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LE CRITICITÀ DELLE TELEMATICHE. UN RAPPORTO DELLA FLC CGIL PDF Stampa E-mail

La prima è la possibilità che le università telematiche falliscano: per i buchi legislativi al momento non esiste una normativa che protegga non solo i lavoratori, ma anche gli studenti iscritti ai corsi. Ancora: stanno proliferando nuovi sistemi “ibridi”, come quelli dell’università Link di Malta (più volte oggetto di polemiche e indagini negli anni) che è nominalmente in presenza, ma che sfrutta le possibilità delle procedure telematiche: per esempio con gli esami nelle distaccate e la commissione che in parte può non essere in presenza. La Flc, si legge nel rapporto, “ha segnalato formalmente questa estensione indebita delle norme previste per i corsi a distanza agli esami di corsi in presenza a ministero, CUN e per conoscenza a tutti i rettori delle università italiane, sottolineando il rischio di creare esperienze ibride che esportano modelli didattici e di business delle telematiche nel sistema universitario nel suo complesso, con il rischio, in una logica competitiva di acquisizione di nuovi immatricolati, di portare più o meno rapidamente alla disgregazione dell’impianto nazionale dei titoli di studio”. Una segnalazione caduta però nel vuoto. Ma l’aspetto più grave, forse, sottolinea il dirigente della Flc, è che “le università telematiche continuano a fare esami online sebbene questa procedura non sia più possibile dopo la fine dello stato di emergenza, e cioè dal 30 marzo del 2022”. Ma si potrebbero segnalare ancora tante cose: per esempio un rapporto tra studenti e insegnanti dieci volte superiore rispetto a quello delle università tradizionali, la presenza di un numero enorme di insegnanti precari (il 29.51%, praticamente il doppio che nelle tradizionali), l’effettiva libertà didattica e di ricerca all’interno di un sistema che, proprio perché profit, deve attirare e “soddisfare” studenti-clienti e, non da ultimo, il fatto che il personale non docente non abbia un proprio contratto nazionale di riferimento che la Flc Cgil da tempo chiede. “Per tutte queste ragioni chiediamo di dare nuovi poteri di ispezione, verifica e controllo al ministero e al CUN”. Servono regole, altrimenti il rischio paventato è quello di un Far West, che in parte già esiste, ma che rischia di infettare come una tabe l’intero sistema universitario. F: S. Iucci (Flc Cgil) commenta il rapporto di L.Scacchi 10.04.24.