 se dipendente di un EPR, apparse nel periodo 2004-2010. Le pubblicazioni non possono essere ripetute nella struttura: se lavoro da solo all’Università me ne bastano 3, se ho un collaboratore dobbiamo averne 6 in modo che ciascuno di noi ne conferisca 3 diverse, se lavoro con 2 collaboratori dobbiamo averne 9 e così via (i numeri si raddoppiano se lavoro per un EPR). Se il docente o ricercatore non è in grado di conferire 3 (o 6) pubblicazioni decenti, ottiene un punteggio negativo: il massimo punteggio ottenibile è 1, il minimo -1. Il punteggio della struttura è la somma dei punteggi dei dipendenti. Queste regole danno indicazioni precise: sono svantaggiati i gruppi grandi e favoriti quelli piccoli, è severamente punita la presenza di ricercatori inattivi, non è premiata l’eccellenza perché un ricercatore brillante potrebbe aver pubblicato molto più di quanto richiesto e valutato dall’ANVUR, mentre il massimo punteggio previsto resta sempre 1. Il secondo dei processi in corso è il bando dei progetti di ricerca (PRIN). Qui le indicazioni sono: minore percentuale di progetti finanziati rispetto al passato, con prevedibile aumento del numero di ricercatori inattivi, aggregazione di gruppi grandi su progetti più grandi che in passato, per conseguire l’eccellenza (parola abusata) in vista dei grandi progetti europei.
(FQ 20-01-2012)
 
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