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27 Dicembre
IL GOVERNO DEI PROFESSORI PDF Stampa E-mail
Docenti universitari, rettori, presidenti delle più prestigiose università italiane. È una squadra da 110 e lode quella schierata dal neo presidente del Consiglio, Mario Monti per tirare fuori l'Italia dal pantano della crisi economica. Il premier, che dopo aver assunto l'incarico si è autosospeso dalla presidenza della Bocconi, ha affidato, tra gli altri, il Ministero del Welfare a Elsa Fornero, che insegna Economia all'università di Torino e quello della Giustizia a Paola Severino, ordinario di Diritto Penale nell'università romana Luiss Guido Carli, di cui è anche vice rettore. L'ex rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, è il nuovo Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, mentre Lorenzo Ornaghi, rettore in aspettativa dell'università milanese la Cattolica, avrà il suo bel da fare ai beni culturali. Tra gli altri, è un bocconiano anche il superministro (Sviluppo economico e infrastrutture) Corrado Passera. Esponenti di alto profilo in arrivo, o al lavoro, negli atenei della «Heavy League» Made in Italy, tutti inseriti nella classifica mondiale di QS University Rankings. Scorrendo la graduatoria, che incorona sul podio Harvard, Oxford e Cambridge, troviamo ben nove università italiane, capitanate dall'Università Commerciale Luigi Bocconi al 29esimo posto per Economia e dall'Alma Mater di Bologna, al 32esimo per Giurisprudenza.
(Fonte: F. Ventura, ItaliaOggi 12-12-2011)
 
SUGGERIMENTI E RICHIESTE DELL’USPUR (UNIONE SINDACALE PROFESSORI UNIVERSITARI DI RUOLO) AL MINISTRO PROFUMO PDF Stampa E-mail
1) Considerazioni e suggerimenti sulla Ricerca Universitaria in Italia.
a) La ricerca in Italia per Euro investito è particolarmente efficiente, ma nel complesso l’investimento, com’è ben noto, è di gran lunga inferiore alle medie di paesi concorrenti.
b) Dobbiamo ottenere di più a livello Europeo, perché, pur essendo il terzo contribuente al budget EU, riceviamo molto meno di quanto investiamo. Infatti:
• I nostri rappresentanti ad alto livello non fanno abbastanza lobby per i progetti guidati da Italiani o con Italiani.
• I nostri valutatori non hanno informazioni o mancano di coordinamento da parte del ministero nazionale e operano spesso su base personale; esperienza mostra che altri, provenienti da nazioni quali Germania, Francia, Spagna, sono molto più coordinati e impegnati a difendere interessi nazionali; si suggerisce di potenziare la presenza di ns. valutatori a Bruxelles attraverso pressioni in Commissione EU, e un’attività di coordinamento degli stessi a livello Ministeriale (APRE et Simil funzionano per la guida alla preparazione di progetti, ma poi non fanno altro).
c) A livello nazionale - Risorse alle Università: stante l’impossibilità di accrescere il Budget della ricerca, s’impone una distribuzione più meritocratica così da privilegiare chi s’impegna, premiando sedi più attive rispetto ad altre meno attive (aumentare la quota premiante per Ricerca). Si pretenda poi anche di valutare (ANVUR?) in quale modo le maggiori risorse attribuite sono state utilizzate in rapporto ai settori che hanno dato contributo alla premialità.
d) A livello nazionale - Risorse ai Progetti (PRIN-FIRB…) suggeriamo quanto segue.
• Sottolineare le linee di sviluppo generali su cui investire.
• Maggiore coordinamento con altri Ministeri (MSE-MAMB...).
• Migliorare le procedure di peer review dei progetti, sempre con almeno tre reviewers e possibilmente privi di “vested interest” e semplificare la burocrazia di gestione, mutuata dalla UE, e focalizzare il controllo sui risultati.
• Contenere la modalità di supporto generico alle industrie attraverso “Finanziamenti alla Ricerca” che penalizzano le Università.
e) Si fa notare, infine, che altre nazioni (Germania, Francia, UK etc.) tendono a investire di più attraverso proprie Agenzie piuttosto che attraverso UE; si potrebbe, forse, rivedere lo share fra i due canali.
2) Dare luogo il prima possibile all’abilitazione scientifica nazionale una volta pubblicati i previsti regolamenti e decreto.
3) E’ assolutamente necessario che il MIUR si assuma la responsabilità di portare a soluzione il problema delle Facoltà di Medicina e dei Sistemi sanitari regionali.
4) Si fa osservare che, dei 45 decreti da emanare da parte del Governo, del Presidente del
Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’Università ne sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale solo 14 e i tempi a disposizione per pubblicare i rimanenti decreti sono praticamente scaduti.
Temiamo fortemente che si possa verificare un effetto a catena qualora uno o più dei decreti richiamati non dovessero vedere la luce, con la conseguenza che la riforma Gelmini potrebbe seguire le sorti della legge Moratti, che non ha mai avuto applicazione, in mancanza di alcuni decreti applicativi.
Il Ministro conosce bene i problemi dell’università, e conosce bene anche i punti forti e quelli deboli della riforma Gelmini e, da buon navigatore nel mare agitato delle università, è in grado di portare in porto la nave della riforma.
5) Il Ministro ha detto che la crisi è una benedizione, è embrione delle grandi strategie, e poi ha dichiarato che:
• la ricerca e l’innovazione sono una condizione essenziale per lo sviluppo;
• non cercherà di riportare in Italia i “cervelli fuggiti” perché la ricchezza risiede nel mescolare il sangue, non nel restare ciascuno a casa propria;
• l’internazionalizzazione è fondamentale e, pertanto, bisogna creare le condizioni affinché i giovani possano fare esperienza all’estero o lavorare in Italia con colleghi provenienti da altre parti del mondo.
• L’USPUR concorda con queste dichiarazioni del Ministro e ritiene che Stato, imprese e società, senza indugi, debbano valorizzare il merito e favorire lo sviluppo di programmi di post-laurea internazionali, sostenere i giovani che hanno competenza per frequentarli in Italia o all’estero mediante scholarship e prestiti sull’onore, prevedere incentivi per le imprese che investono di conseguenza, sostenere le business school italiane che favoriscono l’internazionalizzazione: contenute sono le risorse necessarie, elevatissimo il rendimento che ne consegue.
6) Altro problema che richiamiamo all’attenzione del Ministro è quello della scommessa sui dottorati in azienda, uno degli otto punti dell’accordo firmato tra l’Associazione degli industriali e la Conferenza dei rettori: l’obiettivo è di rafforzare il numero di percorsi di dottorato collegati con la domanda delle imprese e incentivarne il finanziamento. Attualmente dei circa 12 mila dottorati annuali soltanto uno su quattro ha speranza di entrare nelle carriere accademiche e le competenze del restante settantacinque per cento sono disperse.
7) Sempre al Ministro chiediamo cosa ne è del piano messo a punto dall’ex ministro Gelmini per dare vita alla manodopera specializzata che in Italia tutte le aziende cercano e nessuno riesce a trovare. Ci riferiamo ai 58 super istituti tecnici (ITS) con i 29 milioni di euro già finanziati e messi a disposizione del ministro. Sarebbero dovuti nascere a Settembre scorso in seguito a un bando di concorso per la selezione dei giovani diplomati. C’è un gap tra i tecnici richiesti dalle imprese sempre più specializzati e quelli che la scuola riesce a formare. Gli ITS non rappresentano una scuola secondaria personalizzata ma un canale formativo di pari dignità rispetto a quello universitario. In questa maniera si risponderebbe alla domanda di lavoro che in questo momento il nostro Paese non è in grado di soddisfare.
(Fonte: A. Liberatore, Segretario nazionale dell’USPUR
03-12-2011)
 
