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IN VISTA DEL DDL SUL RIORDINO DEL PRERUOLO UNIVERSITARIO PDF Stampa E-mail

Secondo il portavoce della ministra Bernini, Francesco Ciaraffa, «questa è una “cassetta degli attrezzi” grazie alla quale, le università e gli enti di ricerca avranno a disposizione un set di strumenti che utilizzeranno in base alle loro esigenze», dice. «A questo aggiungo che il CONTRATTO DI RICERCA rimane a disposizione qualora l’università ritenesse che quello sia lo strumento migliore e più adatto per i ricercatori che hanno davanti o per tutti i ricercatori che lavorano all’interno della loro università o del centro di ricerca, e saranno liberissime di utilizzarlo». Effettivamente lo scorso 25 giugno in una audizione alla Camera, la ministra Bernini ha ribadito che da parte del ministero c’è il via libera alle università che volessero adottare questo nuovo rapporto di lavoro, anche se in via di perfezionamento. Ma resta il nodo risorse in quanto il nuovo contratto è più oneroso rispetto alle alternative e non è affatto chiaro come esso possa essere utilizzato senza nuovi stanziamenti, specie se si considera che una quarantina di atenei avranno difficoltà a chiudere il bilancio 2026 quando i fondi PNRR verranno meno. F: L. Massaro, Domani 09.07.24.