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LEGGE DI BILANCIO PER IL 2023. RIVALUTAZIONE DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICI CON EFFETTI NEGATIVI PLURIENNALI ANCHE PER PROFESSORI E RICERCATORI PDF Stampa E-mail

L'art. 58 della Legge di Bilancio riguarda, in generale, tutti i pensionati e, in particolare, i 6.000 Professori e Ricercatori in quiescenza. La Legge di Bilancio in approvazione prevede che per gli anni 2023 e 2024 la rivalutazione dei trattamenti pensionistici segua meccanismi diversi e riduttivi rispetto a quelli previsti dall'attuale legislazione, meccanismi attualmente dettati, a regime, a decorrere dall'anno 2022, dalla Legge di Bilancio 160 del 27-12-2019, all'art. 1, comma 478. Più in dettaglio, la Legge di Bilancio proposta prevede una decurtazione della rivalutazione rispetto a quella prevista, a regime, dalla legge 160 del 27-12-2019, decurtazione variabile a seconda dell'entità della pensione percepita. Verrà sì applicata una rivalutazione, ma in misura ridotta. Nel 2022 la pensione è stata rivalutata applicando la legge in vigore, la 160 del 2019, che dettava norme a regime. Nel 2023 la pensione sarà calcolata partendo da quella del 2022; essa sarà sì rivalutata, ma la rivalutazione subirà, stante la Legge di Bilancio proposta, una certa decurtazione rispetto a quella prevista dalla norma a regime.
La misura, in quanto dettata per il 2023 e il 2024, appare, ad una analisi sommaria, come temporanea, e quindi con effetti temporanei. Invece, sostiene il prof. Ferraro estensore di questa nota, per il modo in cui è scritta, la norma in realtà ha effetti strutturali: le decurtazioni persistono poi in tutti gli anni successivi. (F: mail di prof. Carlo Ferraro 10.12.22)