ANVUR. RISORSE E ATTIVITA’ PDF Stampa E-mail
Le risorse a disposizione dell'ANVUR, l'Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, ''ammontano a 2.200.000 euro per anno''. L’ha annunciato il ministro Profumo, rispondendo a un'interrogazione, durante il question time alla Camera, sulle problematiche concernenti l'operatività' dell'Agenzia. Profumo ha spiegato che ''nell’ambito dei finanziamenti previsti dall'art. 33, comma 15, della legge 12 novembre 2011 n.183 (Legge di stabilità 2012) pari a 400 milioni di euro per l'anno 2012, il ministero valuterà l'eventualità di integrare le risorse destinate all'Agenzia anche in relazione alla complessità delle attività di valutazione previste''.  Per quanto riguarda la 'sostenibilità' normativa' delle competenze attribuite all'ANVUR, il ministro ha inoltre aggiunto che ''già' attualmente l'Agenzia sta operando nell'ambito del piano di valutazione della qualità della ricerca 2004 - 2010 (VQR) e che a breve essa sarà impegnata nell'esercizio delle attribuzioni previste dal decreto legislativo sulla valutazione e accreditamento delle sedi universitarie e dei corsi universitari, dal regolamento per l'accreditamento dei corsi di dottorato, dai regolamenti relativi alle procedure e ai criteri per il riconoscimento dell'abilitazione scientifica e dal decreto legislativo finalizzato alla definizione dei costi standard e della valutazione della didattica, della ricerca e delle politiche di reclutamento del personale accademico''.  Si tratta, ha concluso, ''di un quadro normativo articolato e coordinato che sta completando l'iter di approvazione. Naturalmente, se dovessero rendersi necessarie modifiche, non si mancherà di intervenire''.
(Fonte: ASCA 14-12-2011)
 
