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MEDICI DI BASE, CASE DELLA COMUNITÀ E PNRR PDF Stampa E-mail

Da molti anni la medicina di base è in profonda crisi e la pandemia ne ha svelato la debolezza dell'organizzazione e la mancanza di investimenti da troppo tempo. Leggi e progetti di riforma non sono mancati nell'ultimo ventennio, ma sono rimasti al palo, sia perché legiferati "a invarianza di spesa", sia per l'ostilità dei sindacati medici. Adesso le risorse per il rilancio ci sono, perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) destina € 2 miliardi di investimenti nelle case della comunità, in cui dovrebbero operare medici generalisti, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri, riabilitatori e altri professionisti sanitari. Prima d'investire, bisognerebbe però sapere se i medici dovranno traslocare – per convenzione o per subordinazione – nelle nuove strutture o se nel prolungarsi del braccio di ferro le nuove case della comunità finiranno per rimanere sfitte per diversi anni.
Sul sito Welforum sono descritte tre proposte migliorative, che potrebbero avere immediata attuazione, se solo si inserissero nell'accordo nazionale in via di rinnovo e nel PNRR due o tre semplici articoli. Riguardano (1) l'associazione obbligatoria – anche solo in forma semplice – di tutti i medici di medicina generale per l'apertura degli ambulatori dalle ore 8 alle ore 20 (quattro medici associati, con le 15 ore contrattuali dovute, garantiscono le 60 ore settimanali di apertura), con obbligo per i pazienti di recarsi dal proprio medico, anziché al pronto soccorso; (2) la creazione di case della comunità anche presso le sedi degli specialisti privati "esterni" (4.885 in tutta Italia), che sono più diffuse e lavorano anche più degli specialisti ambulatoriali interni, specie in alcune regioni; (3) l'obbligo per i medici di assistenza primaria di partecipare alle UCCP di tipo "perno" (hub) nelle aree urbane, secondo una delle tre forme associative previste. Per le aree rurali e scarsamente popolate, il modello delle case della comunità andrebbe ripensato a fondo o adattato. Ovviamente, non a invarianza di spesa. (F: V. Mapelli, lavoce.info, welforum.it 15.10.21)