Home
IL DECRETO MINISTERIALE DI RIFORMA DELLE UNIVERSITÀ TELEMATICHE PDF Stampa E-mail

In dirittura d’arrivo il decreto Bernini, che introdurrà nuove regole per gli atenei online. L’obiettivo è quello di garantire una qualità maggiore all’offerta formativa che le università online mettono a disposizione e rivedere alcuni aspetti delle lezioni.
Il Decreto Bernini, che prende il nome del ministro del MUR, porta numerose novità al mondo delle università telematiche, che necessitano di una regolamentazione più precisa e puntuale.
Tra i principali cambiamenti troviamo:

  • Riduzione del rapporto numero studenti-docenti: al momento nelle università telematiche è molto squilibrato, dato che per ogni docente ci sono circa 380 studenti, mentre alle università tradizionali per ogni docente vi sono 28 studenti. L’obiettivo del decreto è ridurre il rapporto a 192 studenti per docente.
  • Aumento delle lezioni in presenza del 20%: questo cambiamento mira a favorire l’interazione tra studenti e docenti al fine di creare un ambiente più proficuo.
  • Lezioni in tempo reale: almeno il 40% delle lezioni dovranno essere erogate in tempo reale, ossia in diretta, per favorire la partecipazione attiva degli studenti.
  • Controllo periodico dell’ANVUR: l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca avrà il compito di controllare e monitorare l’attuazione del decreto da parte delle università telematiche, garantendo il rispetto delle nuove regole.

Con questa normativa l’Italia rischia di fare un passo indietro rispetto all’evoluzione delle tecnologie e delle modalità didattiche adottate nel resto d’Europa, dove altri Paesi invece stanno da tempo sviluppando ed evolvendo modelli di formazione universitaria a distanza che promuovono la flessibilità e l’accessibilità, mantenendo al contempo elevati standard di qualità”. Ad esempio, nel Regno Unito, la Open University – prima università pubblica del paese per numero di iscritti – offre corsi interamente online, con un forte supporto tecnologico e didattico, permettendo agli studenti di studiare secondo i propri ritmi e disponibilità. In Spagna, invece, le due più grandi università telematiche – l’Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) e l’Universitat Oberta de Catalunya (UOC) – sono rispettivamente pubblica e a partecipazione pubblica: contano insieme più di 200.000 studenti, dimostrando come il settore pubblico possa sostenere efficacemente l’educazione a distanza. Questi modelli virtuosi dimostrano che è possibile coniugare qualità e flessibilità, e dovrebbero essere presi come riferimento per le riforme italiane nel settore dell’istruzione telematica. F: econopoli 30.09.24.