VALUTAZIONE. COME SI VALUTERANNO 200.000 PRODOTTI PDF Stampa E-mail
Prende il via un nuovo ciclo di valutazione della produzione scientifica dell’università italiana, degli enti di ricerca monitorati dal MIUR e di 25 enti che hanno chiesto di sottoporsi volontariamente alla verifica. 131 istituzioni, in tutto; la più grande operazione del genere mai effettuata nel nostro Paese, i cui risultati definitivi sono previsti entro il 30 giugno del 2013. Come si svilupperà, concretamente il lavoro e quali esiti determinerà? IlSussidiario.net l’ha chiesto a Luisa Ribolzi, professoressa di sociologia dell'educazione nell’Università di Genova e membro dell'ANVUR. «Anzitutto – spiega – abbiamo chiesto la lista delle persone afferenti a ciascun dipartimento di ricerca. Ognuna dovrà inviare almeno tre pubblicazioni a scelta tra quelle realizzate tra il 2004 e il 2010. Tra docenti universitari e istituti di ricerca, si calcola che il numero di “prodotti” (è il termine con il quale si indicano, in maniera generica, le pubblicazioni, che possono essere volumi, articoli, monografie ecc.) che andrà valutato sarà intorno alle 200mila unità. Saranno, infatti, più di 60mila i docenti e i ricercatori coinvolti». I conti dovranno per forza tornare. «Laddove l’ente dovesse inviare, al netto delle eccezioni (per i ricercatori molto giovani, ad esempio, sono richieste solo due pubblicazioni) un numero di prodotti inferiori alle attese derivanti dal calcolo del numero di afferenti, moltiplicato per 3, si determinerà una penalizzazione nel punteggio finale». Tale punteggio sortirà degli effetti concreti sull’ente valutato. «Una quota del finanziamento pubblico, infatti, sarà erogata in base ad esso». Ecco come si svolge l’attività di monitoraggio: «ci sono 14 gruppi di lavoro corrispondenti alle aree tematiche riconosciute dal Consiglio nazionale universitario. Ciascuno di essi è guidato da un coordinatore, scelto dall’ANVUR, in base ad una serie di rigorosi criteri e dispone di un numero di esperti – 450 in tutto, che si avvarranno dell’ausilio di esperti esterni (peer review) – proporzionale al numero di prodotti attesi». Saranno due i tipi di valutazione effettuati. «Il primo riguarda, prevalentemente, le aree scientifiche e tecniche, quella dalla prima alla nona (ad esempio, i fisici, i matematici, i medici e gli ingegneri) e sarà basata principalmente sugli indici bibliometrici». Il secondo «è quello – continua Ribolzi – della peer review (valutazione dei pari). Ciascun prodotto è affidato alle considerazioni di due specialisti, che esprimeranno un voto compreso tra 1 e 5, corrispondente ai giudizi: “eccellente”, “ottimo”, “buono”, “mediocre” “pessimo”. O, addirittura, “copiato”, che equivarrà ad una decurtazione di due punti. Laddove la difformità dei due giudizi fosse considerata esageratamente elevata, il prodotto sarà affidato a un terzo revisore o a uno dei 450 esperti». Il secondo metodo, infine, dovrà essere quello prevalente. «Lo stabilisce un decreto legislativo. Significa – conclude – che almeno 100.001 prodotti dovranno essere valutati in questa maniera». Si tratterà – va da sé – di un lavoro immane.
(Fonte: IlSussidiario.net 21-12-2011)
 
VALUTAZIONE. IL 30 GIUGNO 2013 L'ANVUR PRESENTERÀ LA PRIMA RELAZIONE DELLA VQR PDF Stampa E-mail
Da oggi, fino al 2013, la valutazione della qualità della ricerca seguirà un processo articolato, strutturato in tappe calendarizzate fino al 30 giugno 2013 quando l'ANVUR presenterà la prima relazione della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR). Due armi di rodaggio che promettono di avviare un processo improntato alla trasparenza e alla certificazione ufficiale dei «prodotti» della ricerca basata sulla «peer review», anche se non mira ad analizzare la qualità della didattica, né i servizi agli studenti. Il sistema di valutazione era stato approntato dal governo Prodi, ma è rimasto fermo per anni. A quel tempo si chiamava CIVR ed era basato su 18.500 «prodotti» scientifici. L'ANVUR promette invece di lavorare su una quantità dieci volte superiore. Tra le informazioni sensibili, si conoscerà il numero dei brevetti concessi e il numero degli spin-off o incubatori d’impresa, oltre che i progetti nazionali e internazionali. Sono ancora in discussione i criteri di valutazione delle materie umanistiche.
(Fonte: Ro. Cl., Il Manifesto 21-12-2011)
 
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