RIFORMA DELL’ACCESSO AL CDL IN MEDICINA |
Il numero chiuso non scompare ma si sposta in avanti di sei mesi. Testo base adottato praticamente all’unanimità dal comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato. Per il via libera alla riforma serve ora il passaggio alla Commissione di palazzo Madama, all’Aula e, infine, al governo. Di fatto ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria. Saranno poi individuate dal MUR le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. In caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per sperare in un “ripescaggio” sui posti vacanti, ritentare più avanti il test o cambiare facoltà. Non si tratta comunque della fine del numero chiuso. Il testo infatti prevede che “il numero di iscrizioni al secondo semestre” sia coerente con il fabbisogno di medici stimato dal Sistema sanitario nazionale. Le università dovranno impegnarsi a «potenziare le loro capacità di ricezione», ma il numero di posti disponibili andrà comunque “allineato” con quello delle scuole di specialità. Per il Pd rimangono numerose criticità. Si tratta di questioni fondamentali, a partire dalla delega, troppo larga e vaga sugli aspetti che riguardano esattamente le nuove modalità di accesso, la definizione di una graduatoria nazionale dopo aver frequentato solo un semestre, e aver acquisito CFU senza che sia definito come e con quali criteri si compone graduatoria. Inoltre la delega sull’orientamento nelle scuole superiori e i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento è anch’essa vaga e confusa. F: unita.it 24.04.24; IlSole24Ore 24.04.24. |