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GLI ENZIMI DEL BATTERIO IDEONELLA SAKAIENSIS SONO IN GRADO DI DIGERIRE LA PLASTICA IN PARTI MINUSCOLE, PRONTE A ESSERE RICICLATE PDF Stampa E-mail

Un'analisi su Science stima che finora l'umanità ha prodotto 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. La questione cruciale nel nostro immediato futuro è come liberarci di quella quota diffusa nell'ambiente. A chi pensa che l'obiettivo sia troppo ambizioso, si potrebbe far notare che talvolta la natura inventa meccanismi che compensano i danni perpetrati dall'uomo. Potrebbero essersi evoluti microrganismi capaci di digerire la plastica producendo sostanze di scarto non dannosi per l'ambiente? Alla luce di studi su Nature e Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), si può rispondere di sì, precisando che è dovuta intervenire la mano dell'uomo per perfezionare il processo e ottenerlo in tempi brevi. Dal batterio Ideonella sakaiensis 201-F6, che si nutre del Pet (polietilene tereftalato) destinato alla produzione di bottiglie, contenitori, pellicole e simili, si è riusciti a costruire un assemblaggio di enzimi che sminuzza la plastica in parti infinitesime, riciclabili in maniera circolare. Significa che sarà possibile costruire reattori in cui la plastica viene ridotta e riassemblata rapidamente a formare altri oggetti senza alcuna perdita di qualità. (F: L. Sciortino, Panorama 25.05.22)