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LE IMMATRICOLAZIONI ALL’UNIVERSITÀ AUMENTANO, SONO CRESCIUTE DELLO 0,3% SUL 2021-2022, MA NEGLI INDIRIZZI MENO RICHIESTI PDF Stampa E-mail

Gli studenti universitari aumentano (di poco), ma diminuiscono gli iscritti a corsi di laurea che garantiscono maggiori sbocchi lavorativi. È il risultato che emerge incrociando i dati sulle immatricolazioni all'università del MIUR per l'anno accademico 2022-2023 e le ultime statistiche diffuse da Unioncamere-Anpal. A gennaio, stando ai dati forniti dal MIUR, le immatricolazioni sono cresciute dello 0,3% sul 2021-2022. Si tratta di un'inversione di tendenza rispetto al calo del 3% che si era registrato l'anno precedente. Gli studenti scelgono soprattutto indirizzi umanistici, che offrono poche possibilità di impiego. Alcune aree a forte impatto occupazionale, si pensi, ad esempio, a tutti gli ambiti scientifici o a ingegneria nelle sue varie declinazioni (informatica, industriale, elettronica), soffrono ormai in modo cronico di una carenza di iscritti, mentre altre specializzazioni continuano a segnare incrementi del numero di matricole a doppia cifra (psicologia) o quasi (gli studi umanistici in generale). L'ultimo bollettino Excelsior, diffuso da Unioncamere-Anpal, ha evidenziato i dati relativi ai laureati "introvabili". Nel 2022, lo squilibrio tra domanda e offerta, per queste figure, è pari al 47,3%, in crescita di nove punti percentuali sull'anno prima, con punte che, in alcuni casi (ad esempio l'indirizzo medico-odontoiatrico) arrivano al 68,7%. A seguire, intorno al 60% di irreperibilità, ci sono alcune specializzazioni di ingegneria (industriale, elettronica e dell'informazione), i laureati in chimica-farmaceutica, i matematici, i fisici, gli informatici. (F: QN 01.02.23)